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Fandom:
Salgari/Corsari delle Antille
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Corsaro Nero, Corsaro Rosso, Corsaro Verde, Carmaux, Primogenito dei
Ventimiglia, Honorata, Wan Guld
Tipologia:
OneShot
Genere:
Commedia, Slice Of Life
Avvertimenti:
AU
Disclaimer:
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Ispirata da una
discussione in chat con Satomi, che ne ha anche curato la betatura e ne ha
sistemato qualche punto un po’ traballante. I nomi dati ai Ventimiglia sono
suoi.
DI FANTASMI E TOMBINI
Non era raro che ad Halloween
i bambini più piccoli andassero in giro per il quartiere assieme ai fratelli più
grandi, anzi: era quasi una consuetudine vedere i costumi dei minori fare il
paio o essere ispirati a quelli dei maggiori. Certo però era curioso vedere uno
spettacolo come quello che stava offrendo al vicinato non solo il piccolo
Emilio, il cui costume da pirata era tanto elaborato per la sua età da sembrare
quasi autentico, ma anche i tre giovani che lo seguivano.
Anche i loro costumi
sembravano particolarmente curati, e alcuni sussurravano malignamente quanto
fossero sprecati per un'occasione del genere; ma i quattro non udivano nulla e
proseguivano imperterriti nel loro giro.
Di pirati ce n'erano tanti ma
loro tre risaltavano particolarmente.
E a tutti coloro che,
evidentemente curiosi, si fermavano a chiedere di che costumi si trattassero nel
dettaglio, Emilio, con voce grave e solenne, rispondeva sguainando la spada e
decantando un brano nella sua lingua madre, con espressione fin troppo seriosa
per un ragazzino di 12 anni; qualcosa che i pochi che masticavano un minimo di
italiano identificavano come un giuramento di vendetta, il che rendeva la cosa
ancora più inquietante e spaventosa.
Ridendo, i fratelli
spiegavano la rivisitazione che stavano portando a termine, il loro tentativo di
far rivivere le vicende di quell'eroe che aveva popolato i giochi di bambini
prima di Vittorio, il maggiore, e poi degli altri, e che non avevano mai
dimenticato del tutto.
“Un nobile cavaliere di
stirpe italiana, Emilio di Roccanera!” esclamò Federico con ardore mentre si
sistemava per l'ennesima volta la vistosa piuma verde sul cappello del medesimo
colore.
“Era il protagonista del
romanzo preferito di nostro padre quando era ragazzo.” Subito dopo, come in un
dialogo provato e riprovato più volte, s'intrometteva nella discussione
Ludovico, poggiando le mani coperte da guanti bianchi sul pesante tulle nero che
ricopriva le spalle del fratellino. “Noi rappresentiamo i suoi fratelli, per cui
cerca vendetta.”
Le spiegazioni si
concludevano sempre al medesimo modo: le occhiate preoccupate e di sbieco degli
interlocutori, la loro fuga dissimulata con qualche scusa e il vagabondare che
riprendeva senza posa.
Erano uno spettacolo
interessante, senza alcun dubbio.
Tre pirati fantasma e un
bambino vestito di nero in cerca di vendetta.
“Ah, l'immaginazione!”
sospiravano tra loro i più che lì ad Ames, nell’Iowa, dove la famiglia dei
quattro fratelli s’era trasferita ormai da qualche anno, non avevano mai sentito
parlare di pirati gentiluomini o roba simile.
Ma era comunque Halloween,
era sempre tempo di cercare di procurarsi più dolci possibile e, in caso di
fallimento, di elaborare gli scherzi più adatti.
Dopotutto era anche quella
una vendetta.
E quando quel vecchio
capitano arcigno che viveva nella casa vicina, il “Wan Guld della porta accanto”
come lo chiamavano i quattro fratelli, si rifiutò di dar loro qualche
dolcetto...
Uscire per portare a spasso
il cane e finire “aggredito” da tre fantasmi urlanti usciti da dietro una siepe
non era certo un bel modo per concludere la giornata.
Ed Emilio, nascosto dietro la
medesima siepe, sorrideva e progettava, per l'anno seguente di coinvolgere,
anche un suo fidato amico nel giro; allegro e sempre pronto agli scherzi
com’era, sarebbe stato un perfetto Carmaux. Farlo vestire da puzzola, profumarlo
a dovere e farlo nascondere sotto un tombino, in attesa di spuntare fuori a
spaventare i malcapitati a suon di boccacce e gridolini, gli sembrava ancora più
geniale dello scherzo organizzato ai danni del loro vicino di casa.
Eccolo che ritornava, a
proposito, ancora mezzo spaventato; bofonchiò qualcosa come teppisti
prima di attraversare la soglia dove lo attendeva una ragazzina dalle lunghe
trecce, l’espressione a metà tra il divertito e l’arrabbiato. Era bionda e
bellissima proprio come la duchessa del romanzo di cui ancora ora si divertivano
a leggere le avventure. E anche lei era figlia del nemico, purtroppo.
Emilio sospirò prima di
abbandonare il suo nascondiglio, e s’affrettò a raggiungere i fratelli che
l’aspettavano alla fine della strada; non c’era niente di male, in fondo, a
ridere assieme a loro per uno scherzo ben riuscito. Ma avrebbe presto trovato un
modo per farsi perdonare dalla sua piccola Honorata. Parola di gentiluomo.
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