Insonnia
Ecco qui la flashfic su Xemnas
e Saix ^^ volevo fare una yaoi seria, ma non ho resistito a giocare con la
frustrazione sessuale del povero "Mansex" X-DDDDDD così è venuta una
cosa da commediola comica…
(Sei una sadica str***a, lo
sai? NdXemnas)
(Ho preso ripetizioni da
Larxene ^^ ndMe)
L’ultima cosa che Xemnas si
aspettava in quel momento era che qualcuno bussasse alla sua porta. Era notte
fonda, persino per gli standard di quel mondo al confine del nulla, e lui si
trovava in procinto di andare a dormire. Una persona ordinaria avrebbe provato
contrarietà e irritazione all’inopportuna intrusione; sentimenti in teoria
impossibili per un Nobody privo della capacità di provare emozioni. Inoltre lui
era il Superiore dell’Organizzazione XIII, e doveva fare coscienziosamente il
proprio dovere nei confronti dei suoi subordinati, rispondendo alle loro
necessità in qualunque momento; si ripeté mentalmente tutto questo,
congratulandosi con sé stesso per la propria logica ed esemplare dedizione alla
causa.
Indossando un’elegante vestaglia
color grigio perla sul suo pigiama nero, si diresse all’entrata delle proprie
stanze private, chiedendosi se era il caso di scagliare una raffica di aerial
blades allo scocciatore prima o dopo aver verificato la sua identità.
Ogni pensiero di questo genere
scomparve dalla sua mente nel momento in cui, aprendo la porta, si trovò di
fronte il proprio fedelissimo secondo in comando. Xemnas non poté impedire alla
sua espressione di illuminarsi impercettibilmente osservando il Luna Diviner
dai lunghi capelli azzurri; tuttavia ai suoi occhi penetranti non sfuggì l’aria
stanca del Numero VII: la sua carnagione chiara sembrava più pallida del
solito, i suoi brillanti occhi dorati sembravano in qualche modo offuscati e
cerchiati da ombre scure.
L’uomo dai capelli d’argento lo
fece accomodare, accantonando con un gesto le scuse dell’altro per averlo
disturbato ad un’ora tanto tarda. “Dimmi, Saix, cosa ti turba?”
Il berserker si strofinò esitante
le cicatrici che s’incrociavano sopra il suo naso formando una ‘x’ tra le
sopracciglia azzurre; Xemnas s’accigliò: era un comportamento davvero insolito
per quel nobody sempre tanto deciso e sicuro di sé, e questo era un indizio
sicuro del fatto che il suo problema lo metteva a disagio. Prendendo
l’iniziativa, il Superiore posò le proprie mani sulle spalle del suo più fidato
aiutante:
“Di qualsiasi cosa si tratti,
Saix, sappi che puoi sempre parlarmene in completa libertà.” In un angolino
della propria mente contorta, Xemnas sperò che l’altro gli si gettasse tra le
braccia e gli aprisse il suo cuore… o, in assenza di esso, qualcos’altro… prima
che scattasse la censura automatica che lo riportò con i piedi per terra.
Saix sembrava non aver fatto caso
al momentaneo volo d’immaginazione del proprio venerato Superiore; distogliendo
lo sguardo verso terra mormorò qualcosa in tono che, dalla bocca di una persona
ordinaria, sarebbe sembrato imbarazzato. Ma anche lui non era una persona
ordinaria, come detto sopra.
Il Numero I sbatté incerto le
palpebre e per essere sicuro di aver capito bene, ripeté: “Non riesci a
dormire… per via del rumore nella tua stanza?”
Saix inspirò profondamente: “Devo
ricordarvi, Superiore, che la mia stanza si trova tra quelle di Numero VIII e
di Numero VI? E che costoro hanno come ‘speciali ospiti notturni’
rispettivamente Numero XIII e Numero IX???”
Xemnas cominciava a intuire quale
fosse effettivamente la portata del problema. Saix riprese in un tono che
stavolta malcelava una certa esasperazione:
“Vi prego di credermi se vi assicuro
che non è facile riuscire a riposare serenamente ritrovandosi costretti ad
ascoltare la colonna sonora delle effusioni di quattro adolescenti dagli ormoni
impazziti!”
In fatto di ormoni impazziti, in
quel momento quelli di Xemnas non avevano nulla da invidiare a nessuno: la
vista del suo affascinante berserker infervorato e scarmigliato li aveva
scatenati. Quel viso d’alabastro sembrava splendere alla luce della Luna da cui
traeva il potere; la sua collera, sebbene razionalmente sapesse fosse soltanto
simulata per esprimere emozioni a loro negate, generava onde d’energia che
parevano colmare l’atmosfera di scintille, facendolo sembrare più vivo e
selvaggio che mai.
Cogliendo al volo un’occasione
tanto imperdibile, Xemnas studiò la propria espressione un una maschera di
neutra casualità e propose:
“Se pensi che possa aiutare il
tuo riposo, puoi fermarti a dormire qui, stanotte.”
Il Luna Diviner gli rivolse uno
sguardo sorpreso e, all’occhio di un osservatore molto attento, un vago rossore
sottilmente speranzoso: “Mio Superiore, non vorrei mai arrecarvi tale
disturbo…”
Xemnas lo interruppe
controbattendo in tono soave: “Nessun disturbo. Inoltre, non posso permettere
che l’insonnia comprometta l’efficienza del mio secondo in comando; è per il
bene di tutta l’Organizzazione.”
A una simile argomentazione, il
Numero VII accettò con un inchino di gratitudine, che ripeté quando il Numero I
gli offrì la possibilità di usare la propria doccia per rinfrescarsi.
Probabilmente si sarà intuito che
tale generosità da parte dell’astuto Enigmatic Man non era disinteressata
quanto egli avrebbe voluto far credere. Infatti, mentre Saix era chiuso nel
bagno a lavarsi, si potevano quasi udire gli ingranaggi della mente di Xemnas
girare freneticamente alla ricerca di uno stratagemma per sbirciare nella
stanza accanto, sperando di scorgere anche solo per un attimo quel corpo snello
e muscoloso privo di vestiti…
La risposta alle sue preghiere
giunse sotto forma di uno schianto pauroso proveniente dal piano di sotto; e di
conseguenza, un berserker allarmato che si scagliò fuori dal bagno col Claymore
in pugno e pronto a combattere in difesa del suo idolatrato Master, nonostante
fosse ancora grondante d’acqua e ricoperto unicamente da un asciugamano avvolto
attorno alla vita stretta.
Xemnas sperimentò per la prima volta nella sua vita, sia
umana che da Nobody, un effetto molto simile ad una visione mistica; e l’unico
motivo plausibile per cui non rimase vittima di una torrenziale emorragia
nasale è che il sangue fosse migrato immediatamente in un’area decisamente più
bassa del suo corpo.
Saix, accertatosi dell’assenza di
visibili minacce all’incolumità del suo Superiore, era sul punto di chiedere
cosa fosse stato quel rumore, quando le sue acute orecchie appuntite colsero
gemiti e sospiri fin troppo identificabili provenire dalla stanza sottostante…
Xemnas, vedendosi rovinare
completamente l’atmosfera, mandò provvisoriamente a quel paese la sua raffinata
eleganza e imprecò con tutto il suo cuore inesistente:
“Maledizione! Avrò ripetuto mille
volte a Xigbar e Xaldin di sfogare i loro istinti in una stanza che non fosse
proprio sotto la MIA!!!”
Così, almeno per quella notte,
Xemnas e Saix dovettero limitarsi a condividere solamente l’insonnia… e i tappi
per le orecchie.