It’s
Lezel, baby.
-
…e insomma penso che dovremmo fare insieme il progetto di
chimica perché…- era mezz’ora che Mark
balbettava cose senza senso, Annabeth
non aveva seguito una sola parola.
Fiato
sprecato per quel poveretto; fiato che avrebbe potuto
benissimo risparmiare se avesse visto la direzione dello sguardo di
Annabeth.
Tavolo
vicino alla finestra, coppietta innamorata.
Erano
al secondo anno, si erano conosciuti in quella scuola,
sembrava che fosse stato amore al primo sguardo per Alexandria Daniels
e Thomas
Smith.
Al
momento i due si stavano coccolando in caffetteria, seduti
talmente vicini che neanche una spatola li avrebbe potuti separare.
-
Allora, Beth.. che, che ne pensi?- chiese con un tartagliamento
finale.
Annabeth
sbattè rapidamente le palpebre e lo guardò
sorpresa – di
cosa, scusa?- arrossì rendendosi conto di non aver ascoltato
nulla.
Mark
arrossì a sua volta rendendosi conto di essere stato
ignorato.
-
di fare il.. ecco…- la campanella suonò e
Annabeth andò ad
intuito. – il progetto di chimica? Mark mi dispiace, pensavo
di svolgerlo da
sola…- “poiché la persona con cui lo
voglio fare è occupata…” di nuovo lo
sguardo andò alla coppietta che ridacchiava e si alzava per
andare alla lezione
successiva.
Le
intenzioni di Annabeth però erano altre.
Avrebbe
spudoratamente saltato letteratura inglese e si sarebbe
recata di nascosto in segreteria, con un intento ben preciso.
Senza
farsi notare e guardandosi nervosamente in giro raggiunse la
sua meta e si nascose nella stanza degli archivi.
Anno
scolastico d’entrata… 2011.
Annabeth
tentò di aprire il meno rumorosamente possibile il
cassetto di quell’anno e cercò quel nome.
Ci
mise meno del previsto, ma in fondo era all’inizio del totale
degli alunni.
Alexandria
B. Daniels.
Il
cuore di Annabeth cominciò ad andare più rapido.
Possibile
che si stesse comportando così tanto da stalker? Con una
ragazza e più piccola di lei, per giunta!
Però
guardando la foto sorridente della ragazza ricordò
perché lo
faceva.
Quegli
occhi così espressivi e quelle labbra rosse…
Annabeth si
lasciò sfuggire un sospiro sognante.
Sfogliò
rapidamente il suo fascicolo: aveva quindici anni, mai
bocciata, ottimo curriculum scolastico… non aveva i genitori.
Annabeth
si sentì le guance arroventare dall’imbarazzo e
dal senso
di colpa.
Aveva
aperto un fascicolo privato – cosa illegale – per
farsi gli
affari della ragazza che le piaceva ed aveva trovato qualcosa che molto
probabilmente la diretta interessata aveva detto unicamente al suo
ragazzo e
più per forza di cose che per altro.
Dopo
quell’ultima informazione si sbrigò a rimettere
tutto com’era
e ad andare alla lezione successiva.
Pensò
tutto il giorno alla ragazza, a ciò che aveva letto.
A
fine giornata la attese fuori scuola e la fermò.
Ovviamente
c’era anche Thomas, pensò tristemente.
-
posso… posso parlarti in privato?- le chiese, arrossendo.
Annabeth
tentò di autoconvincersi fosse per causa del freddo.
-
certo- Alexandria le sorrise e diede una stretta alla mano del ragazzo,
prima di dirgli di andare avanti lui, dopo l’avrebbe
raggiunto.
Lui
annuì e la baciò castamente sulle labbra.
Annabeth
sentò un tonfo in fondo al cuore e si augurò che
la rossa
non lo avesse udito.
Messe
da una parte si sedettero entrambe sul muretto della scuola.
-
ehm… non credo tu mi conosca… sono…-
Alexandria arrossì e guardò
da un’altra parte con un sorrisetto – Annabeth
Bowen, rappresentante di classe
del quarto anno della sezione di letteratura francese. Si, so chi sei.-
la
ragazza aveva l’aria parecchio imbarazzata. Si strinse nelle
spalle con un
sorriso, le guance rimasero arrossate.
-
ohw. Wow, cioè, non mi aspettavo sapessi chi
fossi…- Annabeth si
lasciò scappare una risatina nervosa e si riavviò
una ciocca castana dietro
l’orecchio, che prontamente ricadde vicino alla sua guancia.
Alex
si avvicinò di poco e le riavviò di nuovo la
stessa ciocca,
con delicatezza e Beth poté sentire il suo respiro.
Il
suo profumo.
-
cosa volevi dirmi?- le chiese Alex, senza spostarsi da
dov’era.
La
guardò negli occhi castani, con i suoi verdi.
A
Beth si mozzò il respiro – solo…
io… ecco…- cosa voleva dirle?
Lo
sguardo di Alex si fece leggermente perplesso, poi deluso.
-
Il progetto di chimica.- si lasciò scappare.
-
lo fai assieme a… a lui, vero?- tentò di
nascondere il tono
sofferente nella voce.
Alexandria
annuì piano.
-
si…- mormorò abbassando lo sguardo;
lasciò cadere lungo il
fianco la mano che aveva preso, quasi inconsciamente, a carezzarle una
guancia.
-
ohw.- replicò con voce atona.
Non
potè far nulla per nascondere la delusione, questa volta.
La
ragazza rimase ferma, l’aria impacciata e lo sguardo vagante.
-
mh, beh, allora spero che…- Annabeth non fece in tempo a
finire
la frase che Alex riprese la parola con aria scocciata – non
mi ci far pensare!
Sembra che siamo costretti a fare tutto insieme! È una cosa
a dir poco… a dir
poco insopportabile! Neanche avessi delle responsabilità nei
suoi confronti o
degli obblighi…- solo allora Beth notò le leggere
occhiaie attorno ai suoi
occhi.
In
quel momento si chiese se Alex fosse vergine; cosa per nulla
pertinente a ciò su cui l’altra si stava sfogando,
ma quelle occhiaie le
mettevano ansia.
-
allora se ti va… potremmo farlo assieme, il progetto.-
mormorò
insicura Annabeth.
Gli
occhi di Alex si accesero di un’innaturale luce speranzosa.
-
davvero? Oh, grazie!- la rossa si lanciò addosso a lei in un
abbraccio stritolatore.
- e
di cosa! Dai, ora raggiungi il tuo ragazzo…-
replicò la
ragazza arrossendo.
-
no, grazie davvero… Hazel…- sussurrò
al suo orecchio, un lieve
sorriso sulle labbra morbide.
Annabeth
quasi non udì il nomignolo, soffermandosi sulla voce di
lei.
-
Hazel…?- chiese perplessa.
-
Hazel. Il colore dei tuoi occhi.- spiegò Alex, stretta
ancora a
lei nell’abbraccio.
Sembrava
non volersi staccare.
Beh,
non sarebbe stata di certo lei a farla spostare.
Annabeth
chiuse gli occhi e la strinse un’ultima volta,
consapevole che comunque Alex sarebbe dovuta andare dal ragazzo, il
quale molto
probabilmente stava cominciando ad agitarsi per la sua assenza.
Le
carezzò i capelli e le disse: - okay…
allora… ehm, quando e
dove ci vediamo?- Alex le rivolse un sorriso smagliatante –
che ne dici domani
a casa mia? So che è presto, però…
sai, per la consegna del progetto si parla
di una settimana al massimo e…- Annabeth la fece azzittire
– nessun problema,
domani a casa tua, sarò lì per le…-
Alex sbuffò interrompendola a sua volta –
vieni a pranzo da me!- nonostante le scuse che l’altra
tentava di inventare sul
momento, sempre più rossa, Alex l’ebbe vinta.
La
notte Annabeth non sapeva bene cosa fare.
Non
riusciva a dormire, poco ma sicuro!
Così
tante emozioni in un solo giorno… passò la notte
in bianco,
certa che se ne sarebbe pentita la mattina dopo, pensando
all’altra ragazza e
ricordandosi di non illudersi e tanto meno farsi film mentali.
Quando
si trattò di andare a scuola “Hazel”
fece meno storie del
solito, stupendo la madre del suo essere pimpante alle sei e mezzo del
mattino.
Credo
non ci sia neanche il bisogno di dire quanto la ragazza
fosse eccitata all’idea di entrare nella vita della rossa.
Le
sembrò che la giornata scolastica non passasse mai.
Purtroppo,
a ricreazione sorse un inconveniente.
Delle
urla si sentirono da una classe.
Anche
se Annabeth pregava apertamente non fosse quella di Alex si
affacciò e la vide litigare con Thomas.
-
Ma spiegami perché almeno, dannazione!- gridava lui, il
collo
rosso – è due anni più grande di me e
poi facendo il progetto con te rischio di
distrarmi!- mentì lei in risposta. Continuarono un
po’ con lui che cercava di
scoprire cos’aveva realmente la ragazza e con lei che lo
chiudeva sempre più
fuori.
Dopo
un po’, stanca di farsi ancora gli affari
dell’oggetto del
suo amore proibito tornò in classe senza aver mangiato nulla.
A
fine giornata la aspettò fuori dalla classe, con
l’intenzione di
risparmiarle un tragitto silenziosamente imbarazzante assieme al
ragazzo.
Una
volta uscita Alex aver lo sguardo triste, nonostante un
sorriso le illuminò il volto vedendola.
-
Hazel!- la chiamò a gran voce, Annabeth alzò lo
sguardo e le
sorrise in risposta – Hey, Lex!- replicò.
“Lex?
Ma che…” si chiese appena dopo averlo pronunciato.
Eppure
le calzava a pennello.
Lex,
legis; termine latino che indicava legge.
E
lei sapeva tutte le voci che giravano su quella ragazza, voci
che le avevano permesso di divenire rappresentante di classe per due
anni di
fila.
La
ragazza giusta.
-
Lex? Bel soprannome! Lo trovo alternativo!- disse con orgoglio
la diretta interessata mettendo un braccio attorno alle spalle di
Annabeth, la
quale arrossì, seppur sorridendo.
Ci
misero veramente poco ad arrivare a casa di Alex, dato che non
era neanche lontana dalla scuola.
Pranzarono
velocemente, Hazel risparmiò alla ragazza la fatidica
domanda sui genitori, in quanto le due erano a casa da sole.
Nonostante
ciò, fu proprio lei a tirare fuori l’argomento.
-
allora, chi ti ha detto dei miei genitori?- le chiese con un
sospiro, mettendo i piatti nella lavastoviglie.
-
ehm.. eh?- replicò lei arrossendo e passandogliene un altro.
-
andiamo Hazel, non sei brava a mentire…- mormorò
la rossa con un
mezzo sorriso.
Hazel
sospirò a sua volta, pesantemente.
-
Sono… ho…- si schiarì la voce,
diventata improvvisamente secca.
– sono andata a rovistare in segreteria alla ricerca del tuo
fascicolo.-
Lex
sbiancò improvvisamente. – tu... tu cosa?
Perché?- le chiese,
rimanendo calma.
Non
aveva nemmeno un tono angosciato, forse… curioso;
notò
Annabeth.
-
sono… Lex, ci siamo conosciute da poco non voglio darti una
brutta impressione.-
Alex
fece un passo avanti e la guardò dritta negli occhi.
– anche
io ho cercato il tuo fascicolo.- disse, per tutta risposta.
Annabeth
si scoprì a fare una faccia stupita, dunque si ricompose.
- e
come mai?- Alex fece un sorriso sarcastico e si poggiò ad un
mobile della cucina, facendole un cenno d’incoraggiamento con
una mano – prego,
ho chiesto prima io…- Annabeth mandò indietro la
testa e si passò entrambe le
mani prima sul volto e poi tra i capelli – sono interessata a
te.- voltò
palesemente la testa verso l’uscita.
Non
si fermò a guardare quello che, ne era certa, era lo sguardo
schifato di Alex.
Inaspettatamente,
invece, la ragazza fece tre passi avanti, le
prese il viso tra le mani e… la baciò.
Le
lasciò un bacio sulle labbra, premendole soltanto contro le
sue.
Senza
far null’altro.
Nuovamente,
Annabeth assunse uno sguardo stupito.
Alex
fece spallucce, un altro mezzo sorriso.
Questa
volta fu Hazel a mettere le mani sui fianchi della ragazza,
esitante, per avvicinarla a sé e coinvolgerla in un bacio
meno casto e più
pretenzioso.
Affamata
di tutto ciò che le era stato negato.
Lex
non la privò di nulla, sorrise più volte mentre
si baciavano,
lì in cucina.
Le
sembrava così diverso dai baci che scambiava con Thomas!
Non
era per via del fatto che Hazel era una donna, quanto per il
fatto che provava realmente qualcosa per lei.
Ad
un certo punto le riavviò delicatamente i capelli castani
dietro le orecchie, per poi avvicinarsi ad una di esse.
-
saliamo in camera mia- sussurrò.
Un
brivido scese lungo la spina dorsale di Hazel, la quale
annuì
concitatamente.
Stese
sul letto di Lex, però, quella che fino a poco prima era
bruciante passione si trasformò in pigre carezze lungo il
corpo.
Un
bacio sul collo, un morso sull’orecchio, un sorriso segreto
dentro ad un bacio.
Ben
presto Hazel strinse a sé Lex, guardandola con aria quasi
sognante
– com’è possibile?- mormorò;
Alex si lasciò scappare una risatina – che tu ed
io ci ricambiamo fortuitamente o che sono già le quattro e
mezza del
pomeriggio?- Hazel poggiò la fronte contro la sua, lasciando
che il suo petto
fosse scosso da una risata simile a quella dell’altra
– che ci ricambiamo-
replicò, scendendo a morderle ancora il collo, poco
più forte di prima – sarà
che siamo entrambe due persone stupende?- domandò Lex, quasi
retoricamente,
lasciandosi sfuggire un sospiro sognante.
Hazel
fu colpita più da quello, che da tutto il resto.
Da
quel sospiro così libero, come se la ragazza si fosse
finalmente abbandonata a ciò che desiderava veramente.
Come
se avesse scacciato il mondo dalle sue spalle.
Fu
la cosa più bella che udì, quel giorno.
Il
sospiro sognante della rossa, la sua voce ed il suo respiro
uniti.
Le
posò un altro bacio sulle labbra prima di annuire.
– si, credo
sia proprio questo il motivo.- mormorò.
Le
ragazze si persero nuovamente nei loro occhi con un sorriso
dolce e consapevole.
Forse
il migliore di una vita.
-
Bloody’s
corner-
Eccomi
di
nuovo con qualcosa di sdolcinato u.u
I
personaggi
siamo una mia amica ed io… anzi, è più
esatto dire “i nostri fake” x°°
anyway,
mi è piaciuto particolarmente scriverla, davvero u.u
Ed
invece
a te, o intrepido lettore? u.u
Miss
BloodyFangs
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