Attention please,your dreams can become true.

di Miss Lee Taemin
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Attention please,your dreams can become true.
Surprise!
Ero tranquillamente seduto al posto di lavoro.
-Quale lavoro?-vi chiederete.
Ebbene,sono un giornalista di riviste scandalistiche.In poche parole,un paparazzo.

Ho vent’anni e di certo il mio sogno non è stare seduto davanti ad una scrivania,scrivendo insulsi gossip sulle celebrità.Piuttosto,la mia aspirazione è quella del giornalista.
 
Mentre le mie dita picchiettavano velocemente sulla tastiera,mi soffermai a guardare il mio cellulare accanto alla tazza fumante di caffè;
Fu un attimo.
I messaggi e le foto fatte con quell’oggetto che ora fissavo,fecero riaffiorire i ricordi di una vita che avevo lasciato alle spalle.
Cioè,così credevo.
Notai che avevo ancora,legato al cellulare,un oggetto che penzolava sul bordo  della scrivania.
Appesa.
L’iniziale del mio ex ragazzo mi fece venire una leggera maliconia e mi provocò un brivido che partì dalla colonna vertebrale.
Era lì.Che oscillava per il vento.
Quasi mi sfidava a fissarla.
Mi avvicinai e notai che sul retro avevo scritto,chissà quanti anni fa,qualcosa con il pennarello indelebile.
Presi il ciondolo tra le dita e lo portai vicino ai miei occhi miopi.
(eh si,mi ostino a non portare gli occhiali)
Vidi che c’era scritto “SARANGHAE” .
Sospirai malinconicamente.
Mi mancava davvero tanto la persona che amavo,per questo ero abituato a buttarmi a capofitto nel lavoro.
Non volevo pensarci.
Volevo dimenticarlo.

Guardai l’orologio:segnava le 23:00.
Ultimamente stavo facendo più tardi del solito,ma l’idea di dover tornare in una casa,dove non c’era nessuno ad aspettarmi,non mi attirava mai particolarmente.

Decisi di alzarmi da quella sedia.
Con le gambe quasi immobilizzate,feci fatica a prendere il resto degli oggetti personali.
Gli arti inferiori formicolavano.
Che sensazione fastidiosa.
“La prossima volta mi alzerò più spesso,non mi sento più le gambe” mormorai spazientito,finendo di recuperare il tutto.
 
Passai davanti i distributori automatici per vedere se fosse rimasto qualcuno che faceva il turno serale.
Incontrai solo un ragazzo poco più grande di me.
Feci un inchino,accennando appena un movimento con il capo.
Notai il suo sguardo,e per poco  non gli lanciai la valigetta in testa:mi stava letteralmente facendo una radiografia solo guardandomi.
Dallo specchio potevo benissimo accorgermi che,mentre passavo davanti allo sconosciuto,mi stava guardando il didietro.

Santo cielo,un po’ di contegno,no?!    Insomma,non dico che mi abbia dato fastidio essere ammirato da un’altro ragazzo,ma  c’è un limite a tutto!
Salii sull’automobile e dopo una manciata di minuti mi ritrovai davanti la porta del mio appartamento,
Mi cambiai velocemente e mi “scaraventai” nel letto.
Ero stanco.
Eccome se lo ero.

Sprofondai quasi nel sonno.Ma un trillo mi fece sobbalzare. (il mio cellulare diciamo che non suona così spesso).
Partì una canzone a me familiare.
Si chiamava “The reason” e me la scrisse il mio ragazzo cira un anno fa.
Presi l’oggetto rumoroso e risposi svogliatamente.
-Pronto?-
-Salve signor Lee,la volevo avvisare del fatto che domani mattina,alle sette,dovrà partire per New York!
Deve intervistare un modello. Le diranno i dettagli all’aereoporto alcuni colleghi che devono svolgere altri lavori.-
-Alle sette?-mi uscirono quasi gli occhi fuori dalle orbite.
Non avrei mai fatto in tempo,a meno che non avessi rinunciato ad una dormita.
Ahimè,era l’unica possibilità.
-Si,ci sono problemi?No,perchè in questo modo avrà sicuramente modo di salire di livello a lavoro!-esultò entusiasta.
-Davvero?Beh,allora ci sarò di certo!Non si preoccupi!-
Chiusi la chiamata.Fu davvero una sorpresa ciò che mi stava accadendo!
 
Chissà,che la fortuna stesse girando finalmente verso la mia parte?




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