Capitolo I
Alexandra Malfoy
Alexandra si rigirava nel suo letto a baldacchino non
riuscendo a prendere sonno. Nella sua mente si formavano immagini e suoni del
giorno appena trascorso.
Nello spazio di alcune ore la sua vita era stata stravolta. Che
ci faceva lì a Malfoy Manor? Perché le avevano nascosta la verità così a lungo?
La scoperta di avere un fratello maggiore e di appartenere
niente meno al casato dei Malfoy, per lei era stato uno choc.
Sua madre, una strega molto avvenente, era stata l’amante di
Malfoy Senior e da questa relazione era nata lei. Suo padre le era molto
affezionato, anche se non vivevano nella stessa casa. Per lei era naturale non
vivere sotto lo stesso tetto, ma con il crescere tante domande cominciarono ad
affollarsi nella sua testolina. Domande alle quali erano precluse le risposte.
Aveva provato a chiedere spiegazioni sul perché non
vivessero insieme e perché lei non sapeva il cognome del padre. La secca
risposta fu “Non sono cose che riguardano una bambina!”.
Non solo! Suo padre si era rifiutato di andarla a trovare
per un mese. Alexandra, che gli era molto affezionata si sentì lacerare l’anima
e capì che se voleva continuare a vederlo non doveva fare più domande. Così fu
fino al suo undicesimo compleanno.
Un giorno suo padre si presentò con una pergamena in mano.
“Alexandra è ora che tu vada a scuola” le disse “ insieme a
tua madre abbiamo deciso che il primo settembre partirai per Durmstrang”.
Alexandra che fino allora era stata seguita nella sua
istruzione solo da tutori privati, non sapeva se essere felice della novità.
Guardando quegli occhi di ghiaccio e il viso di suo padre, sapeva solo che
avrebbe ubbidito.
“Come volete padre” rispose guardandolo dritto in faccia.
L’uomo si alzò dalla soffice poltrona e si diresse verso la
finestra. Con tutta calma si accese la pipa e tirò una boccata di fumo.
“Questa”disse, mostrando la pergamena" è l'avviso
dell'inizio delle lezioni". Inutile dirti che da te esigo il massimo. Non
mi accontenterò che tu sia solo brava. Dovrai primeggiare sempre e in ogni
modo"le disse tirando fuori della bocca una nuvoletta di fumo denso.
“Sei nata per dare lustro e onore alla mia casata. Tu sei
una Malfoy e come tale dovrai comportarti in ogni situazione”.
Alexandra lo guardava basita. Aveva sentito parlare dei
Malfoy. A detta di tutti era una delle famiglie più potenti, famigerate e
ricche del mondo magico. Sulle sue spalle sembrava essere calato un peso che
non si sentiva pronta a sostenere, ma suo padre continuò imperterrito.
“ora sai. Appartieni ad una delle famiglie più nobili e di
sangue puro che esistono. Tutti i membri sono sempre appartenuti alla casa sei
Serpeverde, quindi vedi di non deludermi”.
“ Cos'è la casa dei serpeverde?"osò chiedere.
“A scuola sarete smistati in quattro case: grifondoro,
tassorosso, corvonero e serpeverde, in base alle vostre qualità e attitudini. Tu
dovrai” e pose l’accento su dovrai” far parte dei serpeverde come i tuoi
predecessori. Il resto ti sarà spiegato al momento opportuno.
Si avvicinò guardandola dritta negli occhi. Sul suo volto
era dipinta un’espressione indecifrabile.
Alexandra era sempre stata affascinata da lui. Alto, spalle
larghe, lineamenti duri e marcati, i bei capelli lunghi, di un biondo quasi
bianco, erano raccolti in un codino legato da un nastro. E poi quegli occhi!
Grigio-verdi come il mare in tempesta, che sapevano scrutarle in fondo
all’anima.
Sapeva che la stava studiando e che doveva sostenere quello
sguardo indagatore.
“ Si, padre non ti deluderò”.
“Sappi anche che hai un fratello”
“Un fratello?” le sfuggì dalle labbra senza rendersene
conto.
“Si, un fratello maggiore” disse fissandola “ il suo nome
Lucius. E’ il mio primogenito e se non mi deluderai, potrai conoscerlo alla
fine del primo anno di scuola”.
“Frequenta anche lui la mia scuola?”
“No. Lui è al sesto anno a Hogwarts, un’altra scuola di
magia, ovviamente è un serpeverde”
“Perché allora non mi avete iscritta allo stesso istituto?”
Malfoy Senior si girò di scatto e l’espressione che si
dipinse sul suo volto, le fece capire di essersi spinta troppo in là.
“Perdonatemi, padre” si scusò Alexandra.
“Bene, figlia mia. Ora va e ricorda: non deludermi!”.
Purtroppo le cose non erano andate esattamente secondo i
desideri di Malfoy Senior. Alexandra si era distinta in tutto, surclassando i
suoi compagni e ottenendo addirittura di saltare dal primo al terzo anno
nell’arco di un paio di mesi. Inoltre, era stata assegnata alla casa dei
grifondoro.
Alla notizia suo padre era andato su tutte le furie e aveva
preteso che si sottoponesse nuovamente allo smistamento. Il responso, però, era
sempre quello: grifondoro, grifondoro, grifondoro.
L’orgoglioso Malfoy era stato costretto a capitolare davanti
all’evidenza.
“Non tollererò un’altra delusione” le aveva sibilato in
faccia con calma glaciale. Per Alexandra era stato peggio di uno schiaffo in
pieno viso. Vide il padre voltarsi e sparire oltre la porta dell’ufficio del
preside. Alexandra si sentiva morire, ma era determinata a costringere suo
padre ad essere fiero di lei. Non avrebbe ceduto! Si sarebbe riscattata ai suoi
occhi!
Arrivò infine l’estate. Al suo rientro fu condotta a Malfoy
Manor dove le fu annunciata la dipartita di sua madre avvenuta in circostanze
misteriose. Non aveva versato una lacrima in pubblico. Aveva mantenuto un’espressione
impassibile. Rimasta sola, pianse tutte le lacrime che aveva. Si era rifugiata
sulle rive del laghetto privato di Malfoy Manor per paura che qualcuno udisse i
suoi singhiozzi. Un rumore le giunse improvviso alle spalle. Si girò di scatto
e rimase impietrita. Dritto di fronte a lei, su un cavallo bianco c’era….no,
non poteva essere…suo padre!
Batté le palpebre per mettere bene a fuoco l’immagine. Era
la fotocopia di suo padre, solo molto più giovane. All’improvviso comprese.
Doveva essere suo fratello maggiore.
Il giovane scese dal suo destriero e lentamente si avvicinò.
Era incredibile la somiglianza! Alto, imponente, elegante nei movimenti. Il suo
volto sembrava essere scolpito da un’artista. Era semplicemente perfetto! Aveva
lineamenti mascolini, il mento volitivo e una bocca ben disegnata.
Alexandra si alzò per fronteggiarlo. Si sentiva una nullità
rispetto a lui. In fondo non aveva nulla nella sua figura che ricordava i
Malfoy. Tanto lui era biondo, quanto lei aveva il capello rosso-fiamma. Suo
fratello li aveva lisci, setosi e lucenti e lei invece aveva splendidi boccoli
che le incorniciavano il viso e le ricadevano morbidi sulle spalle. Gli occhi
d’Alexandra erano allegri e lucenti di un verde chiarissimo, quelli del giovane
glaciali e grigioverde, come il mare in tempesta.
Entrambi alti per la loro età, avevano la stessa bocca e un
portamento fiero, ma le somiglianze finivano lì. Si piantò davanti a lei con
una mano poggiata al fianco.
“Così sei tu la bastardella!”
Alexandra rimase di sasso. Con un sorrisetto Lucius
continuò”E tu saresti mia sorella? Una Malfoy?” rise sguaiatamente.
“Fossi in te non mi affezionerei tanto a questo posto,
perché non ci resterai per molto” le disse.
Alexandra lo guardò fisso negli occhi con aria di
sfida”Davvero?”
“Sì davvero” fece eco lui.
“Al contrario del tuo aspetto, hai dei modi davvero poco
eleganti. Uno stalliere ha modi più signorili dei tuoi” frecciò Alexandra.
“Stai attenta ragazzina! Sono Lucius Malfoy, primogenito e
unico erede dell’illustre casato dei Malfoy” disse fissandola con odio.
”Io sono…” non le fece finire la frase.
“So chi sei. Alexandra Victoria Malfoy, la mia
sorellastra.”.
La guardò negli occhi, poi le voltò le spalle e disse” mi
dispiace per tua madre”. Saltò in groppa al suo cavallo e galoppò verso il
castello.
“Aspetta!” gli urlò dietro Alexandra, ma ormai era troppo
lontano.
Lucius aveva spronato il suo cavallo al galoppo. Nella sua
mente un solo pensiero fisso: Alexandra.
L’aveva vista piangere disperata, ma quando si era accorta della
sua presenza, aveva alzato lo sguardo e ricacciato le lacrime. Il suo volto
sembrava sereno. Possibile che un istante prima piangesse disperata? Solo una
Malfoy ha questa forza. Solo un’educazione ferrea come quella impartita ai
rampolli di casa Malfoy poteva sortire quegli effetti. Per di più lo aveva
fronteggiato con una fierezza esemplare.
“Accidenti!” urlò Lucius. Nonostante tutto, sapeva di essere
stato segnato da quell’incontro.
Galoppò tutto il pomeriggio, poi tornò al castello si fece
una doccia e andò nel salone da pranzo. Entrando notò che Alexandra non c’era.
“Dov’è la ragazzina?”
“Non sta bene, cenerà nella sua stanza” fu la secca risposta
di Malfoy Senior.
“Capisco” sbuffò Lucius.
Cenarono in silenzio, poi suo padre andò nello studio per
sorseggiare l’abituale whisky incendiario.
Lucius si diresse alle cucine, prese un paio di dolcetti alla
mela, un po’di frutta e s’avviò verso i piani superiori. Arrivò davanti ad una
porta, posò il cesto lì davanti, bussò e si nascose.
Dopo qualche minuto l’uscio si aprì e apparve sulla soglia
Alexandra.
“Ma cosa…”non finì la frase. A terra c’era un cesto pieno di
cose buone. Si guardò intorno, ma il corridoio sembrava deserto. Lo raccolse e
sorrise.
“Grazie, chiunque tu sia” disse ad alta voce sperando che
qualcuno la udisse. All’improvviso Lucius udì il tipico brontolìo dello stomaco
di chi non ha mangiato.
“Lo sapevo, l’ha spedita a letto senza cena” sorrise tra sé
Lucius. La porta si richiuse e uscì dal suo nascondiglio. Era incantevole con
indosso la camicia da notte e la vestaglia blu-mare con i ricami in pizzo, che
le aderiva al corpo, carezzando e mettendo in risalto i seni tondi e le curve
morbide dei fianchi. I capelli erano raccolti sulla nuca e un paio di riccioli
le ricadevano morbidi sul collo e sulle orecchie.
“Dannazione Lucius! E’ tua sorella!” si disse.
Corse nella sua stanza, si gettò sul letto e tentò di
addormentarsi. Il profumo di muschio bianco e l’immagine di Alexandra
lo abbandonarono solo all’alba, quando troppo esausto per resistere si
abbandonò al sonno.