Ciao a tutti! E' passato un bel po' di
tempo dalla mia ultima storia. Ma ho letto le vostre storie, nel
frattempo. Lo show migliora di episodio in episodio, non trovate? :D
Tornando alla mia storia, questa fanfiction è alquanto
breve, niente di speciale. E' che mi è venuta un'idea e l'ho
messa per iscritto prima che volasse via. Ho lasciato che alcuni
dialoghi fossero più diretti, stile botta e risposta, e quindi
più asciutti, perché ho ritenuto fosse la cosa migliore
da fare per dare un certo tono alle scene. Spero che dopo aver letto,
la pensiate anche voi allo stesso modo. Voglio ringraziare tutti
quelli che hanno letto e recensito le mie storie precedenti. Davvero
grazie mille, avere il vostro supporto è molto importante.
:) E ora, la smetto di parlare e vi lascio alla lettura.
“No, non ci pensare nemmeno! Non
indosserò quello stupido vestito... super minuscolo e sexy!”,
protestò Jess, braccia incrociate sul petto, l'espressione di
una bambina testarda sul viso. “Dai, Jess! Non fare la
bambina!”, replicò Cece roteando gli occhi, “Sei
una stupenda giovane donna, dovresti provare a indossare qualcosa di
più... sexy, in occasioni speciali come questa”, passò
il vestito a Jess e la spinse delicatamente verso l'armadio a muro.
Jess si fermò e, voltandosi per
poter guardare la sua amica, disse: “Cece, io ho già un
vestito natalizio! Sono sicura che se gli dessi un'occhiata, lo
troveresti adorabile!”, dopodichè iniziò a
fissare la modella con i suoi grandi e supplichevoli occhi blu.
“Okay, okay! Fammi vedere questo
abito natalizio”, disse Cece sospirando, “Basta che la
smetti di guardarmi con quella faccia da cucciolo!”.
Jess lanciò un gridolino di
gioia, buttò il vestito di Cece in aria e si diresse verso
l'armadio.
Dopo 15 minuti, finalmente Jess ritornò
di fronte alla sua amica: “Allora? Che ne pensi?”
Cece squadrò attentamente Jess
dalla testa ai piedi, poi disse: “Avevi ragione. E' molto
carino. Sono ancora convinta che con quello che ti ho portato
staresti d'incanto, ma se quest'abito ti fa sentire più a tuo
agio...”
“E' così. Scusa.”
Jess sapeva che Cece aveva buone intenzioni, ma quell'abito non aveva
niente di natalizio. E poi stavano per cenare con i ragazzi lì
nel loft, non era nessuna occasione speciale. Ma per qualche strano
motivo, si ritrovò a pensare a quale sarebbe potuta essere la
reazione di Nick vedendola in quel sexy, mini abitino. La voce di
Cece la riportò di nuovo sul pianeta Terra:“Jess...”
“Mmm?”
“Quelle corna da renna che hai in
testa.”
“Non sono fantastiche??”,
le chiese Jess entusiasta.
“Toglitele.”
“Ma-”
“Adesso!”
Le ragazze erano finalmente pronte,
quando qualcuno bussò.
Jess aprì la porta: era Nick:
“Hey, ehm... Schmidt si sta lamentando da ore del fatto che ha
lavorato tanto per preparare la cena perfetta e ora si sta
raffreddando tutto e... Beh, sto morendo di fame. Ma non mi lascia
toccare niente fin quando non ci siamo tutti, quindi... O venite con
me, o faccio fuori Schmidt.”
“Hai ragione, Nick. Stavamo
giusto venendo”, Jess si voltò per fare cenno a Cece
di andare, e la vide in piedi. Ferma lì a sorridere.
“Cosa c'è?”, chiese
Jess.
Cece non rispose, ma puntò il
dito verso qualcosa che apparentemente si trovava sopra le loro
teste.
“Cosa?” , Jess domandò
di nuovo, guardando sopra di lei, “Perché stai- Oh.”
“Hey, guarda. Vischio”,
constatò semplicemente Nick. E poi ci arrivò. “Oh.”
“Su, baciatevi, così
possiamo andare a cena”, commentò Cece, un sorriso
malizioso stampato sulla faccia. Adesso ci divertiamo, pensò.
“Allora...”,
disse Jess, fissandosi i piedi. Tutto
ciò è imbarazzante.
“Allora....”,
le fece eco il suo coinquilino. Nick sapeva chi doveva incolpare per
quella situazione a dir poco scomoda: Schmidt aveva passato mezza
giornata a piazzare vischio in 'punti strategici' del loft, così
da avere una buona scusa per baciare Cece. Stava giusto pensando a un
modo crudele ed efficace per uccidere il suo amico, quando Jess parlò
di nuovo.
“Allora... Sto per baciarti.”,
disse lei, guardandolo dritto negli occhi.
“E io sto per baciare te.”
“Stiamo per baciarci.”
“Già.”
“Già.”
“Voglio dire, non è mica
strano, è solo un bacio.”
“Assolutamente.”
“A meno che... Tu non voglia.”
“Oh no, io voglio baciarti.”
Okay, questa è venuta fuori male.
Dice sul serio?? “Davvero?”
“E
tu?”
“Okay.”
“Bene!”
“Quindi...
Ne sei sicura?”
“Certo.
E tu?”, chiese Jess, sfidando Nick.
“Volevo
solo assicurarmi che non te la facessi sotto.”
“Io?
Ha! Io?! Mai!”
“Beh,
l'ultima volta ti sei tirata indietro.”
“Sì,
è vero. Ma era diverso! Non potevo avere una cosa a tre con
Remy!”
“TU
COSA?!?”
“Cece,
con te facciamo i conti dopo. Okay.
Sto per baciarti, Nicholas. E sarà il miglior bacio della tua
vita.”
“Oh,
ma davvero?”
“Già.”
“Mi
dispiace Jess. Non ti credo. Te la farai addosso.”
“Tu
credi, Faccia da Tartaruga?”
“Jess,
per favore smettila di chiamarmi Faccia da Tartaruga.”
“Faccia
da Tartaruga.”
“Smettila
di chiamarmi così!”
“Non
è colpa mia se sei una dannatissima Faccia da Tartaruga.”
“Beh,
non è colpa mia se tu sei una dannatissima fifona!”
“NON
E' VERO.”
“E
IO NON SONO UNA FACCIA DA TARTARUGA!”
“SI',
INVECE!”
“E
TU SEI UNA FIFONA!”
“RIMANGIATELO!”
“NO, TU RIMANGIATELO!”
“NO,
PERCHE' SEI UNA STUPIDA FACCIA DA TARTARUGA CON GLI OCCHI COLOR
CACCA!!!”
“E TU SEI UNA FIFONA!”
“IO NON SONO UNA DANNATA FIFONA!
NON MI TIRERO' INDIETRO!!!”
“ALLORA DIMOSTRAMELO, JESS! CHE
COSA STAI ASPETTANDO??”
Si erano fatti prendere così
tanto dal loro litigio da non rendersi conto di essere arrivati a
pochi centimetri l'uno dall'altra. Rimasero lì, a sentire
ognuno il caldo respiro dell'altro sul viso – mentre Cece
osservava in totale silenzio – fin quando gli occhi di Nick non
caddero sulle labbra di Jess... Quando i suoi occhi tornarono a
quelli di lei, Jess avvertì un'esitazione. Nick la stava
fissando con i suoi profondi occhi scuri, in attesa. In attesa che i
suoi occhi dicessero 'sì'.
“Ragazzi, potreste per favore
smetterla di urlarvi addosso, venire qui e MANGIARE LA MIA DANNATA
CENA??” Schmidt li raggiunse, interrompendo qualsiasi cosa
stesse accadendo tra i due, “Nick, ti avevo chiesto di andare e
dir loro di sbrigarsi, non ti rallentarle ulteriormente!”
Il barista e la maestra si diressero
verso il salotto senza dire una parola, lasciando indietro Schmidt e
Cece.
“Oh, guarda Cecelia. Vischio.
Ahi! Cos'ho fatto per meritarmi un ceffone?!”
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