Chiudo gli occhi e penso a te
La
mia vita è un eterno dilemma.
Posso
chiudere gli occhi ed additare chiunque mi creda superficiale o frivola; posso
sorridere mestamente a coloro che giudicano sciocco il mio comportamento
leggero, troppo allegro di fronte alle avversità che la vita comune ci presenta
di fronte.
Ogni
persona che passa tende ad etichettare ciò che vede in base all’aspetto
esteriore: se una ragazza porta una gonna troppo corta e metà del suo seno è
visibile vuol dire che non è né intelligente, né tanto meno vergine.
Sentivo
i sussurri alle mie spalle, rivolti alle gambe lasciate troppo nude, alle
magliette troppo corte, al trucco a volte troppo pesante.
Lascio
correre quei commenti, perché io so (tu sai) che non sono realmente così.
Tendo
una mano a chi ne ha bisogno, sorridendo in quel modo un po’ rassicurante e un po’
fanciullesco che a te, Taro, piace davvero tanto.
Non
è amore il tuo, dici di essere troppo grande per una come me. Una ragazzina. Lo credi davvero?
Penso
di amarti più della mia stessa vita: quando ti vedo il mio cuore batte all’impazzata,
sento la gola riarsa ed una voglia intramontabile di cantare (per te) mi
travolge.
Tuttavia,
so anche che amare comporta tanti sacrifici. Chiudo gli occhi quando tu, inconsapevole
dei miei sguardi, ti perdi nel tuo mondo a me precluso e inizi a pensare a lei.
Lei,
che ti ha abbandonato.
Lei,
che ti ha spezzato il cuore.
Lei,
che ti ha donato l’amore più forte di tutto.
Lei,
che per te si è sacrificata e ha visto il suo regno crollare sotto l’immensa
forza di quell’amore proibito.
Lei,
che nonostante tutto ti ha sempre amato.
Chiudo
gli occhi, la brezza leggera della sera che mi fa ondeggiare i capelli lunghi. Non
sento freddo nonostante il mio corpo per metà nudo sia emerso dall’acqua.
La
consapevolezza del tuo amore mi strugge dentro: una ferita profonda nel cuore
che non smetterà probabilmente mai di sanguinare, troppo dolorosa per poterla
sopportare senza gemere.
I
tuoi rifiuti, le tue parole, i tuoi sorrisi di esasperazione; tutto ciò sembra
scivolare via lento ed inesorabile, andando ad unirsi all’acqua che mi
circonda, fino a scomparire.
Una
mano sul mio cuore che batte troppo forte per essere normale, le gote arrossate
dell’emozione.
In
quel momento, la dolce musica del pianoforte mi giunge all’orecchie, facendomi
sorridere appagata.
Immagino
le tue dita lunghe e magre passare su quei tasti, il tuo viso aperto in un’espressione
totalmente rilassata; una di quelle che amo osservare per ore, senza mai
davvero stancarmi.
Riconosco
la musica e prima che possa rendermene conto sto già cantando. Perché so che tu
in questo momento stai pensando a me, alla mia presenza.
Perché
questa canzone è mia.
Mentre
le parole esplodono in un canto di disperazione, una lacrima mi sgorga e inizia
a correre lungo la mia guancia.
Una
battuta amare si fa largo in me: quest’amore
non s’ha da fare. Io sono uno di quegli essere che ti ha spezzato il cuore
in mille pezzi, sono costretta ad andarmene. Non potrei mai rimanere al tuo
fianco.
Potrei
solo pregare per te dal mio Regno, laggiù, una tristezza logorante dentro di
me.
Tuttavia,
non riesco davvero a mollare. Sembro una qualsiasi ragazzina testarda, alla
quale più volte si ripetono le stesse cose ma che non vuole arrendersi.
Mi
sento proprio così in questo momento, di lasciar perdere davvero non mi va.
Anche
se il mio cuore sanguinerà di più e la notte non potrò più dormire, il tuo
ricordo che mai mi abbandonerà.
E
poi eccoti. Mi hai udito e sei accorso.
Ti
sorrido da laggiù, mentre allungo le braccia verso di te. Un richiamo muto ed
innocente, quasi, mentre il cuore rischia di esplodermi nel petto.
E
ti butti così, vestito e senza pensieri, schizzando acqua ovunque e rovinando
per un secondo quest’atmosfera pesante con una risata calda e sincera.
Le
tue braccia mi stringono quasi con possessività, mentre ripeti il mio nome
quasi come una cantilena od un disco rotto.
Mai
il nome che porto è suonato più bello in tutta la mia vita, con quell’accentuazione
senza sbavature ed incolore, un tono di dolcezza che quasi mi fa sciogliere e
diventare spuma.
Il
silenzio ci avvolge, la mia voce sembra quasi sparita nel nulla. Poi, chiudendo
gli occhi e accarezzandoti il viso, lascio che le tue labbra sfiorino ogni
centimetro della mia pelle visibile.
Sospiro
piacevolmente mentre le tue mani scorrono lungo il mio corpo, lente e quasi
curiose, allacciando le braccia intorno al tuo collo.
E
senza alcun preavviso ti bacio.
Non
è un bacio passionale, sa di amarezza e tristezza, una consapevolezza di un
amore che mai esisterà davvero.
Mi
spingo maggiormente contro di te, premendo il mio seno contro il tuo petto e tu
quasi sorridi.
Immagino
già ciò che stai pensando: ragazzina sti
cavoli.
Prendo
la tua mano, staccandomi da te e cercando di non guardarti in viso.
Nuotiamo
fino alla spiaggia ed una volta a riva mi sento nuda sotto i tuoi occhi, la
luce lunare ad illuminare il momento.
Copro
i miei seni con un braccio, mentre tu ti avvicini lentamente.
Affannato,
ti chini su di me e mi baci ancora e ancora, fino a che le labbra non fanno
male ed il cuore non resiste più.
Poi
sono solo sospiri, mani che si sfiorano, carezze azzardate e nomi pronunciati
con versi strozzati.
Ingoio
un boccone amaro, mentre butto il capo all’indietro agevolando le tue labbra; l’idea
che tu stia amando Sarah e non me è un assassinio, ma io la scaccio con forza,
amandoti con tutta me stessa.
Fino
alla fine.
Torno nell’oceano più
blu,
tra le onde a cui davo
del tu.
Edit
13.10.2009:
La
storia è cambiata totalmente. Prima il testo della canzone era stato
praticamente copia-incollato, ora ho fatto un lavoro più omogeneo.
Ammetto
che il risultato non mi soddisfa per niente, ma creare dal nulla una nuova
storia senza ispirazione non è semplice.
Ringrazio
tutte le persone che hanno recensito la FanFic, con
la speranza che ora piaccia di più.
Cà.