Storia ancora da definire
Salve
a tutti, questa è la mia prima storia, premetto che i mei
lavori non mi
piaciono mai, spero invece che voi li appreziate...
buona lettura
-Capitolo
1-
Accoccolata sul sedile
dell’auto di Nicolas mi trovo a mio
agio, silenziosa lascio vagare i miei pensieri a quello che
accadrà fra poche
ore, sto per incontrarlo, colui che ha monopolizzato i miei pensieri da
quasi
un anno sta per materializzarsi davanti ai miei occhi adoranti, e
questa volta
non è uno dei miei tanti, forse troppi, sogni ad occhi
aperti, fra meno di quattro
ore comincerà il concerto e vedrò dal vivo Marco
Romani, il cantante dei
Miriade, uno dei gruppi che va per la maggiore in questo momento,
cioè la
perfezione personificata, l’uomo della mia vita. Devo solo
trovare le parole
giuste per fargli capire quello che a me è già
chiaro: “la mia anima compensa
la sua, sono io la metà della mela che sta cercando, e
questo l’ho capito ascoltando
la sua musica e la sua fantastica voce che ha saputo raggiungere il mio
cuore e
sussurargli che finalmente era arrivato. A dir la verità
sono fermamente
convinta che sia un’assurdità, non
potrà mai mettersi con una come me , ma mano
a mano che il tempo passa e mi ritrovo vicina al momento fatidico mi
sto
convincendo del contrario.
Ad accompagnarmi in questa mia
titanica impresa c’è lui, il
mio migliore amico, un metro e ottanta di dolcezza e comprensione, il
muro
portante della mia esistenza, in una parola Nicolas! Ci siamo
conosciuti il
primo giorno delle elementari, quando mi aveva difesa dal bulletto
della scuola
che voleva rubarmi la merenda, proprio come un cavaliere
d’altri tempi! Da quel
giorno siamo diventati inseparabili.
L'abitacolo
è immerso dal
fumo della sua sigaretta: "Nic santo cielo apri un pò il
finestrino, vuoi farmi affumicare?"
"Non ho
mai visto un salame
affumicato può essere una nuova esperienza!" mi risponde
ridendo
alla battuta che ha capito solo lui, dopodichè con
un
ronzio il finestrino della sua Ypsilon si abbassa e finalmente rerspiro
un pò di aria "pulita".
"Poi
scusa, mi obblighi a venire a
sentire quel tizio orrendo e le sue canzoni degne del festival
dell'ospizio e non mi lasci neanche fumare?"
"Ufff,
faccio io sbuffando, sei il solito rompiballe!".
Chiudo di
nuovo gli occhi, e li
riapro quando ormai siamo arrivati a Milano, dove si terrà
il
concerto. Nicolas spegne l'auto e poi mi guarda con quei suoi occhioni
nocciola:
"Dobbiamo
proprio andare?" mi
chiede, come se non conoscesse già la risposta! Gli schiocco
un
sonoro bacio sulla guancia:
"andiamo
brontolone dobbiamo
prendere i posti in prima fila! Ah, dimenticavo, la prossima volta
fattela meglio la barba, sembri uno spinone"
"Gne gne
gne"
"Cosa? Mi
fai il verso?"
"Ricordami
di nuovo perchè non hai ancora preso la patente impiastro"
"Perchè, benchè abbia
già compiuto diciotto anni, nessuno mi ha ancora insegnato a
"prendere le curve" come promesso..." E continuando così a
battibeccare allegramente eravamo giunti nello spiazzo designato per il
grande evento. Lo presi per mano e me lo tirai dietro come un sacco di
patate.
"Mi ha
preso per mano di nuovo...
Nic, respira, calma le pulsazioni, non è niente, ma
perchè diavolo è sempre così?
Perchè da
quando ho sette anni, e notare che ora ne ho diciannove, tutte le volte
che mi sfiora mi si scatena un trambusto interiore infinito?
Già, sembra assurdo ma mi sono innamorato di lei proprio
quel
giorno, mi sono innamorato di quella piccola bambina, tanto bella da
sembrare una bambolina di porcellana, gli occhioni verdi arrossati dal
pianto per colpa di quel bestione, non ho potuto fare altro che
aiutarla, per dimostrarle che sarei sempre stato al suo servizio,
proprio come un cavaliere d'altri tempi... e lei in tutto questo tempo
non se ne è mai accorta... ho sopportato tutte le sue cotte
adolescienziali, i suoi pseudoamori che puntualmente
finivano,
lei ritornava da me che la sapevo consolare e lenire nel miglior modo i
suoi dolori di giovane donna ferita... ed io sono ancora qui ad
aspettarla."
"Nic
sbrigati polentone! Sembri su un altro pianeta che ti
succede?"
"Niente,
arrivo mia Pricipessa" ripete fra se e se.
Che
giornata afosa, non c'è neanche un filo d'aria, vedo un
ammasso di gente già assiepata lungo le transenne:
"Vedi
Nic, siamo già in ritardo, se non troviamo posto in prima
fila tu e
quel catorcio della tua macchina ne pagherete le conseguenze!" gli dico
ridendo, poi con un pò di fatica riesco ad intrufolarmi in
un buchino
lasciato libero dalla folla e mi aggrappo temeraria alle transenne
osservando il palco, ancora vuoto, come un pirata che scruta
l'orizzonte dalla sua nave. Nic mi è di nuovo vicino, mi
sento protetta
con lui al mio fianco, so che finchè sarà con me
non mi potrà accadere
niente di male.
Se vi fa
piacere, mi farebbe molto felice se lasciaste una recensione,
così che possa correggere i miei errori! Grazie mille
|