A Nagini (A Silvia remake)

di Ginevra Gwen White
(/viewuser.php?uid=132596)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling e di chi ne detiene i diritti. Ergo, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 



A Nagini



Nagini, rimembri ancora
quel tempo della tua vita animale,
quando crueltà splendeva
negli occhi tuoi vigenti e serpentini
e tu, cornuta e panciuta,
il limitare del mio torace risalivi?

Sonavan le irrequiete ambulanze
ne le vie del corso
al tuo perpetuo morso
Allor che all'opre serpentine tu eri intenta,
uccidevi, assai contenta
di quel sfregiato mago lì che in mente avevi.
Eri l'Horcrux misterioso,
e tu solevi così menare il giorno.

Io, talor i mezzosangue dilaniando,
e i servi miei torturando,
porgevo un orecchio al suon dei tuoi rettifili sibili,
tanto fini e gentili,
di cui non mi vengono altri aggettivi,
e alle tue zanne leste,
che solevano conciare per le feste,
la faticosa preda.
Lingua mortal non dice quel ch'io gioiva in seno!

Che morsi soavi, che ripugnanza, che pietanze, Nagini mia!
Come allora ci appariva, la carne umana e lo sangue cremato!
Quando sovviemmi di cotante pene,
un piccoletto mi spreme,
maledetto e sfregiato,
E tornami a doler di mia sventura.
O disavventura, o disavventura,
perché per sedici anni orson
l'incantesimo mio, più non funzion?
Perché di tanto in tanto inganni i figli tuoi?

Tu, prima che Halloween toccasse il giorno nuovo,
perivi, o sfregiatello.
E non vedevi il fior degli anni tuoi.
Non ti batteva il cuore,
nessuna cicatrice deturpava el tuo candore.
Nessun ti lanciava sguardi furtivi e schivi,
Né con te ai dì festivi,
Ginny ragionava d'amore.

Anche a me purtroppo,
la sventura mia dolce: agli anni miei
negò l'immortale virtù.
Ahi come passati siete, anni miei,
compagni delle mie torture,
e delle mie lacrimate rughe!
Questo è dunque il mondo, Nagini? Questi
i delitti, i complotti, le congiure,
le macchinazioni e gli eventi
onde cotanto ragionammo assieme?
Questa è la sorte de le purosangue genti?
All'apparir del Neville,
tu, misera, cadesti: e io con la mia mano ignuda
ti guardai con premura,
e a lo Neville mostrai del mio dito medio, la postura.

 

[394 parole]

 

Chiappa a tutti!
È la prima volta che scrivo in questo fandom :33
Non so da dove mi è uscita questa cosa, ma ho voluto condividere con voi la mia demenzialità!
Se ci sono errori o imprecisioni, non esitate a dirlo! Non sono mica Leopardi io, eh u_u
A presto C:

Gwen.

 

P.S. L'ho appena notato... 394 parole AHAHAHA 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1416104