Mirror
Mirror
Mirror,
mirror on the wall, have I got it?
'Cause, mirror, you've always told me
Who I am
I'm finding it's not easy
To be perfect
Il ragazzino
esile dietro lo specchio è fatto di gambe magre, ginocchia
ossute, braccia sottili. È fatto di angoli che stonano con
la morbidezza del vestito, di cose che si allungano ma non dovrebbero e
altre cose che dovrebbero addolcirsi ma non lo fanno.
Shuu sospira,
chiude gli occhi. Nascosta dal velo rossastro delle palpebre, la sua
mano sfiora un fianco spigoloso, risale la stoffa candida fino ad
arrivare a toccare il petto – liscio e piatto, come sempre -,
accarezza la parrucca – così morbida, tra le sue
dita, come se non fosse un’illusione.
Shuu stringe i
pugni, serra gli occhi, si morde un labbro. Sì, un’illusione. Ma
lui lo sa che non è solo
questo – non lo è mai stato, non per
lui.
Inspira ed
espira, e il battito del suo stesso cuore gli riempie le orecchie,
mentre si prepara ad affrontare di nuovo il suo riflesso. È
solo uno specchio, in fondo, solo un’immagine – e
le immagini non rappresentano sempre la realtà.
Raddrizza la
schiena, alza la testa. È
solo uno
specchio, questa volta lo pensa davvero, con
più convinzione. Lentamente, riapre gli occhi.
La ragazza
nello specchio non è perfetta, non è nemmeno
bella come un tempo. Quel grazioso vestito bianco non ricade sul suo
corpo esattamente come dovrebbe, il suo viso pur non essendo molto
mascolino non è esattamente femminile quanto dovrebbe essere.
Eppure,
sorride come se tutto questo non importasse, quando la mano di Shuu le
sfiora la guancia attraverso la superficie fredda del vetro.
Mirror,
I am seeing a new reflection
I'm looking into the eyes of he who made me
And to him I am beauty beyond compare
Mirror
Barlow Girl
|