Il Dominio Digitale

di Virtual Deliverance
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Malcolm Frink era vissuto tra i computer fin dal giorno in cui era nato. Suo padre, Jason Frink, era un ingegnere informatico che lavorava a casa la maggior parte del tempo, quindi per Malcolm era naturale essere attratto da ciò che suo padre faceva al terminale. La sua estrema curiosità, così come la pazienza di suo padre che riusciva a rispondere a ogni domanda in termini chiari e semplici, lo aveva portato a diventare esperto di computer a un'età in cui la maggior parte dei suoi coetanei stava ancora imparando a scrivere. A tre anni sapeva già leggere, a sei conosceva il BASIC e a otto aveva scritto il suo primo virus, per fare uno scherzo a un cugino più grande che non credeva che fosse effettivamente in grado di scrivere software.

Ora Malcolm aveva sedici anni e si era appena trasferito a North Valley, perché suo padre aveva accettato un contratto dalla Marina per lavorare nel campo dell'intelligenza artificiale. Da una parte, questo significava avere la casa tutta per sé per la maggior parte del tempo. D'altra parte, questo significava frequentare una nuova scuola e conoscere nuove persone con cui socializzare. Questa era una cosa che Malcolm odiava: considerava la maggior parte delle persone irritanti, ingannevoli, o semplicemente incomprensibili.
Con le altre persone c'erano innumerevoli attività, piccoli segni del corpo, atteggiamenti, modi di parlare, che in qualche modo per gli altri erano istintivi, ma per lui erano incredibilmente difficili da imparare e imitare. Ogni volta che ci provava finiva sempre per comportarsi in maniera innaturale, i suoi tentativi di "essere spigliato" venivano scambiati per prese in giro, la sua sincerità veniva scambiata per insolenza. Per questi motivi, ci aveva praticamente rinunciato. Si trovava molto meglio passando il tempo da solo, al computer. I computer erano logici, i computer erano sensati.




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