"All'angelo
corrotto cacciato dal paradiso non resta altro destino che farsi demonio... non
sei forse d'accordo Spike?"
(Tratto dall’anime “Cowboy Bepop”)
«Lucifer, è una pazzia!» gridai.
Lui mi guardò con disprezzo, disgustato dal mio
atteggiamento.
«Rubicante, ne abbiamo già
discusso. Tu sei stato il primo a sostenermi, non puoi
tirarti indietro adesso. Anche se lo facessi verresti
punito comunque, e questo lo sai bene.»
Chinai il capo, sconfitto. Le sue parole erano giuste. Chi
avrebbe avuto compassione del primo seguace dell’angelo ribelle?
«Hai scelto la tua strada, non puoi tornare indietro.» concluse.
Si sollevò da terra con un forte colpo d’ali e se ne andò.
Sconfitto, abbattuto, umiliato. Sarebbe stato questo il suo
destino, ed anche il nostro. Ne eravamo consapevoli,
ma avremmo seguito il nostro capo.
Perso nei miei tristi pensieri svolazzai verso le nuvole più
alte, per godermi il tramonto.
I rossi raggi del sole facevano assumere alle mie ali una
tinta rossiccia. Bello, infinitamente migliore di tutti quei candidi ed
innocenti colori, sarei potuto stare ad osservarne il colore per sempre.
«Ancora innamorato delle tue ali?» una voce conosciuta mi
distolse dai miei pensieri.
Mi voltai, trovandomi di fronte ad uno degli Arcangeli più
potenti: Michael.
Chinai il capo in segno di saluto e di rispetto.
«Non c’è bisogno di simili formalismi, Rubicante. Siamo
amici, no?»
Quella domanda mi ferì più di ogni
altra cosa.
«Certo, siamo amici.» risposi
sforzandomi di sorridere.
Si sedette accanto a me, lasciandosi avvolgere da quel
colore rosso.
Fu lui a rompere il silenzio che si era creato.
«Perché a me non diventano di
questo colore?» chiese.
Non afferrai a cosa si riferisse.
«Eh?»
«Le ali!»
«Ah! Non saprei … magari non è il colore adatto ad uno dei
Prediletti.»
«E a chi sarebbe adatto?»
Feci spallucce.
«Il colore del sangue e del pericolo. Il colore del
tradimento più profondo. Non sei d’accordo?»
Mentre pronunciava quelle parole
ero colto da un profondo terrore, terrore che avesse scoperto qualcosa.
«Può essere …» risposi cautamente.
Lui mi guardò e scoppiò in una fragorosa risata.
«Rubicante! Credi davvero che qualcuno ti possa ritenere un
traditore solo perché hai le ali rosse? Sarebbe una cosa senza senso!»
Touche!
«Già, sarebbe davvero una follia!» risposi mettendomi a
ridere anch’io.
«Lucifer.» disse facendosi serio
improvvisamente.
«Cosa?»
«Oggi in consiglio, cosa ne pensi di
quello che ha detto?»
«Il discorso sugli esseri umani?»
«Anche.»
Potevo dirgli che approvavo
totalmente?
«Bhe, non ritengo che abbia tutti i torti. Insomma, loro non
hanno niente a che spartire con noi angeli, eppure non si ammalano, la loro
mente è pervasa solo da buoni pensieri, non sono poi diversi da noi, ali
permettendo.»
Michael sembrò soppesare attentamente le parole che avevo
appena detto.
«Ed in generale? Come lo giudichi?»
«È un bravo angelo, nonostante si dia tutte quelle arie. Non
farebbe del male ad una mosca.»
Un sorriso amaro si dipinse sul suo volto.
«Quindi tutti i discorsi che fa
sono solo per dare aria alla bocca? Anche prima con
te?»
Cazzo! Aveva sentito!
Si alzò in piedi, guardandomi fisso.
«Rubicante, se davvero siamo amici, puoi parlarmi di tutto
quello che vuoi, io non ti giudicherò.»
Qualcosa scattò nella mia mente.
«No, Michael. Non c’è niente di cui ti debba
parlare.»
Mi guardò con un’espressione leggermente scettica.
«Sicuro?»
«Sicuro.» risposi col sorriso sulle
labbra.
«D’accordo, sappi che domani ci sarà una riunione speciale
per parlare di Lucifer e delle misure da adottare contro di lui ed i suoi
seguaci. Spero di non dover parlare anche di te. Arrivederci Rubicante.» disse volando via.
«Addio, Michael.» sussurrai.
Lucifer aveva ragione, una volta imboccata
una strada non si può tornare indietro.
Erano passati solo pochi giorni dalla mia conversazione con Michael quando Lucifer decise di attaccare gli angeli.
Mi diede il comando su metà delle sue truppe, tutti angeli
ribelli, e mi ordinò di lanciarle contro l’esercito degli Arcangeli come
diversivo. Io e lui avremmo combattuto direttamente contro Michael ed Uriel,
anche lui potente.
Lucifer aveva dato il segnale d’attacco,
sicuro dell’effetto sorpresa, quando dall’alto era piombato l’intero
contingente angelico. Inutile dire che le nostre
truppe furono decimate in pochi istanti.
Lucifer imprecò pesantemente e si lanciò contro Michael.
Io rimasi immobile, guardando quella cruenta battaglia;
Lucifer, armato con spada ed accecato dall’ira, cercava incessantemente di
aprire un varco nella difesa di Michael, protetto dall’armatura, che con
estrema calma e concentrazione respingeva i suoi colpi.
Improvvisamente una stoccata più forte delle altre permise alla
spada di Lucifer di infliggere un profondo taglio sulla
guancia dell’avversario.
Non mi fu permesso di vedere altro.
Uriel, accortosi della mia posizione, si era avvicinato
senza farsi notare ed era riuscito a tramortirmi col manico del suo arpione, si
era affrettato a legarmi con delle catene e a bendarmi. Nello stato di semi
incoscienza in cui ero piombato e da cui non riuscivo a risvegliarmi sentivo
solo il gelido tocco della punta dell’arpione di Uriel
sulla mia nuca.
Dopo quella che mi parve
un’eternità mi furono sbendati gli occhi, e lo spettacolo che vidi fu dei più
raccapriccianti.
Mi trovavo in cielo, sorretto da due angeli in armatura
dorata, intorno a me, nelle stesse condizioni, vi erano circa una cinquantina di
ribelli, quelli feriti erano stati accuratamente bendati; davanti a noi stava
il nostro capo, le vesti strappate e numerosi tagli non medicati sul corpo, a
destra era sorretto da Uriel ed a sinistra da Gabriel.
Michael era davanti a tutti e guardava verso la Terra.
Abbassai lo sguardo anch’io.
Centinaia di corpi di angeli erano
stati accatastati disordinatamente in una pira che ardeva allegramente. Ecco la
fine dei ribelli, l’eterna dimenticanza.
«Ora tocca a voi.» disse la voce di
Michael.
Prese in mano la spada e fece qualche profondo taglio sulle
ali di Lucifer.
Potevo sentire i sordi lamenti del capo, ma mi spaventai quando incrociai lo sguardo carico d’odio di
Michael. Sembrava divertirsi, sicuramente voleva la sua
personale vendetta per il taglio sul viso (veramente orrendo, avrebbe lasciato
una bella cicatrice).
«Angelo Lucifer, il Supremo Consiglio Angelico ha decretato
l’esilio e l’eterna prigionia nel luogo più buio per te e per i tuoi compagni.
La condanna verrà eseguita seduta stante.»
Il capo venne slegato e fatto
precipitare verso il terreno.
Noi tutti lo osservammo cadere senza che potesse cercare di
volare, le ali erano in uno stato pietoso.
Ma l’impatto non avvenne.
Prima che toccasse terra, la stessa
si aprì in una gigantesca e incredibilmente profonda voragine, tanto che era
impossibile riuscire a scorgerne il fondo. In quel momento capii a cosa si riferisse con “il luogo più buio”.
Lucifer ci era caduto dentro e la
stessa sorte sarebbe toccata a noi.
Non sbagliai, a tutti i miei compagni vennero
tarpate le ali e vennero gettati di sotto.
Ero rimasto da solo e Michael si era avvicinato.
«Ti pensavo amico…» il tono lasciava trapelare una certa
tristezza.
«Mi dispiace, ma non potevo tirarmi
indietro …» non riuscivo a guardarlo negli occhi.
«Capisco.»
Prese in mano l’arpione di Uriel ed
iniziò l’opera sulle mie ali.
Il dolore era secondo solo all’immensa tristezza che provavo
nel sapere che non avrei più potuto vederle tinte del rosso del tramonto.
«Addio Rubicante.» disse. Sul suo viso una lacrima.
Mi lasciai cadere, la voragine si apriva sotto di me, le
parole di Michael rimbombavano nelle orecchie. Sul mio viso una lacrima.
Al termine della caduta ero ai piedi di Lucifer, profondamente
cambiato nell’aspetto: le ali piumate erano come quelle di un pipistrello, la
candida pelle era diventata rossa e fra i neri capelli (una volta biondi) erano
spuntate due aguzze corna.
L’aspetto dei miei compagni era simile al suo.
Nel buio i nostri occhi riuscivano a
vedere, eravamo diventati mostri.
«Che facciamo, capo?» la domanda mi
uscì spontanea.
«Ci divertiamo, andiamo a caccia di umani!»
un ruggito bestiale accolse le sue parole.
Non eravamo più angeli, eravamo
diventati demoni.
Aspettateci umani, il male è
arrivato nella Terra. Arriverà anche su di voi.
Salve a tutti! Questa storiella scritta di getto è il mio
primo tentativo di storia originale.
Ci tengo a chiarire alcuni punti:
Questo è un lavoro PURAMENTE di
fantasia NON intendo ASSOLUTAMENTE offendere qualcuno.
La frase d’apertura è tratta dall’anime
“Cowboy Bebop” ed è stata quella che mi ha dato l’input di scrivere la storia.
Il nome del protagonista, come qualcuno forse intuirà, è
stato tratto dalla “Commedia” di Dante Alighieri. È uno dei Malebranche, i
diavoli che accompagnano Dante e Virgilio attraverso la bolgia dei Barattieri.
Bene, a questo punto ringrazio quelli che metteranno una
recensione (anche per dire che è orrenda, giuro che
non mi offendo!).