moonlight
Moonlight
La luna è
piena questa sera. E' una luna che diffonde la sua luce su ogni cosa
intorno a me. E' una luna che odio, ma che è parte di me.
Corro.
Corro e sento il vento tra i capelli, le foglie sotto i piedi, l'odore della terra e della resina degli alberi.
I miei sensi si
risvegliano, quando sono nel bosco. Gli alberi fitti fanno entrare poca
luce , ma io, al buio, ci vedo benissimo. Vedo i dettagli che gli occhi
degli altri non riescono a vedere. Come non riescono a percepire il
diverso, il chi non è come loro.
E io, non sono affatto come loro. Mi danno la caccia. Sento le loro voci, ma sono più veloce.
Supero con
agilità i tronchi morti caduti a terra e ricoperti di muschio,
supero le pozzanghere e i rivoli d'acqua. Domino gli istinti che sono
propri degli animali, non voglio essere come mia madre, che diceva di
lasciare che l'animale si liberi totalmente. Voglio dominarlo, non
essere dominata. Voglio la libertà. Voglio poter scegliere chi
essere e come esserlo.
Le voci si sono spente nell'immensità della foresta.
Rallento la mia
corsa, tendo le orecchie e finalmente posso rilassarmi. Mi avvicino ad
una pozza e mi specchio. Due occhi come fari nella notte, il pelo
lucido bagnato dall'acqua e della luce della luna, i denti bianchi e
appuntiti. Sono io. Sono il lupo.
Riprendo il mio cammino, anche se non so dove sto andando ma non ho paura, il bosco è casa mia.
Anche stanotte, come tutte le altre volte, dovrò cercarmi un riparo dove andare a dormire.
Il mio naso
fiuta qualcosa. Seguo la traccia , che mi porta in una radura . Sono
scoperta, ma quell'odore metallico mi trascina. Supero la tomba di mia
madre, c'è ancora il paletto con la luna disegnata sopra ma non
posso fermarmi, è pericoloso.
Continuo ad
avanzare e vedo una sagoma seduta sotto un albero di pino. Mi avvicino
nell'ombra. E’ una sagoma piccola, forse un bambino. Mi avvicino
ancora e a quel punto sento indistintamente l'odoro del sangue.
Il lupo che
c'è in me vuole attaccare. Ma io sono più forte. Mi
avvicino ancora, il bambino è impaurito e si mette a piangere,
urla.
Mi siedo per
fargli capire che non voglio fargli del male. Lui sembra capire e mi
tende una mano , tremando. Gliela lecco e mi faccio accarezzare la
testa. Non sono un cane domestico, mia madre non avrebbe approvato ma
io non sono lei.
Faccio compagnia al bimbo, cerco di scaldarlo con il mio calore.
All'improvviso le sento di nuovo le voci e poi vedo dei fuochi. Voci umane che urlano e hanno delle torce.
Non so cosa
fare: lascio qui il bambino da solo, o scappo? Possono essere persone
del suo villaggio che lo vengono a cercare oppure persone che hanno
altri scopi e di sicuro non benevoli.
Mi metto nella
posizione di attacco e aspetto. Pochi minuti dopo eccoli li.
Accerchiati con le loro torce , con le loro spade, con la paura negli
occhi.
-Il grande Lupo!- urla qualcuno -Guardate ha ferito il bambino! Uccidiamolo!- Grida qualcun'altro.
Già bella specie quella umana. Preferiscono uccidere piuttosto che cercare di capire. Perchè il diverso fa paura.
Il bambino si
è alzato ma è caduto subito. La ferita è profonda
e non riesce a stare in piedi. Gli uomini avanzano tenendo le torce in
avanti. Come se servisse quello per abbattermi o farmi scappare.
Arretro verso il
ragazzino. Si fermano tutti, trattenendo il respiro. Pensano che lo
voglia uccidere. Invece lo annuso , lo lecco, lo spingo con la zampa e
cerco di fargli forza. Gli uomini intanto , capendo che non voglio
fargli del male, abbassano le torce, qualcuno si fa avanti.
Continuano a non fidarsi -Piccolo, tutto a posto? tua madre ti cerca. E' preoccupata!-
-Sto bene!-
disse il piccolo -Il lupo mi ha aiutato non fategli del male!-
l'uomo mi fissò e ricambiai lo sguardo. Era diverso adesso, non
sentivo più la sua paura. -Forza andiamo a casa- l'uomo lo prese
in braccio e si avviarono , insieme agli altri, nel buio della foresta.
Devo tornare
anche io a casa, altrimenti la nonna si preoccuperà. Corro tra
gli alberi, aspirando profondamente l'aria fredda della notte, gli
ultimi istanti di libertà. Arrivo davanti alla vecchia casa, le
luci sono accese. Un ululato riecheggia ai margini del bosco.
-Ti aspettavo
nipote... forza entra!- La nonna si affaccia alla porta con il
suo scialle addosso, l'immancabile balestra e il mio mantello rosso.
Entro e porto un pò di terriccio in casa, mi stendo accanto al
fuoco. La nonna mi copre con il mantello. Il legno del pavimento
è caldo accanto al fuoco, mi alzo e sorrido alla nonna.
-Allora , com'è andata stanotte?-
-Bene nonna, sono stanchissima!-
-Ho sentito che è scomparso un bambino ne sai qualcosa?-
La guardai e le sorrisi –Si è un bambino fortunato!- Anche lei mi sorrise -Vado a letto nonna. Sogni d'oro!-
-Sogni d'oro anche a te... figlia della luna!-
******
Seguite la mia pagina su FB :http://www.facebook.com/MartyGleekMarys2503
|