La sfera del sole troneggiava leggera nell’etere come una
bolla di sapone, abbracciando con la sua aura di luce gran
parte della città mossa dalla frenesia dei suoi abitanti.
L’aria frizzantina primaverile aveva donato un tono di colore
diverso, quella mattina, al grigiore della metropoli che giorno dopo
giorno si trascinava ormai da mesi arrancando nella sua
routine…Los Angeles appare molto più invitante
dai manifesti pubblicitari, quando disti migliaia di km e pensi che
aldilà dell’oceano, in quel mondo fatato, troverai
finalmente una risposta a tutti i tuoi dubbi.
Questi erano i pensieri di Sophie, mentre seduta alla scrivania del suo
ufficio nell’ imponente St Jhon’s Hospital fissava
lo scenario dalla finestra, fingendo di ascoltare il suo buon amico
Eddie che da circa mezz’ora cercava di introdurre un
argomento alquanto spinoso.
“Quindi, come ti dicevo, il progetto per la costruzione
dell’ospedale pediatrico è praticamente ultimato,
ad eccezione di una piccola clausola che i membri della commissione si
sono rifiutati di omettere…” a questo punto Edward
diede un secco colpetto di tosse.”Nn mi chiedi
quale?”
Sophie continuava ad osservare un punto indistinto
all’esterno della finestra.
“Sophie?? Ma mi ascolti?”
La ragazza si riprese immediatamente. Conosceva Eddie da quando, un
anno prima, era stata assunta come vice primario del reparto di
pediatria. Era un collega ed un amico formidabile, il suo braccio
destro, con un’autentica passione per la medicina e
un’inclinazione particolare per la lotta in favore del
diritto alla salute delle popolazioni più degradate. Un vero
“missionario”.
Da quando era giunta a L.A., si era sentita spaesata in
quell’enorme agglomerato urbano e gravata da un peso
insostenibile : entrare nel ruolo di vice primario in uno fra gli
ospedali più rinomati d’America. Lei,
neolaureata in medicina ad Oxford, sebbene fosse una specie di fenomeno
in quel campo, stava tuttavia affrontando ancora la
specialità in pediatria ed era del tutto insolito che la
investissero di tale ruolo.
Eddie l’aveva fatta sentire subito a suo agio, dandole tutto
il suo appoggio e la sua amicizia, ma soprattutto la sua
fiducia. Le malelingue erano sempre pronte a crearle
problemi, ma Sophie era una ragazza forte, intelligente e abbastanza
scaltra per difendersi.
“ Sì Ed…scusami ero distratta. Stavi
dicendo ke il progetto è ultimato, giusto?”
Edward emise un ironico sospiro.
“Esatto, Sophie…resta da definire un piccolo
dettaglio.”
Sophie si puntellò in avanti sui gomiti e assunse
un’espressione concentrata:
“Sono tutta orecchi..”
Eddie si prese una pausa e poi disse tutto d’un fiato:
“ La commissione vuole che un membro del nostro
staff faccia da supervisore diretto al progetto e si rechi in Sudafrica
per preparare un resoconto dettagliato dei lavori in
corso…solo allora daranno
l’autorizzazione.”
Sophie si appoggiò lentamente allo schienale della poltrona
in pelle incrociando le mani sul grembo.
“Notevole Ed..hai pensato a qualcuno?”
Il giovane medico strinse leggermente gli occhi come per prepararsi ad
un impatto:
” Ho pensato al membro più competente,
più versatile e senza dubbio più convincente
dell’equipe..cioè TU.”
Sophie si alzò di scatto dalla poltrona facendola scivolare
contro il muro alle sue spalle.
“Dico, sei matto?? Ti 6 scordato che sto svolgendo
la specializzazione, e qui mi è stato dato un incarico di
estrema importanza? Se lasciassi tutto e me ne andassi in africa per
quanto..un mese diciamo? Al mio ritorno vedrei uno di quegli avvoltoi
che tu conosci bene seduto alla mia scrivania con un ghigno sul becco e
addio promozione!”
“Calmati Sophie”
il tono di voce di Eddie era talmente calmo che aveva il
potere di tranquillizzarla in un istante.
“ nn ti fidi proprio di me,eh? Ho già
spiegato la faccenda al direttore sanitario, ke è stato
talmente soddisfatto del tuo lavoro nel reparto, da firmare subito un
foglio in cui dichiara irrevocabile il tuo incarico..per qualsiasi
ragione.”
-“Se è così soddisfatto,
perché nn vede l’ora di spedirmi nel continente
nero?”
Sophie nn era del tutto convinta-
-“Ritiene che un nuovo ospedale in Sudafrica sovvenzionato da
noi dia un lustro particolare al St Jhon’s agli occhi del
globo…certo nn è un motivo che gli fa onore, ma
nn mi interessa. A me importa solo di quei bambini.. anke a te
vero?”
Sophie tornò a sedersi. Stava valutando mentalmente
l’idea. Ma sì, perché no? Infondo era
stufa di L.A., dedicarsi ai bambini malati era lo scopo della sua
esistenza, ancor più se si trattava di bambini poveri e
maltrattati. E poi, l’africa esercitava su di lei un fascino
irresistibile…quel continente misterioso e solitario
l’attraeva da sempre.
All’improvviso le balenò un pensiero.
“ Ed..sarò sola!come farò a
cavarmela?”
Edward, che aveva seguito il filo dei pensieri di Sophie leggendoglieli
sul viso fino a giungere all’esito positivo, sorrise
compiaciuto per il successo ottenuto.
“Darlin’ ho pensato anke a questo. Ed
è un’idea ke ti lascerà a bocca aperta.
Mio cognato lavora nel manegement di alcune celebrità.
Conosce l’assistente personale di una pop star
famosa in Europa, che inizierà un tour mondiale il mese
prossimo; e indovina quali tappe toccherà fra le altre? IL
Sudafrica, naturalmente! Una settimana in Sudafrica nel periodo in cui
i lavori sono ultimati, resoconto, un po’ di
formalità burocratiche e il gioco è
fatto!”
Sophie era confusa
“scusa nn ti seguo”
-Ed si protese in avanti
“l’assistente di cui ti ho parlato
è alla ricerca di un medico competente che segua i membri
dello staff durante il tour. Ogni volta che qualcuno sta male bisogna
chiamare un medico diverso e si creano situazioni ingestibili.
Così vuole assumerne uno fisso. Sarai il medico referente di
tutti, fuorché della popstar.”
-“Tu 6 completamente andato. Sono un pediatra, nn
un medico generico al servizio di un’orda di
selvaggi musicisti!!”
-“Sophie, ragiona. E’ per pochi mesi, girerai mezzo
mondo senza aver molto da fare, sarà come una vacanza, da
cui tornerai carica e pronta per la corsa finale verso i tuoi
obiettivi. Nel frattempo porterai a termine la nostra missione!
E’ perfetto.
Alloggerai nei più bei hotels dell’europa, vivrai
una vera avventura on the road! Ca...o vorrei andarci io”-
-“e perché nn lo fai?”
Sophie era ancora sostenuta ma i suoi occhi cominciavano a
sorridere.
-“Darlin’..sai che nn posso lasciare il comitato
neanche per un secondo. E dai, fammi un sorriso e dimmi che sono un
genio”-
Sophie considerò ancora una volta le implicazioni di quella
svolta.
Tutto sommato non aveva mai viaggiato per l’Europa, avrebbe
comunque svolto il suo lavoro, avrebbe seguito nei dettagli
l’apertura dell’ospedale pediatrico a Cape Town e
sarebbe stata per giunta pagata!
-“Ok andata” disse decisa.
Edward si fece sfuggire un’esclamazione di gioia.
”Grande! Hai già un colloquio fissato per domani
con Mrs Cliff, l’assistente.”
-“un attimo” continuò Sophie
“nn mi hai ancora detto per chi andrò a
lavorare!”
“Si tratta di un artista molto richiesto in
Europe…Robbie Williams”.
FINE CAPITOLO PRIMO
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