remember
Questa oneshot mi è stata commissionata
dall’adorabile Hana :3 Non credo di aver seguito tutti gli
spunti e i suggerimenti che mi aveva dato, ma… spero le
piaccia ugualmente.
Non sono una grande esperta de I 5 Guardiani. Ho visto il
film a pezzi (stupido pc), ma ho fatto del mio meglio per mantenere i
personaggi IC.
I personaggi di Rise of the Guardians appartengono alla DreamWorks
Animation.
Remember.
Aveva aspettato. Aveva atteso. Era stato paziente.
Sin dal primo cristallo caduto dal cielo, Jamie era rimasto ad
aspettare come ogni anno dal loro primo incontro. C’erano
tante cose di cui voleva parlare con lo Spirito della Neve, tanti
scherzi da organizzare…
Eppure quell’anno Jack Frost non si fece vedere.
Quando i caldi raggi del sole sciolsero l’ultimo pupazzo di
neve, Jamie perse le speranze.
Una parte di sé era preoccupata, angosciata
all’idea che fosse successo qualcosa, tormentata al pensiero
di un ipotetico ritorno di Pitch.
Un’altra parte si sentiva in colpa. Forse aveva offeso in
qualche modo il Guardiano? Forse durante l’ultimo inverno
aveva fatto qualcosa che poteva averlo infastidito?
Un ancor più piccola parte provava solo delusione. Gli
sembrava impossibile che Jack si fosse dimenticato di lui, ma
l’eventualità non era da escludere.
Quel che Jamie non poteva sapere era che Jack aveva scelto
spontaneamente di non mostrarsi più al ragazzo.
Dopo aver ponderato durante la primavera, l’estate e
l’autunno, lo spirito aveva preso quella dolorosa decisione
perché sapeva che, prima o poi, i due si sarebbero divisi lo
stesso. Nella mente di Jack, anticipare l’inevitabile
separazione equivaleva ad una sofferenza minore. Jamie si sarebbe
abituato all’idea di non vederlo mai più, si
sarebbe dimenticato di lui come tutti gli altri bambini ormai
cresciuti.
Fu proprio così che il piccolo Jamie reagì alla
scomparsa dell’amico.
Mentre i giorni si trasformavano in settimane, i dubbi e le
preoccupazioni lasciavano spazio alle tipiche distrazioni dei ragazzini
della sua età e, a poco a poco, il ricordo del Guardiano si
perse nella nebbia delle memorie infantili di Jamie, un limbo in cui
sogno e realtà si univano e da cui difficilmente si poteva
uscire.
⁞
“Jamie! Questo è l’ultimo
avvertimento!” la voce alta della donna rimbombava contro i
muri della grande casa “Se non metti in ordine la tua camera,
butto tutto fuori dalla finestra!”
Il ragazzo di sedici anni sbuffò mentre saliva le scale per
andare a rifugiarsi nella propria camera. Si trattenne dal rispondere
in malo modo alla madre e bofonchiò seccato “Lo
faccio subito, mamma!”
Chiuse la porta della stanza dietro di sé e frenò
la voglia di imprecare ad alta voce. Era venerdì pomeriggio
e, dopo un’intera mattinata passata a scuola, non aveva
voglia di restare chiuso in casa a sistemare mentre tutti i suoi amici
si divertivano.
Lanciò un’occhiata fuori dalla finestra per
ammirare il paesaggio invernale. Aveva nevicato ininterrottamente per
diversi giorni e il manto immacolato di un bianco quasi accecante
copriva ormai ogni cosa. Avrebbe solo voluto correre fuori, partecipare
a qualche battaglia a palle di neve… chiedeva poi molto?
Da quando era bambino, ai suoi occhi l’inverno era il momento
migliore di tutto l’anno. Non per il Natale –non
solo per quello almeno. Il solo pensiero degli inverni passati lo
faceva sorridere senza un motivo preciso, come se la sua mente
ricordasse degli episodi piacevoli che però non voleva
mostrargli. Ogni volta che cercava di rammentare quei ricordi sfocati e
confusi, sentiva un forte senso di malinconia e tristezza avvolgergli
il cuore. Era strano. Decisamente strano.
Jamie scosse la testa come per ricordarsi che aveva qualcosa da fare.
Si avvicinò alla scrivania che, al momento, assomigliava
molto ad una montagna di fogli, quaderni, libri e vestiti, ed
iniziò a smistare le cose utili da quelle inutili.
Dopo quasi un’ora di lavoro, avrebbe voluto dichiarare inutile ogni cosa
in quella stanza solo per poter uscire da lì. La scrivania
era sgombra, ma il disordine si era diviso in parti uguali sul letto e
nell’armadio. Con un sospiro cercò di far spazio
nella piccola libreria ancora colma di vecchi libri scolastici che non
toccava da anni. Spostando un pesante dizionario di tedesco (
“Tedesco? È dalle medie che non lo
studio!” ), fece cadere una piccola cartellina di cartone
rigido da cui fuoriuscirono diversi fogli. Alzò gli occhi al
cielo e si accovacciò sul pavimento per raccoglierli. Erano
tutti disegni che doveva aver fatto quando era solo un ragazzino.
Disegni infantili, ritratti dettagliati, pessimi schizzi. Sembravano
tutti raffigurare personaggi fantastici, luoghi inesistenti, ma
trattenne il respiro quando il suo sguardo cadde
sull’immagine di un ragazzo.
Aveva dei capelli chiarissimi, come fossero fatti di ghiaccio. Un
sorriso beffardo adornava il suo viso e gli occhi azzurri spiccavano su
tutto il resto. Jamie guardò il foglio che stringeva tra le
mani con aria confusa. Non ricordava nessuno con
quell’aspetto, tuttavia quel viso gli pareva familiare.
Continuò ad osservarlo con smarrimento fino a quando non si
accorse del nome in fondo al foglio.
Jack.
Jack… Jack?
Il ragazzo aggrottò la fronte. Jack. Non conosceva nessuno
con quel nome così comune. Jack. Forse era solo un
personaggio nato dalla sua mente di bambino? Jack. Cercò di
concentrarsi.
“Jack…” ripeté a bassa voce e
fu a quel punto che la finestra si spalancò lasciando
entrare aria gelida e qualche fiocco di neve. Si
alzò di scatto e cercò di ripararsi dal freddo
improvviso. I brividi iniziarono a farsi strada sulla sua pelle e forse
fu proprio quella sensazione glaciale a spingerlo a ricordare. Tanti
flash apparvero nella sua mente.
Le serate passate a giocare e a parlare con lui. Le ore trascorse a
parlare dei Guardiani. La battaglie a palle di neve in giardino.
L’impazienza provata nell’aspettarlo.
Si era veramente dimenticato di tutti quei momenti? Si era dimenticato
di quelle sensazioni? Si era dimenticato di… lui?
“Jack Frost…” sussurrò
lasciando cadere il ritratto del Guardiano che ora ricordava
perfettamente. “Jack Frost.” Ripeté con
più sicurezza e qualche istante dopo una figura apparve
davanti alla finestra ancora spalancata.
Seduto proprio sul bordo della finestra, lui era lì. I piedi
scalzi sfioravano il pavimento della stanza. Il bastone era appoggiato
vicino a lui. I capelli sottili erano mossi appena dalla brezza artica
. Un piccolo sorriso cercava di nascondere gli occhi colmi di
tristezza. Jack Frost era lì, davanti a lui.
Si guardarono per minuti che sembrarono ore mentre il freddo continuava
a riempire la piccola camera. Jamie, però, era troppo
distratto dai propri pensieri per preoccuparsi di chiudere la finestra.
Come aveva potuto dimenticarlo solo perché non si erano
visti per un intero inverno? Si era comportato come un moccioso.
Avrebbe voluto scusarmi, implorare perdono, ma le parole non sembravano
voler uscire dalla sua bocca.
“Non… non pensavo che questo momento sarebbe mai
arrivato.” Jack interruppe il silenzio con un tono
leggermente sofferente. “Pensavo che non ti saresti
più ricordato di me.”
Avrebbe voluto dirgli come lo aveva osservato in tutti questi anni. Lo
aveva visto crescere, cambiare… maturare. Tutto restando
nell’invisibilità che si era autoimposto.
“Io… io non so cosa dire.” Ammise Jamie
abbassando lo sguardo per la vergogna. Furono la parole di Jack ad
attirare di nuovo la sua attenzione.
“E allora non dire nulla.” sussurrò il
Guardiano mentre si avvicinava per stringerlo in un dolce abbraccio.
Fin.
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