Neve
Neve
Inspiro, espiro, inspiro, espiro.
Mi piace guardare le nuvolette di fiato che escono dalle mie labbra e
che si condensano con quest’aria gelida davanti ai miei occhi.
Il clima stanotte, al contrario di quello della mia isola, è gelido ed innevato.
Non l’avrei mai detto, ma mi piace la neve. Bianca, incolore,
inodore, fresca e bagnata, si attacca al lungo cappotto nero che ho
preso a Kureha prima di scappare. Non l’ho rubato, sia chiaro che
non era nel mio intento, ma il mio era inutilizzabile a causa di Rufy
che l’ha distrutto.
Devo ricordarmi di aggiungerlo alla lista.
…
Forse, però, per questa volta potrei anche chiudere un occhio.
…
La febbre ormai è scesa, ma se Chopper, il nostro nuovo acquisto
nonché mio medico personale, sapesse dove sono ora credo darebbe
di matto.
Lo so, non dovrei essere fuori al freddo, ma quando stavo per entrare
nella mia stanza che divido con Bibi mi sono arrestata e sono tornata
fuori sul ponte il più silenziosamente possibile.
La festa, che c’è stata fino a qualche ora fa, è
finita ed il ponte è il luogo ideale per godermi questo
spettacolo abbagliante nel suo candore.
Non avevo mai visto così tanta neve nella mia vita, ad essere
sincera non l’avevo mai vista prima, ed ora, dopo aver provato
sulla pelle cosa significhi realmente rischiare di morire, non volevo
perdermi questo spettacolo.
L’isola di Drum ormai è un piccolo puntino
all’orizzonte che non riesco ben a definire in questa notte
bianca, illuminata dalla luce della luna, ma la ricordo. Nella mia
mente è nitida, come una fotografia. Mi ha riportato con la
memoria alla mia isola, a mia sorella Nojiko, a Genzo ed a Bellmer.
La storia che mi ha raccontato Kureha mi ha fatto ripensare a loro, mi
è sembrata così famigliare ma anche diversa dalla mia di
storia. E mi è salita la rabbia, una rabbia cieca e sorda e per
un istante mi era venuta l’idea di alzarmi da quel letto ed
andarmene via, lontano.
Non ce l’ho con te Chopper, credimi. Ma per pochi secondi quel
pensiero mi ha annebbiato la mente, so che tu puoi capirlo, sai quanto
sia difficile dimenticare, lasciarsi alle spalle qualcosa che ti ha
segnato così profondamente ed in maniera indelebile
nell’animo e nel corpo. È un’esperienza devastante,
che ti logora lentamente dall’interno senza lasciarti scampo. Ma
credo, anzi ne sono sicura, che sia stata la scelta giusta quella di
seguire Rufy in questo viaggio strampalato di cui non si conosce la
fine ma solo l’inizio.
Non so spiegarne il motivo, ma credo che qui riuscirai a curare le tue ferite.
Non intendo le ferite del corpo, quelle prima o poi guariscono da sole
e tu più di tutti lo sai bene, anche se possono lasciare un
segno, una cicatrice come quella che ho sulla spalla sinistra, io
intendo un altro tipo di ferite, intendo quelle del cuore. Quelle
ferite che nessuno vede ma che esistono e che continuano a sanguinare.
Non so il perché ma le mie -e ne ho parecchie- si stanno pian piano rimarginando, grazie a voi.
È per questo che sono contenta del tuo arrivo.
E scusa, Chopper, se sono ancora qui fuori al freddo, ma sto bene ora.
Davvero, sto bene in questo momento e posso assicurarti che non
è una delle mie solite bugie -e ne ho dette parecchie di bugie
io nella mia vita-, ma ora non voglio tornare dentro.
Si sta bene qua, te lo posso assicurare.
…
E forse dovrei chiedere scusa anche a te Zoro, ma non lo farò.
Non per paura di interrompere questo piacevole silenzio che ci ha
avvolti, e nemmeno per non svegliarti -perchè so che ti sei
addormentato, lo sento dal tuo respiro calmo tra i miei capelli-.
Non lo dico perché entrambi siamo orgogliosi e so che ad un mio scusa per averti fatto preoccupare
tu risponderesti, con il tuo solito tono beffardo che riservi solo a
me, che non eri preoccupato ed altre mille cose che mi avrebbero fatto
saltare i nervi e che inevitabilmente ci avrebbero portato a litigare,
ma ora non voglio litigare con te, so che in realtà eri
preoccupato -anche solo un pochino per me- altrimenti non ti saresti
tuffato nelle acque gelide, no?
Come faccio a saperlo?
Me l’ha raccontato Usop stasera durante la festa.
Non pensare che io creda alle fandonie che di solito racconta, so bene
che le sue sono solo gesta inventate, ma Bibi ha assicurato che quella
era la verità, e di lei so di potermi fidare -una principessa
non racconta bugie-. E poi ti conosco, so che in realtà tu non
sei così, freddo ed insensibile, ti ricordo che so mentire
meglio di te.
Ma non importa, non mi importa sentirmi dire che eri preoccupato per me
-mi farebbe piacere però-, perchè lo capisco solo
guardandoti negli occhi, e so che quella che mostri è solo una
facciata del tuo carattere, come la mia del resto.
Ed è per questo che non ti chiedo scusa -anche se vederti
imbarazzato sarebbe uno spettacolo unico che non mi perderei per niente
al mondo- e poi le parole tra noi sono sempre state inutili e sarebbe
come sprecare fiato, tanto sai benissimo cosa sto pensando in questo
momento.
…
Però grazie Zoro.
Grazie per non avermi mandato via.
E scusa se la mia testa può sembrare pesante, ma la tua spalla
è comoda e calda ed io sto bene ora che sono qui appoggiata a
te, non sento nemmeno più il freddo di questa serata.
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