Salve! Dopo una scorpacciata di fan fiction su Ranma ( il mio anime preferito, da piccola lo guardavo con mio papà dopo cena, che bel ricordo ) mi sono detta: perchè non provare a scrivere qualcosa anche io?
Se piace mi fa piacere, se non piace....... be', ci ho provato, tentar non nuoce!
L'orologio segnava le 16:02.
Eppure Ranma era sicuro che da quando lo aveva guardato l'ultima volta fossero passate ore.
E invece era passato solo un minuto.
Proprio non ce la faceva più a stare in classe, ma purtroppo aveva usato tutte le scuse possibili per uscire, quindi non gli rimase altro che starsene lì contando i minuti che lo separavano dalla libertà.
I suoi occhi blu si posarono sull'unica persona in classe che ancora aveva la mente concentrata sulla lezione.
Scriveva attentamente cercando di non tralasciare niente, tenendo il quaderno leggermente inclinato.
Poteva vedere la penna scorrere fluidamente sul foglio, lasciando quelle lettere scritte con una calligrafia precisa e tondeggiante.
La frangetta le cadeva fastidiosa sugli occhi brillanti, e il sole tiepido che entrava dalla finestra le illuminava l'intera figura.
Ranma notò tutto questo in meno di tre secondi.
In fondo aver studiato arti marziali tutta la vita lo aveva aiutato a sviluppare la vista e a notare i dettagli velocemente.
Purtroppo non fu abbastanza veloce, perchè Hiroshi e Daisuke notarono il suo sguardo su Akane, tanto che gli mandarono un bigliettino: " Cerca almeno di aspettare la fine delle lezioni prima di saltarle addosso".
Lui accartocciò il bigliettino arrossendo, ma nello stesso tempo cercando di mantenere un contegno.
In realtà, anche volendo ( non che lui lo volesse, come puntualizzò nella sua mente ) non avrebbe potuto saltarle addosso, e ciò perchè nell'ultimo mese era riuscito a malapena a scambiarci qualche parola.
Al mattino erano sempre di corsa ("be', è colpa tua che ti svegli sempre tardi" puntualizzò la sua coscienza, che lui mise a tacere velocemente ), durante la pausa pranzo era attorniato da quelle psicopatiche di Shampoo e Ukyo ( in casi peggiori si aggiungeva anche quela pazza di Kodachi ) e all'uscita di scuola Akane si catapultava a casa, per poi chiudersi nella sua camera con Nodoka.
Ranma aveva provato a chiedere informazioni alla madre, diventando così insistente che la donna aveva tirato fuori nuovamente la sua katana.
Spaventato, aveva provato a chiedere ad Akane quando si trovarono per caso una sera nel dojo ad allenarsi insieme.
Akane era arrossita, ma si era rifiutata di rispondere, invitandolo a concentrarsi nuovamente sulla lotta.
Ma Ranma non poteva farlo.
A causa dell caldo Akane aveva sostituito la sua classica divisa di alenamento con una canottiera bianca e dei pantaloncini neri che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione.
La ragazza era cresciuta in quel tempo, il suo viso era più bello e le curve morbide del corpo, benchè non abbondanti, si erano accentuate.
Preso com'era da quell ricordo Ranma sentì a malapena la campanella che aspettava da tempo.
Akane mise velocemente insieme le sue cose, ma Ranma era pronto: stavolta non l'avrebbe fatta scappare.
Daisuke e Hiroshi però non erano della stessa opinione, infatti lo bloccarono e iniziarono a stuzzicarlo.
- Allora playboy, cosa è successo tra te e Akane? Perchè la fissavi? -
Ranma avvampò: - Ni-niente! Cosa volete che sia successo con quel maschiaccio? -
Hiroshi lo punzecchiò con un dito sul fianco: - Certo, come no. Almeno l'hai invitata al ballo? -
- Quale ballo? - Ranma come sempre cadde dalle nuvole.
- Come che ballo? Quello che quel matto del preside ha organizzato per festeggiare l'inizio delle vacanze estive! Ne parlano tutti! Avanti Ranma, devi sbrigarti ad invitarla, alla tua bella fidanzata non mancano certo gli spasimanti! Potrebbe essere invitata da qualcun altro! -
- Per quel che me ne importa... - Ranma si allontanò pensieroso, ma Akane se ne era già andata.
La ragazza era già arrivata a casa, e dopo aver salutato tutti era corsa in camera sua, dove aveva trovato ad aatenderla la signora Saotoome.
- Continuiamo? - chiese Nodoka con un sorriso dolce, tenendo in mano un metro.
Akane annuì e si mise a lavoro. |