Scrigno, rivelazioni, certezze di Melitot Proud Eye (/viewuser.php?uid=1469)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Note: se eravate
rimasti alla quarta parte e non riuscite a trovare la quinta, non preoccupatevi... non la trovate perché non l'ho
ancora scritta XD; Il bello di una serie, ho scoperto, è non
avere gli obblighi che comporta una storia a capitoli: ogni pezzo si
regge da sé, pur mantenendo un legame temporale/tematico con
gli altri. Tutto questo per dire: le parti mancanti arriveranno a tempo
debito, non preoccupatevi; e il resto è leggibilissimo anche
da solo, basta sapere che, nel frattempo, Thor e Loki hanno ricucito.
Scusate per aver sostituito "Asgard" a "Roma"... non ho saputo
resistere!
Shot scritta per la Sfida 4 della Staffetta in Piscina, @piscinadiprompt
Buona
lettura, e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
-------------------------------------------------------------
Scrigno, rivelazioni,
certezze
Lo
trova nella
camera del tesoro.
Loki
non ha più varcato quella soglia
dal giorno della rivelazione. Non
è cambiato niente, da
allora: le suole sussurrano sul pavimento, una luce azzurrina
riverbera sulle volte di pietra; solo il dolore è meno
acuto, perché
meno fresco. Là in fondo c'è lo Scrigno degli
Antichi Inverni, e ci
sarà sempre. Tutte le strade portano ad Asgard.
Pensiero
che non è più cappio ma è
ancora pugnale.
Thor
osserva la reliquia, ritto davanti
al cippo nero. Sentendosi annodare lo stomaco, Loki scende la
scalinata e si unisce alla contemplazione.
Il
viso di suo non-fratello è assorto. Ci
sono voci e sospiri appena sotto la superficie del silenzio, correnti
che uno Jotun conosce intimamente. Loki stringe i pugni,
perché
vorrebbe non esserne tanto rassicurato (ma non può liberarsi
del
proprio sangue più di quanto potrebbe liberarsi di
ciò che prova
per Thor. Lo sa: ci ha provato).
Si
chiede se Thor
possa udirli; se il sangue di Bestla, la madre di cui Odino ha quasi
cancellato le origini, filtri per lui le voci degli antenati anche a
distanza di due generazioni. Se è così potrebbero
avvelenargli la
mente, ed è qualcosa che non può sopportare.
Basta un mostro, in
famiglia.
Quando
il mormorio
sale come la marea, gira il capo verso suo–verso il principe,
senza
alzare gli occhi.
«Cosa
fai qui?»
«Pensavo.»
La
bocca di Thor
s'incurva – condizionamento di secoli di battute. A volte
anticipa
i suoi commenti prima ancora che Loki li abbia formulati; lo conosce
come Loki non vorrebbe esser conosciuto da nessuno, ed è
sempre
spaventoso.
Mentre
ricambia
istintivamente il sorriso, Loki considera la sua espressione assorta,
pensa allo Scrigno, capisce; e viene invaso dal disagio. Meglio cambiare aria. Perché rischiare–
Ma
è troppo tardi.
Thor si è voltato, gli ha cinto la nuca con una mano.
Sorride.
«I
consiglieri ti
stanno cercando» dice Loki, nella speranza di distrarlo.
«Sembrano
tacchini impazziti. Dovresti tornare.»
Le
dita stringono.
«L'unico della cui opinione mi fidi è
qui.»
«Allora
sei uno
sciocco» gli soffia contro, ricorrendo a difese vecchie di
secoli.
«Solo un imbecille chiederebbe consiglio a uno jotun per la
guerra
contro Jotunheim!»
Deve
andarsene, ma
la sua mente è un groviglio di fili dove le parole di potere
sono
soltanto un alone. E liberarsi dalla stretta con la forza è
impossibile, naturalmente.
Thor
non gli dà
neanche il tempo di provare. Lo attira vicino e gli massaggia la nuca
con la mano rovente; l'altra segue il profilo di una spalla, del
braccio, scendendo. «Non è ancora una guerra, e
non la sarà, se mi
aiuti.»
«Tu–»
La
mano si chiude
sul suo polso e lo tira avanti, piano, verso il–
«No!»
Il
grido gli sale
dal petto. Riesce a riprendersi la mano, ma Thor non lo molla. Gli ha
circondato la vita col braccio sinistro.
«Loki...»
«NO!»
gli urla in
faccia. Poi lo prende per il collo con dita ricurve (perché
se non
può liberarsi, se non può pensare abbastanza da
usare la magia
allora gli trafiggerà la bocca affinché non possa
chiedere e gli
caverà gli occhi affinché non possa vedere,
perché non può
chiedergli questo non puònonpuònonpuò).
«Lasciami!»
Thor
lo blocca,
fissandolo negli occhi. Poi si abbassa e lo bacia.
Non
è un bacio
gentile – troppi denti e troppa battaglia – ma,
alla fine, la
passione vince. Loki si sente di nuovo guidare la mano verso lo
Scrigno e abbandona la testa sulla spalla del non-fratello, in attesa
dell'inevitabile.
«Loki»
mormora
Thor. «Lascia che ti veda.»
Non sa
cosa gli sta
chiedendo?
«Loki.»
«Fa'
come vuoi»
sbotta, soffocato.
«Allora
guardami.»
Lo fa,
perché non è
un vigliacco. Nello stesso istante, le sue dita toccano una delle
scanalature d'impugnatura dello Scrigno. La stringono. Thor abbandona
il suo polso con un carezza e copre la sua mano con la propria.
Deve
ritrarla quasi
subito, bruciato dal gelo. A Loki sfugge una risata miserabile.
«Contento,
adesso?»
«No,
non
lasciarlo.»
«Vuoi
finire nelle
stanze di guarigione, stupido? Cosa pensi di
fare?»
Thor
è dietro di
lui, il suo petto gli sorregge la schiena come un trono.
«Rilassati»
si sente dire all'orecchio. Thor gli guida i gomiti attraverso la
stoffa degli abiti cerimoniali. «Come credi che sia stato
generato
nostro padre, a iarde di distanza?»
Oh.
Oh, Norne.
«E
cos'ha detto il
tuo augusto consiglio, quando hai chiesto?» fa, voce non del
tutto
ferma.
«Ho
domandato a
nostra madre.» Per i Nove, è anche peggio. Loki si
sente arrossire
dalla mortificazione. Che Frigga debba discutere di jotnar e di
accoppiamenti e di– «Lei capisce.»
«Ne
sono certo.»
Thor
ride, basso. Il
suono è rilassante. Prima di accorgersene, maledetto lui,
Loki è
malleabile fra le sue braccia.
E sta
toccando lo
Scrigno.
«Ecco,
vedi?»
mormora Thor, mentre la trasformazione si completa.
A
fatica, Loki
stacca lo sguardo dalla reliquia. Gli occhi di Thor tracciano ogni
contorno del suo volto, seguiti da un tocco leggero di polpastrelli,
e ogni istante è una carezza che brucia. Asgard è
soffocante, in
quella pelle. Persino la camera del tesoro, sepolta nelle viscere
buie del Váláskjálf,
è diventata calda. Il respiro di Thor scotta.
Come
può guardarlo
così, anche dopo secoli di reciproche ammende? Lo
ridurrà in
cenere.
«Non
è difficile.»
Un sorriso. «Basta aver fiducia.»
Loki
ha un corpo di
ghiaccio che desidera più la neve del contatto fisico ma, in
quel
momento, vorrebbe solo rifugiarsi dentro il petto di Thor e non
uscirne mai, mai più; esistere per sempre nell'oro fuso,
perché
chi se non lui ha la sua fiducia?
Ha
chiuso gli occhi.
Se ne accorge quando sente un bacio sulla fronte.
«Ti
sei mai
guardato? Sei sempre tu, sai» dice Thor, sfregandogli il naso
contro
il collo. «I lineamenti, le espressioni. Credo che su di te
starebbe
bene qualsiasi colore.»
«Ti
prego» geme,
il cuore pieno fino a scoppiare. «Niente sortite nella
poesia.»
Thor
ride e lo
stringe forte, baciandolo sulla bocca.
Loki
ricambia, blu,
freddo e libero.
Le
vecchie ferite
possono non guarire mai del tutto, ma ci saranno sempre
balsami ad alleviarle e parole a farle dimenticare, quanto basta.
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1411484 |