Brindisi alla vita
È
sera. Sirius Black è solo, lì a Grimmauld
Place.
Fierobecco dorme. È tanto che non può farsi un bel volo.
Sirius Black è ubriaco. Ubriaco di solitudine, di
ansia, paura, di ricordi.
E
forse anche ubriaco d’alcol.
Quattordici
anni. Sono passati quattordici anni da quando il mondo
gli è crollato addosso.
Da
quando è in quella casa i ricordi gli tendono agguati. Lui vuole dimenticare.
Dimenticare di quando il suo migliore amico è morto, dimenticare di aver
passato dodici anni in quel inferno che prende il nome di Azkaban.
Dimenticare soprattutto i Black, dimenticare di essere un Black.
Ma
non può. Il destino è sadico e il tempo tiranno.
Quando
da giovane, esperto di prigionia e inesperto della vita, voleva che nulla
finisse, tutto continuasse eterno, il tempo fece
l’avaro e lui cadde perciò nella trappola fatale.
Ora
non può dimenticare. Non perché non ci abbia provato, anzi.
Eccome
se ci ha provato. Ma non può sfuggire alla spirale del tempo. E appena è solo
tutto il peso di quattordici anni in solitudine lo travolge.
L’aveva
detto Remus, quando stavano a
scuola, che lui sarebbe morto di solitudine. Perché Lui la solitudine la odia.
Sirius Black è di nuovo solo a Grimmauld
Place. Ha bevuto tanto, ha provato a dimenticare, ma
ora ha sonno. Sale di fretta le scale di casa Black. Vuole raggiungere il suo
letto il prima possibile.
Ma
qualcosa lo attira. Un raggio di luna entra dalla finestra, nel salone. E
illumina l’albero. Non un albero vero, si capisce. L’albero genealogico della
“Nobile e Antica Casata dei Black”, come è scritto lì sopra, vicino al motto. “Toujours Pur”. “Per sempre puri”. Che idiozia.
Sirius Black è solo. È davanti all’arazzo dei Black,
ma non sa come ci è arrivato. Ha una bottiglia e un bicchiere in mano. Allora
decide. Decide di fare un brindisi.
Molti
credevano che Sirius Black fosse pazzo, o che lo
fosse diventato ad Azkaban. Ma sono in pochi a sapere
la verità. A sapere che se Sirius Black è pazzo lo è
diventato dopo. Per essere rimasto lì. Per essere rimasto solo.
E
una voce risuona in quella stanza. Un brindisi.
-
Io oggi brindo. Brindo ai ricordi.- e un bicchiere di liquido ambrato va giù.
-
Brindo a Hogwarts, la mia unica e vera casa.- e
ancora il liquido scende.
-
Brindo agli amici, che sono la cosa più importante della mia inutile esistenza.
Brindo a quando hai sedici anni e credi di poter
salvare il mondo. Brindo alla mia incapacità di riuscire a salvare il mio unico
fratello dagli artigli di quegli avvoltoi.
E,
dopo un lungo istante - Brindo alla Casata dei Black.
Se
Sirius Black è pazzo lo è diventato per colpa della
solitudine. E per colpa dei Black.
By Shine93