Chapter 2
Commenti pre lettura:
Capitoletto corto corto ma il prossimo prometto che
sarà più lungo e che lo posterò tra breve, spero nel giro di pochi giorni
ma tutto dipende da quante persone mi lasceranno dei commenti. Mi duole dirvi che nemmeno
in questo appariranno i Panic ma spero che lo leggiate comunque e che
vi piaccia.
Un bacio.
Ps: ringrazio tantisssssssimo che ha lasciato un
commentino, non avete la minima idea di quanto può essere bello che qualcuno
apprezzi il proprio lavoro.
Serena.
< Hey, hey
>
Oddio ci
mancava un venditore ambulante, ora questo mi si accolla !!!
< Hey, hey
ferma tu!! >
Dai Sere
non puoi fare la stronza e non fermarti nemmeno!!! < Si???
>
< Hey
beeela, vu comprà orecchìnù? >
< No, no
grazie >
< Daaaaii
beeeela daii costa puco! Tre euri >
< No veramente non posso perchè vedi io
devo andare e ... >
< Tu
simpatica me. Si, si tu donna simpatica io.. io vendere due euro.
>
< No
guardi io, no non è per il prezzo è solo che io non… e mi lasci!!!! > Mi
aveva afferrato la borsa ma i passanti, noncuranti e troppo presi dalla loro
vita, passavano accanto senza notarmi e, a tratti, strattonandomi perchè con le
valigie ingombranti bloccavo le scale. Ovviamente mi incazzati < E
levateeeeeee > e vaffanculo la gentilezza.
< No
beeela nun fare così io detto due euro… facciamo uno. Dai vu cumprà??>
continuò liberandomi dalla sua stretta.
< No come
te lo posso far capire??? N-u-n v-u
c-u-m-p-r-à!! !> scandii bene le sue parole e cercai di imitare il suo
accento, non per prenderlo in giro ma perhcè, ingenuamente, pensavo che non mi
avesse veramente capito.
Angela
< Ehm
scusi mi sà dire che ore sono?? > mi ricossi dai miei pensieri ma solo quando
la giovane signora che mi stava davanti ripetè la domanda riuscii veramente a
focalizzare la mia attenione su di lei.
< Mi sà
dire che ore sono? > richiese pazientemente
< Sono le
.... > mi fermai per controllare l'ora sul cellulare < Sono le 15,40. >
Le 15,40??? Ma dove si era
cacciata Sere??? Girai la testa come per osservare la Piazza e le scale che
conducevano al Pincio anche se, nel punto in cui mi trovavo, era ovviamente
impossibile. Mi accorsi solo ora che chiederle di salire qui non doveva essere
stata una buona idea, ma già decidere di partire per Las Vegas era stata una
difficile decisione. Mi ricordai della sua faccia stupita quando le avevo
proposto il viaggio: non c'era da meravigliarsi infondo avevo passato gli ultimi
mesi a compatirmi sul mio divano facendo zapping alla tv ma quando quel corrire
mi consegnò quel pacco... beh cambiò tutto. Ritrovai tutta la forza che pensavo
di aver esaurito e senza nemmeno accorgermene mi trovai davanti alla sua porta.
Lei, così dolce, così comprensiva ma forse più semplicemente così amica, accettò
subito, senza remore anche se partire avrebbe significato prosciugare tutti i
soldi che aveva messo da parte. Non mi chiese spiegazioni: nè perchè ora, nè
perchè proprio in quel posto semplicemente mi sorrise. Vedendo poi la mia faccia
perplessa ( infondo io stessa non trovavo un solo buon motivo per il quale
avrebbe dovuto accettare) aggiunse: " Non ti ricordi? Dalla culla alla tomba.
Per sempre" e per la prima volta scoppiai a piangere e riversai tutte le lacrime
che avevo celato in me.
Quando
poi era giunto il giorno prima della partenza e dovemmo metterci d'accordo per
il viaggio, decisi di darle appuntamento qui perchè era giusto che anche lei
capisse, che lei sapesse. Le avevo nascosto troppe cose: quella scritta, la
valigia, il pacco e invece lei era sempre stata così aperta, così serena di nome
e di fatto con me che mi sembrava di ingannarla.
"
L'omissione non è altro che uno dei mille volti della menzogna".
Mi voltai
a guardare di nuovo le parole incise sulla panchina e leggendole, le sussurrai
come una preghiera " Il tempo non distruggerà ciò che l'affetto ha costruito" e
furono le ultime cose che vidi prima di sentire un urlo e accorgermi che era
diventato tutto nero.
Serena
< No come
te lo posso far capire??? N-u-n v-u
c-u-m-p-r-à!!! >
< Cosaaa??
tu prendere in giro me??? > mi urlò
< Ma no io
pensavo solo che… >
< Voui
piccule ragazze italiane credete noi inferiori e maltrattare! >
< No mi
scusi io… >
< Abal,
Buoti. Ahndfjsfp > e seguitò a parlare in una qualche lingua a due suoi
amici poco distanti. Capii immediatamente che stava parlando di me perchè
cominciarono a squadrarmi.
Insomma
per farla breve mi ritrovai a correre per la scalinata ( ovviamente me ne fregai
altamente delle due valigie tanto non c'era dentro niente di valore ) inseguita
da questi tre che continuavano ad inveirmi contro. Vidi un bagno, di quelli
singoli e chiusi che ci sono magari ai concerti o nei campeggi e stranamente mi
accorsi che non c'era fila. Senza bussare aprii la porta ma un "vaffanculo" e
una porta in faccia mi fecero capire che era occupato.
Corsi
sempre di più e non mi fermai mai ( tranne quando due cinesini mi fecero una
foto velocemente perchè pensavano fossi una tipa famosa rincorsa dai suoi fan).
Arrivai al Pincio sempre con questi tre alle calcagna ( ma non dovevano andare a
vendere qualcosa a qualuno?????) Avevo acquistato un po di vantaggio ma avevo
anche finito il fiato: sono brava negli scatti ma pessima per quanto riguarda la
resistenza.
< Ti prego
Dio se esisti fammi trovare una soluzione al più prestoooooooooooooooooooooo,
fammela trovare davantiiii!!! > Doveva essere il mio giorno fortunato
infatti il Signore pensò bene di farmi andare a sbattere addosso ad un risciò.
Anche stavolta avevo avuto culo: non c'era nessuno in fila. Lanciai un documento
al tipo che stava dietro al banco e gli urlai che avrei pagato alla consegna.
Pedalai per altri cinque minuti e sospirai accorgendomi che non 'era nessuno
dietro di me. Stavo per rallentare quando i tre ambulanti sbucarono come apparsi
dal nulla davanti a me. Ok che dovevo liberarmi di loro ma investirli non mi
sembrava comunque una buona soluzione. Svoltai velocemente, forse un po troppo
velocemente perchè l'unica cosa che riuscii a fare fù urlare e poi tutto divenne
nero.
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