11
Loki:
The Bright World
Ciak
11. "Voi umani siete
così..."
Loki
aveva detto che avrebbe praticato il rito il giorno seguente. Tutto
ciò di cui aveva bisogno era uno specchio, una vasca di
ceramica
con dell'acqua ed un pugnale. Ovviamente non avrebbero mai avuto
modo di procurarsene uno, perché quelli che avevano sul set
erano per l'appunto scenici.
«Una
lama qualsiasi
andrà bene. L'importante è che sia
affilata.»
Tom e Chris si erano scambiato uno sguardo.
«Ok,
fregheremo un
coltello dal ristorante» aveva proposto Chris facendo
sorridere
l'inglese. Era un'idea quanto mai discutibile, non tanto
perché politicamente scorretta, ma soprattutto
perché
è risaputo che i coltelli dei ristoranti sono le uniche cose
a
non tagliare neanche il burro!
«Delle
forbici
andranno meglio» intervenne ricevendo un'occhiata dubbiosa
da parte del collega «Andiamo, saremmo capaci di trovare un
paio
di forbici in tutta Oslo?! Al massimo le chiederemo alla troupe...
a Kimberly, ad esempio.»
«A
proposito, Tom,» Chris aveva uno strano ghigno divertito sul
viso «Ti
vuole!» E quelle parole sapeva cosa significavano: 45 minuti
di
inferno con la puzza nel naso e il pizzicore sulla testa.
Annuì
trattenendosi dal sospirare, o avrebbe rischiato di assomigliare ad uno
scolaro che non ha voglia di andare a scuola. Ma l'amico parve
cogliere comunque quel blando malessere «Coraggio! Sai come
si
dice: via il dente, via il dolore!» Ed ovviamente avrebbe
anche
dovuto radersi.
Quei
due giorni erano
stati più intensi di quanto potesse prevedere. Erano
successe
tante di quelle cose che Tom si era quasi dimenticato che si trovava in
Norvegia per lavorare. Non aveva neanche ancora incontrato il cast
né Alan. Si stava comportando in modo davvero poco
professionale
e non era né giusto né accettabile da un attore
come lui.
«Allora
io vado a
cercare qualcuno della troupe. Devo anche parlare con Alan.»
Vide
Chris cambiare espressione. Ovviamente sarebbe dovuto restare con Loki,
non potendo portarselo dietro né tanto meno sarebbe stato
carino
lasciarlo da solo. Sapeva che l'amico era a disagio con il dio,
ma confidava che magari una volta soli, avrebbero avuto modo di trovare
un punto d'incontro. Al massimo si sarebbero presi ad insulti
finché non fosse rientrato. «Cerco di fare il
prima
possibile.» E si avviò vero la porta. Loki se ne
stava
poggiato spalle alla vetrata e lo fissava quasi con lo stesso piglio di
Chris, che invece era seduto sul letto e si stava martoriando un angolo
della bocca. Faceva
sempre così quando era nervoso.
Tom si ritrovò a sorridere «Cercate solo di non
litigare,» sospirò ironico «Non troppo,
almeno.» Ma non ricette risposta. Solo il biondo si
limitò
ad alzare una mano per poi lasciarsi andare spalle al letto. Il dio lo
guardava semplicemente senza dire nulla. Tom sorrise un'ultima
volta e prese la porta. Avrebbe dovuto parlare con il regista e
spiegare perché non si era ancora fatto vivo. Avrebbe dovuto
inventarsi qualcosa. Avrebbe dovuto mentire. Non era per niente bravo
in quello, ma sperò che la vicinanza con Loki l'avesse
quanto meno temprato un po'.
- - -
Nella
stanza era calato
il più pesante dei silenzi. Si poteva udire perfino il
ronzare
di una mosca che stava svolazzando sulla carta vuota, che poche ore
prima conteneva un hamburger. Chris fissava il soffitto apparentemente
apatico, lanciando di tanto in tanto uno sguardo verso Loki. Il dio era
rimasto immobile da quando Tom era uscito, fissando la porta come se
aspettasse di vederlo rientrare da un momento all'altro, e la
cosa irritò ed intenerì allo stesso tempo
l'australiano. In fondo quello che avrebbe avuto il diritto di
sentirsi a disagio, era proprio Loki. Era solo su un mondo che non
conosceva, su di un universo che non gli apparteneva. Ma forse se ci
pensava
bene, era sempre stato solo. Anche ad Asgard.
«Ehi!»
lo
chiamò e i suoi occhi familiari lo fissarono
«Vieni
qui.» Ed era certo che quel testone di un dio avrebbe
completamente travisato le sue parole.
«Ti
ringrazio per l'invito, ma non sono solito giacere in compagnia di
altri uomini... A differenza vostra.» Ah, santa pazienza!
Si obbligò a non ribattere. Doveva farlo per Tom. Se si
fosse
accapigliato con Loki, di certo l'inglese avrebbe preso le sue
parti. Non ci teneva per niente a trovarselo contro. Era dolce e
gentile quasi sempre, ma quando si incazzava, Tom Hiddleston faceva
paura come pochi!
«Andiamo,
non dire
stupidaggini! Voglio solo parlare» spiegò cercando
di
essere quanto più calmo possibile. Non parve funzionare.
Loki se
ne stava lì a propinargli un ghigno diffidente senza
scollarsi
dal muro. Decise allora di usare la sua vecchia tattica: «Se
preferisci posso trascinarti qui con la forza». Scelta
azzeccata.
Dopo qualche attimo di pausa, il dio si mosse e si avvicinò
a
letto senza però sedersi. Rimase immobile a guardarlo con le
braccia incrociate sul petto. Ok, era disposto a parlare, forse il
problema era il letto. Magari lo metteva a disagio. Anzi, era normale
che lo mettesse a disagio, la cosa strana era che non metteva a disagio
Chris. Forse perché quando lo guardava non poteva non
rivedere
un po' di Tom in quegli occhi. Ma ovviamente il dio aveva poco o
niente -a parte l'estetica- da spartire con l'inglese. Si
sollevò quindi mettendosi a sedere, pronto ad alzarsi, ma a
differenza di quanto previsto, se lo ritrovò seduto accanto.
«Parla
pure»
sospirò il moro con un sorriso sghembo. Chris si
schiarì la voce,
ma di fatto non sapeva cosa dire. Cioè, voleva parlare,
questo
sì, ma non in modo così
“forzato”. Voleva
solo chiacchierare apertamente, ma con Loki sembrava impossibile. Il
dio non pareva conoscere il significato della parola spontaneità.
Fece un lungo sospiro chiudendo per un attimo gli occhi.
«Ascolta,
io...» Lo guardò nuovamente sperando che in
qualche maniera gli
venisse in contro, ma lui continuava a fissarlo senza cambiare
espressione, quasi gli stesse facendo un favore. A quel
puntò sbottò senza pensarci troppo:
«Potresti smetterla di
essere così ingessato?» Ecco, l'aveva detto. Loki
ridacchiò appena scuotendo la testa.
«Ingessato?
Non capisco.»
«Lo
stai facendo
ancora» sospirò esausto e Loki abbassò
per qualche attimo
gli occhi prima di tornare a guardarlo con il suo solito ghigno
inquietante.
«Facendo
cosa,
Hemsworth?» Giocava. Come sempre, voleva solo giocare e
dimostrare di essere l'unico a poter vincere su quel campo. Ed
era così. Chris non poteva competere con il suo ferreo
autocontrollo, non poteva certo essere in grado di ponderare ogni
parola, ogni gesto nella stessa maniera del dio. Non era
così
calcolatore. Non lo sarebbe mai stato.
«Senti,
lo so cosa
pensi,» decise quindi di parlare il più
chiaramente
possibile «Ma ti sbagli.» Basta giochi, basta
battute.
Basta fingere. «Qui nessuno vuole farti del male. Siamo tutti
dalla stessa parte,» sembrava lo stesse ascoltando sul serio
e
Chris sorrise appena «Smettila di stare sulla difensiva, ok?
Rilassati. Sei fra amici.» E gli poggiò appena una
mano
sulla spalla. Ma quel gesto spezzò la lieve apertura del
dio,
che sfuggì dal suo tocco alzandosi di scatto.
«Noi
non siamo amici» asserì «Io non ho
amici.»
«La
cosa non mi
sorprende, visto il caratteraccio che ti ritrovi»
sospirò alzandosi a sua volta e fronteggiandolo con
lo sguardo più
comprensivo di cui era capace. «Ma questo non vuol dire che
tu non
ne possa avere. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno accanto. Di un amico,
di un compagno, di un fratello...»
vide Loki inghiottire appena «Nessuno è nato per
essere solo. Neanche un dio con un pessimo carattere come il
tuo.» Era pronto a qualche battuta velenosa, a qualche
beffarda
replica cinica, ma Loki rimase silente e con le labbra serrata in una
linea vuota. Non sorrideva più con sprezzo. Non ghignava,
non
fingeva più alcuna maschera.
«Voi
umani siete così...»
«Patetici?»
gli suggerì ma lui scosse la testa.
«Sentimentali.»
E stavolta il suo sorriso sembrava sincero. Sembrava quasi quello di
Tom, e di conseguenza quello di Chris fu ampio e luminoso.
«Ti
odio, Hemsworth.» Ridacchiò a quel tono quasi
infantile,
provando a poggiargli ancora una volta una mano sulla spalla.
«La
cosa è reciproca.» Ma stavolta Loki non
fuggì.
- - -
Non
sapeva neanche come,
ma si era lasciato convincere. Cosa gli fosse passato nella mente
quando si era steso su quelle lenzuola, Loki ancora non lo sapeva.
Così come non sapeva perché si trovasse
completamente a
suo agio nello stare seduto sul letto accanto a Chris mentre questi
continuava a parlare di cose che francamente al dio, non avrebbero
dovuto interessare. Della sua vita, del suo lavoro, della sua famiglia.
Quegli occhi azzurri che tanto gli avevano ricordato quelli di Thor,
pian piano sembravano appartenere a qualcun altro. Perché
Loki
se ne stava rendendo conto: si era sbagliato. Chris e Thor erano molto
diversi. Il dio del tuono era sempre stato avventato ed arrogante.
Chris sembrava possedere una certa timidezza ed una buona dose di
autocontrollo, che onestamente non avrebbe sospettato.
L'ingenuità sconcertante dell'asgardiano era opposta
alla sottile malizia ed al beffardo sarcasmo che Hemsworth aveva
più volte sfoggiato. Thor splendeva nella sua grandezza
regale,
Chris brillava di una luce diversa, una luce che non pareva metterlo in
ombra, bensì sembrava essere capace di avvolgere anche lui.
Uguali, perfettamente uguali, eppure indubbiamente diversi.
Così
come lo erano lui e Tom. In qualche maniera parevano completarsi.
La
disarmante gentilezza
di Tom, sapeva riequilibrare la sua ambiguità cinica.
L'umiltà di Chris speculava la superbia di Thor.
Quel
rito era davvero
portentoso, solo adesso iniziava a comprenderlo a pieno. La cerimonia
ancestrale che poteva mettere in comunicazione due universi, ma che non
erano semplicemente diversi, erano due universi paralleli. Due universi
che si specchiavano fra di loro.
«A
cosa pensi?» Si voltò a guardarlo. Il sorriso di
Chris era tremendamente contagioso.
«Pensavo che sei decisamente logorroico,
Hemsworth»
sospirò chiudendo gli occhi e lasciandosi cadere spalle al
letto.
«Bugiardo!»
Sorrise divertito.
«Grazie!»
E Chris rise a sua volta.
«Guarda che non
era
un complimento!» precisò. Stava per ribattere
quando si sentì
colpire in pieno volto. Si alzò di scatto trovandosi sulle
gambe
un cuscino. Infantile!
Umano saccente ed infantile!
«Non
avresti
dovuto» lo minacciò con poca convinzione
stringendo fra
le dita la stoffa della federa. Chris si alzò dal letto, ed
afferrato anche l'altro guanciale, lo colpì nuovamente
ridacchiando ancora una volta. «Non essere
ridicolo, Hemsworth! Non mi abbasserò a fare questi
gioch-» Ed un nuovo cuscino, stavolta quello del divano,
colpì il viso di Loki. Il dio respirò a fondo.
Avrebbe
dovuto essere irritato, sconcertato, allibito. Avrebbe dovuto sentirsi
oltraggiato ed indispettito da quell'immaturo gesto. Ma
l'unica cosa che riusciva a fare, era sforzassi di non ridere.
Era avvolto da uno strano tempore che pareva dimenticato. Di cui
faticava quasi a ricordare il nome.
«Avanti,
Loki. Non
essere così ingessato!» Era la prima volta che
Chris lo
aveva chiamato per nome da quando aveva saputo chi fosse in
realtà. Lo guardò ed il suo sorriso gli si
impresse negli
occhi aumentando quel tepore immemore, che da secoli non aveva
più avvertito «Cos'è, non avrai per
caso
paura di-» stavolta fu il biondo ad essere obbligato al
silenzio
quando Loki gli scagliò con precisione il cuscino in pieno
viso.
«Che
questo ti serva da monito, Chris.»
E mentre si rimetteva a sedere ignorando gli ulteriori incoraggiamenti
dell'altro affinché si decidesse a scendere in campo in
un'infantile guerra di cuscini -cosa che ovviamente non avrebbe fatto,
essendosi limitato a quell'isolato gesto-, Loki ricordò il
nome di quella calda sensazione. Era un parola piccola, breve, ma che
pareva possedere la forza di un intero cosmo. Che tanto gli era stata
lontana dalla pelle, che ora gli pareva quasi impossibile potesse
riprovare: pace.
- - -
Tom
salì
lentamente le scale dell'hotel passandosi appena le dita sul viso
liscio. Svoltò poi l'angolo per giungere nel corridoio
della sua camera. Se ancora non era stata chiamata la vigilanza,
probabilmente Chris e Loki non si erano aggrediti reciprocamente.
Magari il suo piano per farli avvicinare,
aveva avuto successo. Fece un lungo respiro ed infilò le
chiavi
nella serratura. Sapeva quale sarebbe stata la loro reazione alla sua
vista, soprattutto quella di Chris, ma non aveva avuto scelta.
Una
volta raggiunto Alan
al ristorante, e chiarito il perché e il per come della sua
momentanea irreperibilità –che non aveva neanche
necessitato di troppe bugie-, Tom aveva dovuto fare i conti con
Kimberly, che lo aveva letteralmente trascinato con lei per metterlo
“in ordine”. Un po' di tinta, due extensions, via
la
barba et
voilà: ecco a
voi il dio Loki. Peccato solo che in quel folle contesto, fosse solo
motivo di ulteriore confusione. Spinse la maniglia ed aprì
la
porta.
«Ehilà,
c'è nessuno?» scherzò quando non vide
anima
viva. Pensò fossero usciti, ma la tenda che si muoveva, gli
fece
intuire che la portafinestra del terrazzo era aperta. Infatti poco dopo
aver chiuso la porta, Chris sbucò dal balcone.
«Ehi,
Tom
sei...» fece un breve sospiro «...
Tornato.»
Già, lo sapeva che avrebbe fatto quella faccia. Fece una
leggera
smorfia di dispiacere imbronciando le labbra per fargli capire che non
aveva avuto scelta ed il biondo scosse la testa arrendevole poggiandosi
le mani sui fianchi «Non poteva capitare in un momento
migliore.» Alle spalle dell'australiano spuntò
anche
Loki.
«Capitare
cosa?» Ma non gli servì risposta quando
incrociò i suoi
occhi. Sembrava sorpreso. Benché mascherasse bene le sue
emozioni -no che si aspettasse di meno dal dio degli inganni- era
facile intuire che la vista di Tom con il suo nuovo look, che li
rendeva praticamente due gocce d'acqua, avesse quanto meno
sbigottito Loki. Certo, l'aveva visto nei film, ma ovviamente dal
vivo faceva un altro effetto. Lui poteva capirlo benissimo.
«Sorprendete,
vero?» ridacchiò indicandosi i folti capelli neri.
Loki lo
guardò ancora qualche attimo, poi sorpassò Chris
e gli si
avvicinò. Una volta di fronte allungò appena una
mano per sfiorare le ciocche nere. Poi fece scivolare l'indice
sulla sua mascella glabra, provocando anche un certo brivido nel suo
corpo.
Era sorpreso da quella confidenza e di istinto si trovò a
guardare oltre le spalle del dio il volto di Chris.
«Sì,
davvero
sorprendente» sospirò Loki facendo riportare gli
occhi
di Tom sul suo viso. Poi fece un passo indietro per guardare meglio
quel cambiamento e lui si sentì quasi in imbarazzo ad essere
osservato con tanto interesse dal dio. Sì, era un attore
pronto
a mettersi a nudo sotto qualunque macchina da presa -anche nel senso
letterale della parola- ma lo sguardo regale di Loki sapeva mettere
decisamente in soggezione.
«Beh,
Tom, tempismo perfetto» alitò ironico Chris
raggiungendoli.
«Guarda che sei stato tu a dirmi di Kimberly»
puntualizzò con un sorriso mentre Loki ghignò
palesemente
divertito.
«Ora come farai a distinguerci, Hemsworth? Già
prima non
è che te la sia cavata molto bene...»
Chris sorrise a
sua volta.
«Se ti facessi un occhio nero, risolverei il problema. Non
credi?»
«Nessuno ti vieta di tentare.»
«Nessuno mi vieta di riuscirci.»
«Lo credi davvero?».
«Lo credo davvero.» Loki sorrise. Chris sorrise.
Gli occhi dell'inglese balzarono da un viso all'altro. Non
poteva negarlo, quello scambio di frecciatine aveva un suono diverso.
Sembrava quasi che fossero... amici?
Tom, non ne era sicuro. Era una parola grossa, troppo grossa. Ma forse
neanche troppo lontana dalla realtà. Si ritrovò a
sorridere imbarazzato.
«Perdonatemi se vi interrompo, ma prima che me ne
dimentichi,» si infilò una mano nella tasca
posteriore dei
pantaloni «Ti ho portato questo.» E tirò
fuori un
taglierino che allungò verso Loki. Il dio lo prese e lo
osservò con cura.
«Andrà
benissimo» sospirò. Ancora non gli avevano chiesto
a che
servisse, a dire il vero non gli avevano chiesto praticamente nulla
riguardo a quel rito.
«Ogni
rito ha
bisogno di una chiave di attivazione» iniziò il
dio quasi
captando i suoi pensieri «Il tuo ritratto ha-»
«Foto»
lo
corresse Chris beccandosi un'occhiataccia da parte del dio
«È una foto non un ritratto.» Anche Tom
lo
fulminò per quell'inopportuna puntualizzazione
«Ok,
ho afferrato: sto zitto» si auto ammonì infine
alzando le
mani. Così
Loki continuò,
«La
tua foto,
ha attivato il rito. Non sono certo del come, ma credo sia dovuto ad
una semplice quanto vana coincidenza.» Tom sbatté
le
palpebre un paio di volte.
«Coincidenza?»
«Esatto.
Quando la
giovane donna ha celebrato quella sottospecie di incantesimo, si devono
essere attivate involontariamente delle formule. In fondo gli elementi
necessari per il rito erano simili. La tua immagine nella foto
è
stata però la chiave di attivazione.»
«E
quindi come si riattiva?» chiese l'australiano e Loki sorrise
fiero.
«Semplicemente
tramite il nostro sangue.» Tom aveva immaginato fosse
qualcosa di
simile, anche se doveva ammettere che era una cosa che lo agitava un
po'.
«Non basta un'altra foto?» E Chris doveva
essere dello stesso avviso.
«No. La foto ha attivato il rito in maniera casuale. Diciamo
che
poteva arrivare chiunque. Anche un altro riflesso di un altro universo
parallelo.»
«Che vuoi dire?» Loki sorrise ancora alla domanda
dell'australiano.
«Se ci ragionate un po' non è difficile da capire.
Basta prendere in considerazione un semplice assioma geometrico: per un
punto passano infinite rette, mentre per due punti distinti, passa una
ed una sola retta. È chiaro così?»
Quel chiarimento gli fece venire un brivido lungo la spina dorsale. Non
ci aveva ancora pensato, ma non esisteva un solo universo.
Anche
la scienza lo teorizzava. Esistevano miriadi di universi paralleli e
quindi le possibilità erano a dir poco infinite. Avrebbe
potuto
incontrare perfino un altro dei suoi personaggi... Ancora
un'altra parte di sé. La cosa non poteva negare, fosse
decisamente inquietante.
«Quindi per essere sicuri di riaprire il portale giusto,
dobbiamo
combinare il nostro sangue» sospirò sommessamente
come un
ragionamento a voce alta.
«Il tuo sangue sarà il perno di questo universo,
che
legato al mio, aprirà una strada univoca»
asserì
infine il dio.
Chris era silenzioso e Tom lo vide guardare verso di lui. Sembrava
preoccupato e non poteva negare che condividesse quel suo pensiero.
Solo una cosa non gli era chiara.
«E perché domani?» Non che avesse fretta
di salutare
il dio, anzi, solo che non capiva il perché di quella
scelta, e
Loki doveva essere proprio di buon umore perché decise di
rispondere anche a quella domanda con insospettata calma.
«Su questo pianeta non ho poteri, per cui necessito di una
fonte
di energia forte che sorregga il rito. In questo caso sarà
la
stella più vicina alla Terra.» Fece una breve
pausa
«Quando il sole sarà alto nel cielo ed i suoi
raggi
arriveranno a colpire l'interno del tempio, solo in quel momento
avrò abbastanza forza energetica per aprire il
portale.»
«E se non dovessi riuscirci?» Aveva temuto di porre
quel
quesito, preoccupato che Loki potesse travisare la sua intenzione. Ma i
suoi occhi lo sollevarono da ogni dubbio, così come il dolce
sorriso che gli rivolse.
«Non esiste margine d'errore. Fidati.» Gli
annuì grato per quella sicurezza. Non aveva nulla da temere.
Poteva fidarsi davvero di lui, quegli occhi adesso brillavano di una
luce diversa.
«Dì un po', servirà molto
sangue?» La
domanda che porse Chris però lo agitò appena. Non
aveva
considerato ancora quella parte del rito. Non che avesse paura di un
po' di sangue, però era meglio sapere a cosa sarebbe
andato in contro. Loki ghignò in maniera preoccupante,
però poi scosse la testa.
«Basteranno poche gocce.» E sebbene l'avesse
sospirata come una noiosa delucidazione, alle orecchie di Tom
risuonò più come un'affettuosa rassicurazione.
Quel
pomeriggio, dato che
non si potevano far vedere in giro a causa della loro eccessiva
somiglianza, Tom e Loki rimasero in camera. Chris invece era andato a
parlare con Natalie per avere il famigerato autografo per Hubert, ma si
erano fatte le 17 circa ed ancora non era tornato. Non che i due
mori ci avessero fatto poi molto caso, assorti com'erano a
chiacchierare affacciati al balcone del più e del meno. A
dire
il vero era Tom a chiacchierare, mentre Loki lo ascoltava senza
interromperlo. Quasi fosse cullato dalla serenità delle sue
parole. Ogni tanto diceva la sua e Tom sorrideva oppure lo guardava
rapito.
Parlarono
di tutto e di
niente. Della vita e della morte. Parlarono ancora d'amore e del
suo essere assolutamente sopravalutato, a detta del dio. Parlarono di
cosa vuol dire essere soli. Di cosa vuol dire odiare.
«Perché
lo
odi tanto?» gli aveva chiesto con un sospiro. Loki
appoggiato alla balaustra non aveva spostato lo sguardo
dall'orizzonte. Si era lasciato accarezzare i capelli dal lieve
vento, aveva lasciato che i bagliori del sole, ormai prossimo al
tramonto, gli scaldassero il viso.
«È
l'unico sentimento che riesco a provare» aveva risposto
«È l'unico sentimento che posso
concedermi.» Tom aveva guardato il suo profilo e poi
aveva
diretto gli occhi nella stessa direzione del dio.
«Cedere
ai sentimenti non è sempre un male.» Sapeva
però che l'altro non era dello stesso avviso.
«I
sentimenti rendono deboli. Il distacco è la chiave per il
controllo.»
«Ma
non si
può controllare tutto, Loki. Non puoi controllare il tuo
cuore.» Il dio lo aveva guardato ancora, con un'espressione
che Tom definì compassionevole. Quasi la stessa di quella
mattina.
«Ti
stupiresti di
sapere che invece si può. In fondo è
ciò che fai
anche tu.» Quella frase lo colpì in pieno. Sapeva
a cosa si
riferisse, ma non credeva fosse così evidente. Avrebbe
potuto
tentare di dirgli che non sapeva di cosa stesse parlando,
ma Loki
avrebbe capito subito che stava mentendo. Un bugiardo riconosce
sempre una bugia. Si limitò ad abbassare lo sguardo con un
sorriso triste. «Ma non temere, non sei l'unico. Anche lui
tenta di placare il suo... cuore»
enfatizzò quella parola con un sorriso e Tom non
riuscì
ad afferrare cosa volesse dire. Forse aveva paura di farlo,
perché fosse stato così, avrebbe dovuto ammettere
ciò che provava. Ciò che aveva sempre provato.
«Io
non...» mugugnò insicuro e sentì Loki
ridere scuotendo la testa.
«Umani...
Vi piace
tanto parlare d'amore, ma poi non siete in grado di
riconoscerlo.» Era strano come parlare con lui fosse
piacevole.
Com'era diverso il dio in quel momento. Nei suoi occhi che
riflettevano i propri, Tom riusciva a leggere una profonda
serenità.
Nuova, acerba. Quasi stesse pian piano sciogliendo la sua anima. Forse
si sbagliava, forse era sono deviato per via di quelle parole, ma
sperava tanto fosse così.
Quando
Chris tornò, era ormai sera. Fra le braccia portava due
cartoni fumanti di pizza. “Ci ho fatto mettete un
po' di tutto”
aveva sospirato poggiandole sul tavolo. Tom sapeva era
un'attenzione per Loki e cercò di superare il piccolo
brivido di gelosia che lo attraversò.
«Ultima
notte sulla
terra. Devi festeggiare!» Aveva ridacchiato alzando in alto
la lattina di birra. Chris aveva alzato il suo
bicchiere di cola -obbligato a stare lontano dall'alcol da
entrambi- e Loki aveva solo fatto un piccolo cenno del capo.
«Festeggiamo
la
partenza di un forestiero» aveva sospirato tristemente
fingendo
un sorriso. Chris aveva cozzato il suo bicchiere contro quello del dio
sorridendo dolcemente.
«No.
Festeggiamo
l'incontro con un amico.» Tom vide brillare qualcosa nel
fondo cristallino degli occhi di Loki. Non volle dargli un nome.
Non era più tempo di teorizzare ed analizzare. Erano solo
tre
uomini simili e diversi. Tre uomini che avevano faticato a capirsi e
comprendersi, ma che alla fine ci erano riusciti. Erano semplicemente
tre amici che brindavano insieme. Chiacchierando come tali e provando
tristezza nel cuore all'idea che presto, si sarebbero separati.
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Note
saltabili dell'autrice indegna
di tale nome
Questo
capitolo è un po' più lungo degli altri e mi
scuso
se è stato “faticoso” da leggere. Ma era
il
penultimo e si dovevano chiarire un sacco di cose. Il resto delle
vostre domande, fra cui il gettonato “chi cavolo ha eseguito
il
rito?”, troverà risposta nell'ultimo
aggiornamento.
Che altro aggiungere. Mi preparo a mettere la parola fine a questa
avventura che mi ha regalato molto. È stato piacevole e
appagante scrivere questa storia. Mi ha dato tanto a livello personale,
perché ho ritrovato tutto l'amore di un tempo nel far
nascere e portare avanti una long. Non credevo quando ho iniziato di
poterla terminare. Ma ce l'ho fatta ^^
Sono solita fare i ringraziamenti generali nel penultimo e non nel
finale, in cui non ci saranno note (e lo so che per questo state
già festeggiando u_u').
Lascerò spazio ai personaggi ed alle loro ultime avventure,
sperando che come è stato piacevole per me scrivere, lo sia
stato in parte anche per voi leggere.
Perdonate se ho virato Loki su un leggero OOC, ma ci tenevo a regalare
alla storia un finale sereno, ed anche se sono (ahimè)
convinta
che nella sua realtà Loki non riuscirà mai a
trovare la
sua serenità per via dei mille mostri interiori
che si porta dentro, ho voluto donargliela comunque nella mia fic.
Sentimentale? Sìììì, na
cifra XDD
Ed ora partiamo:
Grazie a chi ha letto, apprezzato, preferito, ricordato e
seguito la
storia. Grazie a chi ha lasciato un commento. Grazie per i
sorrisi che
mi avete regalato e per le risate che non ho saputo trattenere alla
lettura di adorabili
folli recensioni!
Grazie a Tom Hiddleston e Chris Hemsworth, che con il loro splendido
rapporto hanno fatto nascere in me l'ispirazione per scrivere
questa ed altre storie. Grazie a Loki, per il suo essere un adorabile
dio esuberante, pieno di paure e complessi che tanto ce lo fanno amare
e tanto ce lo fanno odiare.
Grazie alla musa alla quale non so dare nome, che ha guidato la mia
mano nello scrivere. Che mi ha ispirato nel bel mezzo della notte. Per
strada, sul FrecciArgento
da
Roma a Venezia, in cui ho scritto grazie a quaderno e penna come ai
vecchi tempi e poi si sono dannata per riportare tutto al pc!
Grazie a tutti e grazie anche a me stessa, che ha portato avanti un
obiettivo senza perdersi per strada.
E con questo auto ringraziamento
in terza persona, sono pronta per la psicanalisi XD
Scusate la prolissità delle note, ma dovevo farlo.
Ci becchiamo nell'ultimo capitolo, sperando che qualcuno sia riuscito
ad arrivare a quest'ultima parola ^^
kiss kiss Chiara.
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