Memoriale

di Leyton_Nenny
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Ho spesso pensato a come avrei potuto definire Cece.
Perché, come Charlie, era la mia famiglia, ma come Ivy potrei quasi definirla un'amica, una confidente leale, una donna forte eppure capace di leggere nel cuore delle persone, senza che la sua vista fosse annebbiata da pregiudizi o stupide prime impressioni.
Era obbiettiva, sebbene calcolatrice come ogni persona che ha un fondo fiduciario ampio sin dalla nascita.
E io ho assistito alla sua agonia, sebbene al momento della morte fossi assente, costretta ad allontanarmi per volere della famiglia Rhodes.
Ma ho comunque osservato la luce abbandonare i suoi occhi, il suo petto fermarsi non appena i suoi polmoni hanno smesso di incamerare ossigeno.
E' così che muoiono le persone, e non c'è niente di poetico, romantico o altro.
E' solo la tristezza amara dell'abbandono.
E non c'è niente di peggio dell'essere partecipi della lunga agonia, in questo caso causata da un cancro, sapendo di non poter fare altro, di non avere altra scelta se non lasciarla andare via.

La morte è infida: ti porta via le persone che ami e, come un vento invernale, dove passa lascia solo un freddo che ti penetra dentro fino alle ossa.
E l'unica sensazione che ti resta è chiara.
Sgomento.





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