What we need is one thing
L’azzurro
è un’illusione ottica, ricorda Matt
all’improvviso.
Si
chiama effetto Tyndall - o Rayleigh? No, Rayleigh spiega il
perché di un cielo azzurro piuttosto che verde, rosso o
giallo.
Comunque,
l’azzurro è un’illusione ottica. Le
iridi azzurre sono solo iridi con poca melanina, la luce le attraversa
e riemerge sotto forma di onde corte o quel che sono, quindi
voilà, azzurro. Backscatter, dovrebbe chiamarsi, o almeno
così gli pare di ricordare.
L’idea
è divertente e sconfortante al tempo stesso - anni ed anni
trascorsi a ricevere complimenti per qualcosa che in realtà
non esiste...
-
Tom, lo sapevi che gli occhi azzurri sono un’illusione ottica?
Tom
alza lo sguardo dal laptop che tiene in grembo e lo fissa con aria
assente, come se non avesse capito.
-
Che? - risponde, infatti.
-
Gli occhi azzurri non esistono.
Tom
riflette sul concetto, aggrottando le sopracciglia scure: poi il suo
viso si illumina, e scoppia a ridere di cuore.
-
Matthew Bellamy... Dal millenovecentosettantotto, semplificare e
storpiare concetti di fisica è il suo mestiere.
-
Oh, vaffanculo.
-
Non arrabbiarti, fa parte del tuo fascino... Comunque, vieni
all’ombra.
-
Voglio stare con i piedi a mollo.
-
Ma è mezzogiorno, e hai anche bevuto un bicchiere di vino a
stomaco vuoto... Non farti trascinare, dai.
-
Tu provaci.
-
Non provocarmi, topo.
-
Non ho paura di te, orango tango.
Sfoggiando
un’espressione fintamente indignata, Tom posa il laptop sulla
sdraio accanto alla sua e si alza in piedi, crocchiandosi le nocche.
-
Te ne pentirai, Bellamy.
-
Scusa, hai detto qualcosa? Ho sentito solo un “uga buga
volere banana” in lontananza...
In
un lampo, Tom è dietro di Matt e lo afferra saldamente per
le spalle.
-
Allora hai proprio bisogno di rinfrescarti le idee, scemo. - dice,
prima di spingerlo in avanti e farlo cadere dentro la piscina.
Matt
riemerge sputacchiando acqua e ridendo.
-
Figlio di una gran puttana, salvando tua madre...!
-
Certo! Prima vieni in casa mia, bevi il mio Merlot, infili i tuoi
piedoni puzzolenti nella mia piscina e poi insulti i miei natali!
-
Ho detto “salvando tua madre”!
-
Perché sei un piccolo paraculo del cazzo!
-
Vaffanculo. - ridacchia Matt, aggrappandosi alla scaletta per uscire
dalla piscina.
-
Ti do dei vestiti asciutti...
-
Ma no, ora mi metto al sole e mi asciugo.
-
Quando cazzo vuoi tornarci a casa, insomma?
Tom
lo dice ridendo, ma la sua è una domanda seria. Matt lo sa,
ma comunque risponde a tono.
-
Mi stai cacciando, Tom? Stai cacciando il tuo amico e compagno di mille
avventure? Da te non...
-
Sei qui dalle nove a non far nulla... Almeno ti fossi messo a tagliare
il prato, per dire.
-
Detto fatto... Dov’è il tosaerba?
Stavolta
Tom non sorride nemmeno, e prende finalmente il toro per le corna.
-
Matt, cosa c’è?
-
Niente, che deve esserci?
-
Ti stai nascondendo.
-
Non è affatto vero, ho solo piacere a stare in tua compagnia!
-
Hai litigato con Kate?
-
Assolutamente no, come ti...
-
Con Dom, forse?
-
Con nessuno, Tom, giuro.
-
E allora qual è il problema?
-
Non c’è.
Ed
è vero, non c’è alcun problema.
Insomma,
ad aspettarlo a casa ci sono un frigo pieno, il pianoforte, le
chitarre, una TV con schermo LCD largo quanto un pannello solare e
soprattutto le bionde della sua vita.
Le
bionde sono pericolose, quando lo sono dentro e fuori.
La
naturalezza con cui si muove Kate, come ride, come mangia, come parla.
La
gentilezza spontanea di Dom, la sua infinita pazienza, il suo stare
bene con sé stesso.
Sono
due creature così luminose. E sono sue. E ha comunque
talmente paura di perderle che non tornerebbe mai a casa.
È
un po’ come il principio del gatto di Schrödinger:
se rimarrà da Tom, Dom e Kate saranno lì dove li
ha lasciati quasi ventiquattr’ore prima, dopo la prima notte
della loro nuova situazione, della loro cosa
e, allo stesso tempo, l’avranno lasciato solo, andandosene e
mettendo fine a quella follia.
…
un altro concetto di fisica brutalmente stuprato, ovviamente.
Purtroppo, niente di quello che gli attraversa la testa esce dritto,
pulito e condivisibile da qualcun altro.
La
loro cosa non è condivisibile. Come si può
raccontare ad una madre, ad esempio, che oltre ad una splendida
fidanzata hai anche un amante - uomo - che è anche il tuo
migliore amico e la migliore scopata della tua vita, finora?
Cazzo,
perché deve preoccuparsi di sua madre? Perché
deve sempre sforzarsi di far quadrare il cerchio? Perché
quello che è in realtà deve per forza coincidere
con ciò che dovrebbe essere, con ciò che vorrebbe
essere, con ciò che è giusto e conviene e che va
fatto perché sì?
Dom,
Kate... Per loro è così facile. Il loro
è un “sì”, non un
“sì, però”.
A
lui non sarebbe mai venuta in mente una soluzione del genere - o
meglio, l’avrebbe tenuta da parte come fantasia
inconfessabile... Invece Kate l’ha tirata fuori come se
niente fosse. Lei è così, è leggera,
è libera e lui è dannatamente fortunato ad
averla. Ad averli entrambi.
Matt
si sdraia e chiude gli occhi sotto il sole di quell’orribile
terra senza stagioni che è Los Angeles.
Sa,
lo sa
che
Dom e Kate sono ancora a casa, l’azzurro non esiste ma lui
può vederlo comunque e la fisica non è mai stata
il suo forte.
Pucciose signore ancora all'ascolto, come sempre per quanto riguarda questa storia non so cosa ho scritto e non so cosa scriverò in seguito - perché un epilogo lo voglio scrivere e credo anche che sarà un epilogo con sexy times e colpi di sceMa annessi... Ma sapete che le mie parole sono scolpite nel burro fuso (eh?).
... no, ok, li farò sgnaccherare, è deciso.
Consiglio spassionato: se apprezzate le mie storie prendendole addirittura sul serio (non troppo, il giusto) non leggete le note a piedi delle stesse. Finisco sempre per rovinare il mood, come avrete notato in quest'occasione.
Cheers. ♥
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