“Hermione, ti
prego.” Il giovane ragazzo guardò
l’amica che
aveva le lacrime agli occhi.
“Lasciami stare, Harry. Non
è più tempo per noi. Sto con Ron
adesso. Non voglio più sentire
parlare di te, di me, di noi insomma.
Quel che è stato
appartiene al passato.”
“Non ci credo, Hermione.
Sappiamo benissimo tutti e due che
il nostro non è un capitolo chiuso,
non lo può
essere.” Il ragazzo cominciava ad innervosirsi.
Tutto quello che era successo tra loro due non poteva essere buttato
alle
spalle, non doveva appartenere al passato. Lui si era comportato male,
è vero.
Mesi di silenzi tra loro due solo per il suo essere egoista, per
volerla
difendere dal suo mondo fatto di pericoli, il loro mondo. Aveva buttato
tutto
all’aria per che cosa poi? Per volerla vedere felice? Eppure
lei glielo aveva
detto, sarebbe stata felice solo con lui.
“Che cosa pretendi da me
adesso? Che lasci Ron, che torni
con te? No, Harry, mi dispiace. Non lo farò. Vuoi sapere
perché? Perché non
sono più la ragazza dell’anno scorso.
Perché non voglio soffrire ancora di
nuovo.” Hermione non lo guardava negli occhi, non poteva.
Sapeva che se lo
avesse fatto, allora lui avrebbe capito che tutto ciò che
stava cercando di
dire era una bugia. Che combinano le bugie. Un giorno possono sembrarti
la cosa
più grande che esista, un qualcosa che ti possa risolvere i
problemi. Ma si può
mentire a tutti, tranne al proprio cuore. E la ragazza sapeva benissimo
di
stare prendendo in giro il suo.
“Non voglio farti soffrire.
Non l’ho mai voluto fare.
Insomma, Hermione, non capisci? Ho cercato invano durante
quest’anno di
dimenticarti, di non pensare mai più a noi due. Ma ogni
volta mi tornavano in
mente tutti i nostri momenti, le nostre emozioni. Ricordi che sono
impressi nel
mio cuore come inchiostro nero su una pergamena, quella che tu ami
tanto
riempire delle tue parole. E non posso vederti qui, di nuovo accanto a
me, come
una semplice amica. Solo ora, forse, mi rendo davvero conto che
probabilmente
non sei stata mai mia amica. Sei stata semplicemente molto di
più.” Hermione
ormai piangeva. Le sua copiose lacrime cercavano di gettare fuori dal
suo corpo
tutto l’odio che provava nei suoi confronti. Ma era davvero
odio? O solo amore
soffocato? Amore per quel ragazzo che per la prima volta nella sua vita
le
aveva fatto battere forte il cuore, le era stato accanto nei momenti
più tristi
e difficili, le aveva fatto capire quanto importante fosse sapere di
potere
contare davvero su una persona, le aveva insegnato che amore
è felicità.
“Dici di non averlo mai
voluto fare. Ma l’hai fatto. Forse
non ti rendi conto di quanto male sia stata io in quest’anno.
Saperti a due
passi da me e non poterti sfiorare, prenderti la mano come facevamo
sempre,
abbracciarti. E tutto questo solo per la tua stupida paura di mettermi
in
pericolo. Ti ho sempre detto di non essere più una bambina.
Non ho mai avuto
bisogno che tu mi difendessi da nulla. Eppure hai voluto fare di testa
tua e
adesso pretendi che io voglia far tornare tutto come prima. Mi
dispiace, ma non
ce la faccio.” Hermione fece per andarsene. Le costava
davvero tanto
pronunciare tutte quelle parole. Lo aveva aspettato tanto in questo
anno, lo
aveva rincorso, cercando un perché che non aveva mai
trovato. E adesso che lui aveva
bisogno di lei, adesso che aveva capito i suoi errori, lei non lo
voleva più.
Perché?
“Se è
così, se io ti ho fatto solo stare male, se non
c’è
più alcuna possibilità per noi due, è
inutile che io stia qui. Me ne vado, è
quello che vuoi a quanto pare. Sappi solo una cosa. Non
potrò mai dimenticarti,
non potrò mai baciare un’altra come ho baciato te,
non potrò mai fare l’amore
con un’altra come l’ho fatto con te.”
Harry si girò e corse verso il castello,
lasciando Hermione vicino ad un albero di quercia guardare il lago alla
ricerca
di una risposta. Gli aveva mentito. Non stava con Ron, non sarebbe mai
potuta
stare con lui. Amava ancora Harry e forse lo avrebbe amato per sempre.
Ma non
voleva stare di nuovo male. Era lei adesso ad avere paura di lui, dei
suoi
sentimenti. Ma si può aver paura dell’amore? O si
ha semplicemente paura di
amare?
Harry, intanto, era rientrato nella
sua camera. Non aveva
voglia di parlare con nessuno. Perché Hermione era
così distante da lui? Sapeva
di aver sbagliato, ma era anche consapevole di non poter vivere senza
di lei.
Si mise a fissare il soffitto, cercando una risposta tra quelle pareti
che
forse sapevano ancora di loro. Aveva cercato in ogni modo di soffocare
i suoi
sentimenti, ma come poteva riuscirci sapendo che i suoi ricordi
riaffioravano
sempre quasi prepotentemente? I momenti più belli di quelli
che un tempo erano
due ragazzini che avevano preso l’amore come un gioco, che
avevano capito man mano
quanto importante fosse l’altro, che con un bacio si dicevano
tutto, che si
erano amati per la prima volta guardando le stelle, in attesa che
qualcuna di
loro cadesse perché esprimessero il desiderio che quel
momento non terminasse
mai.
Harry decise di rifugiarsi in
biblioteca. Forse lì, cercando
di leggere un libro qualunque, sarebbe riuscito a distrarsi, a non
pensare a
lei.
Scese in fretta le scale del
dormitorio e incrociò Ron nella
Sala Comune, cercando appositamente di evitarlo. Non sarebbe
più riuscito a
guardarlo in faccia forse. Stava con Hermione, come avrebbe potuto? Una
vocina
dentro gli diceva che la ragazza non dava tanto importanza ai loro
ricordi
visto che adesso stava col rosso. Che cosa potevano significare per lei
i baci
e tutte le altre cose, considerando che chissà quanti ne
aveva dati a Ron,
chissà quante volte lo aveva fatto con lui. Cercò
di scacciare in ogni modo
questi pensieri e sgaiattolò in biblioteca. Erano mezzanotte
passate, non
avrebbe trovato nessuno. Se lo avessero scoperto lì dentro,
probabilmente lo
avrebbero espulso. Ma cosa gliene poteva importare? Quando hai voglia
di stare
solo, tutto il resto sembra avere poca importanza. Quando stai male
dentro, non
hai testa per sapere cosa accade intorno.
Neville lo incrociò nel
corridoio.
“Ehi, Harry!” il
ragazzo lo guardò un po’ preoccupato.
“Hai
un colorito davvero pallido.”
“Ehi Neville. Scusa, non
è il momento di chiedere. Non te la
prendere, mi dispiace. Non mi va di parlare con nessuno, ho voglia di
stare un
po’ solo.” Harry fece per andarsene.
“Aspetta, dove stai
andando? È tardi. Se ti beccano…”
Neville non fece in tempo a terminare la frase.
“Si, lo so. Non fa niente.
Cercherò di non farmi scoprire.
Ciao Neville. Se chiedono di me, tu non sai niente, non mi hai visto,
va bene?”
l’altro ragazzo asserì con il capo e poi il moro
si allontanò velocemente.
La biblioteca, come il resto della
scuola d’altronde,
sembrava deserta. Harry vi entrò piano, cercando di non fare
rumore. Accese la
sua bacchetta, alla ricerca di una candela, l’unica cosa che
in quel momento
avrebbe potuto fargli compagnia. La trovò, e poco dopo la
fece sedere a terra
accanto a lui.
“Sai..” disse il
ragazzo rivolgendosi alla luce
“…c’è una
sola cosa che vorrei in questo momento, una sola persona, una luce che
mi
illumina come te. Ma so già di non poterla avere, mai
più.”
Hermione, intanto, fece ritorno al
castello. Aveva ancora
gli occhi lucidi. Decise di andare dritta dritta a letto. Non aveva
voglia di
vedere nessuno, di parlare. Entrò in Sala Comune, e Ron le
corse incontro.
“Hermione,
scusa…” il rosso la guardò meglio
“Ehi, ma hai
pianto…”
“Lascia stare, Ron, non
è niente. Mi è solo entrata una cosa
nell’occhio.” Mentì la ragazza.
“Ok…Anche se so
che non è così. Vuoi un consiglio, Hermione?
Lasciati andare. È tornato per te. Ha lasciato perdere
tutto, ha rinunciato a
salvare l’umanità perché ha bisogno di
te. Non fare così…”
“Ron, non puoi
capire…”
“Hai ragione, è
vero, forse non posso capire. Ma una cosa è
sicura, non voglio che tu faccia l’errore più
grande della tua vita. So quanto
sei stata male in quest’ultimo anno, so cosa è
significato per te vivere senza
di lui. So anche quanto lui ha sbagliato, con te e con me. Ma non
condannarlo
per questo. Ha bisogno di te, soprattutto adesso che
sa…” ma Ron si zittì
immediatamente.
“Adesso cosa? Che mi
nasconde Harry, Ron?” la ragazza lo
fissò. Il rosso dovette rispondere.
“Ecco, non voleva che te lo
dicessi…Insomma, Voldemort è
tornato. È sempre nella sua mente. Sa tutto di Harry. La Mc
Granitt dice che lui non vuole chiudere
la sua mente. Lo fa solo quando pensa ad una cosa. Voldemort ha capito
tutte le
nostre strategie, l’Ordine sta impazzendo con lui, non si
capisce più cosa
voglia fare. Ha bisogno di te, ora più che mai. Sembra che
voglia solo morire
nello scontro finale. Non è questo l’atteggiamento
che deve tenere. La
professoressa gli ha detto che se non ritrova fiducia in sé
non ce la farà
mai.” Hermione non gli diede il tempo di finire di parlare.
“Dov’è
adesso?”
“Non lo so. Non
è in camera. Non l’ho visto. Forse tu sei la
sola che può sapere dove si trova.” La ragazza
pensò un attimo e subito uscì
dalla Sala, senza neanche salutare Ron. Mille pensieri nella testa, la
consapevolezza che solo lei lo poteva aiutare, la voglia finalmente di
riaverlo
al suo fianco. Una corsa folle per arrivare il prima possibile
lì, in
biblioteca, vicino alla grande finestra, la loro finestra, un grande
sfondo di
stelle per una notte che non si può dimenticare.
Hermione entrò
silenziosamente nella sala. Non voleva che
Harry la sentisse. Sapeva di trovarlo lì, ne era convinta.
Tante volte lui le
aveva detto che quando aveva voglia di pensare, si stare solo, si
rifugiava lì,
quel posto così speciale per loro. Decise di non accendere
nemmeno la bacchetta;
conosceva a memoria dove si trovava quella finestra. Lo vide da
lontano, lì,
seduto per terra, lo sguardo perso nel vuoto, triste. La luce della
candela
sostituiva quella che ormai mancava nei suoi occhi verdi, nei quali
Hermione
tante volte si era persa. Lo raggiunse e senza che lui dicesse nulla,
non
lasciandoli neanche il tempo di realizzare che lei era lì,
lo baciò. Un bacio
al quale lui rispose subito, lasciandosi trasportare dalle mille
emozioni che
avvolgevano loro due. Un bacio interminabile, lungo tutto
ciò che non si erano
detti in un anno, fatto di voglia di stare insieme di nuovo, di non
lasciarsi
più, di abbandonarsi ai loro sentimenti, di rischiare pur di
stare con l’altro.
Harry aveva sentito tanto la mancanza
di lei, delle sue
labbra che lo avevano sempre confortato, dei loro corpi insieme, delle
mani di
lei che lo stringevano il più forte possibile come per paura
di perderlo.
Hermione non si sentiva
così da tanto, troppo tempo. La
voglia di averlo sempre con lei, di non separarsene mai, di tenerlo tra
le sue
braccia, di prendergli le mani, di accarezzarli i capelli, di sentirsi
protetta. Come aveva fatto a decidere di rinunciare a tutto questo? Non
lo
sapeva neanche lei, o forse non sapeva spiegarselo. Non lo voleva
abbandonare,
gli mancava, sapeva di vivere di lui.
Quando si staccarono,
sembrò che il tempo si fosse fermato.
Tutto intorno a loro aspettava una risposta a quegli sguardi profondi
che
chiedevano scusa, che cercavano amore, che bastavano più di
mille parole.
“Harry,
io…” ma il ragazzo la zittì subito.
“Perché sei
venuta?”il suo tono era dolce, ma quando
realizzò veramente cosa era accaduto tra loro, si
allontanò dalla ragazza.
Hermione notò il gesto e si avvicinò nuovamente a
lui.
“Sei la ragazza di Ron,
abbiamo sbagliato, ho sbagliato.” E
fece per andarsene, ma lei lo bloccò prima che lo facesse.
Un sorriso sulle sue
labbra.
“Non abbiamo sbagliato
proprio nulla, invece. Io non sono la
ragazza di Ron, non potrei mai esserlo. L’ho detto solo per
allontanarti da me.
Lo sai benissimo che non vorrei nessun altro accanto a me se non te. Mi
sei
mancato, mi sono mancate le tue labbra, mi sono mancate tante piccole
cose. Non
mi escludere mai più dalla tua vita, non devi farlo
perché non voglio e non è
giusto. Mai più silenzi tra noi, mai più.
Solo…” Ma la ragazza non potè finire
di parlare.
“…amore. Ti amo,
Herm. Ti amo dalla prima volta che ti ho
visto, da quando ho conosciuto la vera persona che sei, da quando mi
sei sempre
accanto. Ti amo per il tuo essere grande ma bambina, per il tuo essere
forte e
fragile insieme. Ti amo per tutte le volte che mi sei mancata, per
quelle che
ho sognato, per le notti passate a pensarti, per quelle passate ad
amarti, per
i giorni in cui mi sono trovato solo, senza te che riempivi le mie ore.
Ti amo
perché sei tu e so di non meritarmi né le tue
lacrime né te…” la ragazza lo
zittì.
“Adesso parlo io. Mi sei
mancato, Harry. Non avrei mai
immaginato di stare tanto male per un ragazzo, di stare così
male per te.
Quando ti ho conosciuto non avrei mai pensato che un giorno ci saremmo
trovati
qui, a questo punto. Tu che mi hai fatto conoscere l’amore,
tu che con i tuoi
mille problemi riempi le mie giornate, tu che con un solo gesto o una
sola
parola sai farmi sorridere e confortarmi, tu che mi hai sempre protetto
e non
smetti mai di farlo. Ho pensato davvero di poter stare senza di te, ma
non ce
la faccio proprio. Perché lo sai che anche se non avrei
voluto, mi sono
innamorata di te. Ti amo, Harry. Ti amo come il primo giorno io e te.
Ti amo
come il nostro primo bacio. Ti amo come la nostra prima
volta..” Harry sorrise.
Si avvicinò di più a lei.
“Ti ricordi?”
“Come potrei
dimenticare” sorrise anche lei.
“Vieni” le prese
la mano “vediamo se c’è
ancora” e lì, in
basso, su uno scaffale più che vecchio, due lettere incise.
“Harry,
dai. Smettila
altrimenti ci scopriranno.” Hermione intanto rideva. Stava
troppo bene con quel
ragazzo, che per quanto fosse poco rispettoso delle regole, la faceva
sentire
al centro del mondo.
“Ma
no. Non dicono che
io sono colui che deve salvare il mondo? Allora a me è tutto
dovuto.
Soprattutto se il tutto si limita a voler stare con la mia
ragazza.” La prese e
la baciò.
“Si,
peccato che qui
sei un semplice studente e se ti beccano sai che
succede…”Hermione cercava di
sfuggire al ragazzo che non mollava la presa, non smettendo mai di
ridere.
“E
dai, Herm. Per una
volta. Non succede niente. Al massimo ci espellono.” Harry
sorrise e la ragazza
fece una faccia imbronciata. Ma il ragazzo seppe farsi perdonare con un
solo
bacio.
“Lo
sai che scherzo.”
La portò dietro a quell’alto scaffale.
“Vuoi
vedere cosa ho
imparato?” Hermione lo guardò con sguardo
interrogativo. Il ragazzo estrasse la
bacchetta e la fece roteare in aria. Su un piccolo angolo in fondo allo
scaffale comparvero due lettere, due semplici H unite da una &.
“Tu
sei pazzo.”la
ragazza sorrise.”Ma un pazzo che per cui vale la pena farsi
espellere.”
“Hai
visto? Ho
studiato, mi sono applicato. Rimarremo per sempre nella
storia.” Hermione gli
diede un piccolo schiaffo giocoso.
“Si,
come due studenti
che hanno sfregiato una libreria di non so quanti anni.”
“No,
come due studenti
che si amano.”
“Quella scritta
rimarrà per sempre.” Disse Harry guardando
la ragazza.
“Lo so.” Hermione
abbracciò il ragazzo. Un altro bacio per
dare inizio ad una nuova vita insieme.
“Hermione…”
“Non
c’è bisogno di chiedere. Sai già qual
è la risposta.”
Uno sguardo
per capire
cosa volessero davvero, per domandare e avere risposta di stare facendo
la cosa
giusta.
“Se
tu…”
“Basta con i
se…da adesso si fa come dico io. E non mi
importa se mi metti in pericolo, se hai paura per me, se temi di come
possa
stare io domani. Non ci voglio più pensare. Voglio te,
voglio solo stare con
te, come noi due sappiamo fare.”
“Da
domani potrebbe
cambiare tutto.”
“Lo
so, Harry. Ma non
mi importa. Non ho paura di niente quando sono con te. Solo quando sei
vicino a
me sento di stare bene. E non ho paura neanche di questo.”
Harry non se lo fece ripetere due
volte. Si avvicinò ancora
di più a lei, la strinse forte, le tolse pian piano tutto
ciò che la separavano
da lui.
“Non
te la prenderai
con me se non sono bravo no?” Hermione sorrise. Harry fece lo
stesso.
“No,
perché sarai
bravissimo. E poi così potrò dire di essere stata
la prima…”
“…e
l’unica, spero.
Perché vorrei che quest’attimo durasse
un’eternità.”
“Non te la prenderai con me
se non sono brava, no?” disse
Hermione sorridendo. Harry ricordò la loro prima volta.
“No, perché
sarai bravissima.” Un altro bacio prima che la
notte si fermasse a contemplare due giovani amanti sotto le stelle, un
ragazzo
e una ragazza che non potevano vivere senza l’altro e che
finalmente lo avevano
capito. Due corpi nudi che si intrecciavano all’unisono, mani
che non
smettevano di cercarsi, due cuori che si riaccendevano
all’alba di un nuovo
giorno, all’alba di una nuova vita, una vita insieme.
“Non
lasciarmi mai,
Hermione.”
“Non
lo farei neanche
se fossi sotto maledizione imperius.”
“Ti
amo, Herm.”
“Io
ti amo anche di
più, Harry.”
“Non mi abbandonare mai
più, Harry.”
“Ho capito che non posso
farlo.”
“Devi promettermelo, come
devi giurarmi di vincere, per me,
per te, per noi.”
“Te lo prometto. Ma sappi
che lo faccio solo per te, perché
non ho nessun altro motivo al mondo.”
“La tua vita vale
più di tutto.”
“Si, perché la
mia vita sei tu.”un ultimo bacio prima
dell’inizio di ogni cosa, prima di trovare la forza di
vincere per lei, per
vederla felice, per amarla ancora. E come sempre l’amore
è più forte di ogni
cosa, anche di se stessi e del proprio sciocco orgoglio.
“Ti amo, Herm.”
“Io ti amo anche di
più, Harry.”
Che
ne pensate? E' da tanto che non scrivevo...fatemi sapere!!! Ogni
commento è ben accetto! alla prossima!!!
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