L'ombra del filo spinato

di GwenCassandra
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L’ombra del filo spinato
Prologo

Dachau, 12 dicembre del 1941

Quando si arriva a Dachau, non importa quale simbolo si abbia sul petto – ad ogni deportato tocca lo stesso giro turistico gratuito fatto di venticinque bastonate.1 Non c’è un perchè, come per ogni altra azione dentro e fuori il campo: con un po’ di sforzo, direi che si potrebbe definire come un’overture con lo scopo di far intuire l’intero andamento della sinfonia, nella quale le SS si divertono come vogliono con i loro logori strumenti musicali.
Ad ogni carico di merce umana, il piacere della prima bastonata spetta sempre all’ufficiale Malfois2: per ricordare agli orchestrali chi è che dirige.
Ma non questo giorno: non ci saranno bastonate nè urla, ordini o rumore di scarpe sulla neve. Ogni strumento oggi deve tacere, il direttore d’orchestra ha chiuso il leggìo: il sangue del suo sangue è morto - anche il legno delle baracche e le rotaie del treno devono prendere parte a questo silenzio.
Un ultimo, insolito requiem.



 

***
Note:
1Il regolamento di Dachau imponeva davvero questo tipo di punizione priva di senso,  ad ogni nuovo arrivato.
2Ho dovuto cambiare il cognome “Malfoy” in “Malfois” per una questione di adeguatezza storica: in questo modo posso far risalire l’origine della famiglia alla Francia. Infatti, in questo caso, il cognome va pronunciato in francese /Malfwa/.
In realtà, nel 1941, l’ufficiale era Alex Piorkowski e giuro, avrei voluto rimanere più fedele possibile, ma mi serve che sia Lucius ai fini della storia.
 





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