Catching the unknown

di AC_Vicolo
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Image and video hosting by TinyPic Catching the unknown, capitolo 1: La più grande botta di culo della mia vita.

Adoro far rosicare il mio capo. Sì, lavoro in un ristorante cinese a New York. In un certo senso il mio mestiere mi piace… soprattutto, mi piace far rosicare quella gnoccona del mio capo.
- Alex! Fuori di qui! – urla contro di me trascinandomi fuori per il cozzetto.
- Non fare così, posso spiegarti….
- Fottiti! Non ti voglio più vedere qua! Fuori dai maroni per sempre!
Mi butta fuori dalla porta e vado a finire in una pozzanghera. Un po’ per lei mi dispiace, ma qualcuno dovrebbe spiegarle che se continua a vestirsi come una escort non può sperare in una situazione seria…. Poi niente, mi presento a casa sua con un bel mazzo di rose e la mattina dopo mi porta a lavoro con lei. Peccato… anzi, no.
Mi alzo e mi avvio verso casa. Non mi importa se piove, mi piace camminare a quest’ora. Sono le tre del pomeriggio, non c’è traffico e non rischio di essere ridotto ad uno scolapasta a furia di pallottole. E poi la sensazione di pioggia sulla pelle mi piace: mi sembra che mi lavi via tutto lo sporco che ho dentro.
Arrivo a casa e saluto la portinaia: - Salve signorINA Smithers.
Lei cerca di distogliere lo sguardo; col fisico che ho ci gode a vedermi bagnato. Poi realizza come l’ho chiamata e si incazza, si incazza sempre quando lo faccio. – Ringrazia che oggi sono di buon umore.
Mi mette in mano una lettera. Sgrano gli occhi quando leggo le informazioni sul mittente: Antonia Leonardi, Roma, ITALIA.
- Deve esserci un errore… non posso essere io l’Alex Pettyfer a cui è indirizzata la lettera…
- Sbaglio o sei tu l’unico Pettyfer a vivere qui? Vattene a casa, che hai già bagnato tutto. Quando la smetterai di tornare fradicio?
- Quando a lei non piacerà più seriamente.
- Vattene dai coglioni immediatamente!
Cazzo, ha preso la scopa! Salgo le scale di corsa ed entro in casa. Mi ricordo della busta e, con precisione chirurgica, la apro.
“Caro Alex,
tu non mi conosci, per cui è giusto che mi presenti. Il mio nome è Antonia e sono la sorellastra di tua madre. So che non ne sapevi niente, ma non posso spiegarti tutto adesso.
Se hai ricevuto questa lettera, si vede che io sono già morta. Non farti troppe domande, non serve. Ho deciso di lasciare a te tutti i miei averi. C’è una condizione, però: dovrai fare arrestare una persona. Nemmeno io ne conosco l’indentità, ma devi farlo prima che tutto si complichi. Ti invito a venire nella mia villa sul lago di Garda, in Italia. Lì ti aspetterà qualcuno che ti darà tutte le informazioni che ti servono. Nella busta troverai un assegno, il necessario per campare un paio d’anni e un biglietto aereo per qui. Ti prego, fai ciò che ti ho chiesto.
Con tanto affetto,
Zia Antonia”
Mi sdraio sulla poltrona, prima di concedermi una risata isterica. Sì, la più gigantesca botta di culo della mia vita.
 
 




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