E la bestia si erse davanti a me, in tutta la sua feroce superbia;
dischiuse le faci, nero fetore di carne morta e rimorta.
Urthemiel il bello, Urthemiel il dannato
fece vibrare l'aria con un suo ruggito.
Sentii la paura danzare nel mio cuore le sue travolgenti note;
coraggiosamente mi aggrappai alla viva speranza
di un mondo migliore,
di pace e speranza.
Sollevai la spada e gridai la mia rabbia, fissando negli occhi l'arrogante Dio:
in quello sguardo vidi un odio come mai l'avevo visto in vita mia.
Mai i Custodi Grigi avrebbero vacillato,
mai avrebbero esitato.
Neanche per un attimo.
Mi lanciai verso il dragone, abbracciando la morte come una vecchia amica.
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