“CURIOSI SI NASCE”
La
porta non era ben chiusa, ne
filtrava un filo di luce gialla, avrebbe ceduto a spingerla. Presi una
profonda
boccata d’aria e spinsi.
Mi ero sempre considerato un
ragazzo qualunque,
moderatamente allegro, equilibratamente ragionevole, vivace in giusta
misura,
abbastanza studioso, normale e piuttosto mediocre in tutto, con una
sola
eccezione: sono sempre stato ‘un tantino’ troppo
curioso.
Proprio per questa mia
incontrollabile curiosità, quando
per la prima volta vidi quella porta in cantina, nascosta dietro una
pila di
scatoloni, mi assalì subito una travolgente voglia di
aprirla, per curiosità
certo, ma anche per il semplice fatto che qualcuno si fosse preso il
disturbo
di nasconderla così accuratamente.
Purtroppo
però, ogni volta che
avevo provato a spingere la porta, quasi come un
misterioso monito a frenare la mia curiosità,
era accaduto
qualcosa che mi aveva costretto ad allontanarmi, abbandonando la mia
impresa:
mia madre che chiamava, mio fratello in cima alle scale, lo squillo del
telefono o altri disguidi di questa specie.
Oggi
però no, oggi eccomi qua,
oggi nulla si frappone tra me ed il mistero che si cela al di
là della porta
segreta…nulla tranne quella lieve incertezza –devo
proprio chiamarla paura?-
che mi trattiene ancora un attimo dal varcare la soglia.
Ma
basta esitare: ho deciso, il
dado è tratto…pronti? Via!
Con
una leggera pressione la mia
mano spalanca la porta: non faccio nemmeno in tempo ad accorgermene e
mi
ritrovo avvolto in un turbine di luce gialla vorticante che, come
farebbe un
uragano, mi scaraventa in aria.
Perdo
il senso dell’orientamento
e all’improvviso…BUM! tutto finisce
misteriosamente e, ancora mezzo stordito,
mi ritrovo appollaiato su una sedia girevole, circondato da uno strano
pubblico
vociante, mentre un personaggio dall’aria vagamente familiare
mi rivolge questa
domanda: “E’ la tua risposta definitiva?
L’accendiamo?”
“L’accendiamo
cosa?” sento la mia
voce chiedere.
Poi
un’idea si fa strada nella
mia mente annebbiata: possibile che, come nel peggiore dei miei incubi,
io sia
finito in quella terribile trasmissione televisiva chiamata
“chi vuol essere
milionario” sì, proprio quella che, seguita da
casa, mi manda in crisi
uccidendo la mia autostima perché non azzecco mai neanche
una risposta?
“Rivoglio
la porta, la porta
della cantina!!” esclamo.
”Di
che porta vai blaterando?
Senti ragazzo, sei sicuro di stare bene? Se vuoi ti faccio portare un
bicchiere
d’acqua!” mi apostrofa un impettito Gerry Scotti.
“Comunque,
tornando alla domanda
da sedicimila euro: come si chiama il famigerato coyote del famoso
cartone
animato?” mi chiede un po’ seccato Gerry.
“Ma
che coyote e coyote….”
Replico io, ma non faccio neanche in tempo a finire la frase che il
turbine
giallo-dorato mi circonda di nuovo e con uno schianto cado a terra.
Subito
mi rialzo, anche se un po’
intontito e quando cerco di scostare dalla fronte un ciuffo ribelle di
capelli
sento una strana sporgenza spuntarmi sulla sommità della
testa: orecchie???!!
Di
colpo mi accorgo che al posto
delle mani ho delle zampe pelose e artigliate; dopo pochi secondi
capisco: sono
diventato un coyote!!
Improvvisamente
scorgo
all’orizzonte un polverone e vedo qualcosa che velocemente si
avvicina a me,
poi sento uno strano suono farsi sempre più forte e
vicino…”BEEP BEEP!!!”
“Oh
no, ditemi che questo non è
quel pazzo volatile che viene inseguito da Willy il coyote!! Ma
soprattutto
ditemi che il coyote non sono io! Ma, un momento, cos’ho in mano? Strano, mi
sembra… non può essere… e
invece sì, è un candelotto di dinamite, la cui
miccia si sta pericolosamente
consumando!
BOOM!!!
Un’esplosione
accompagnata da un botto incredibile mi fa saltare in aria e mi ritrovo
mezzo
carbonizzato; sputacchiando cenere esclamo: “Questi cartoni
animati sono troppo
violenti, ci vorrebbe un po’ più
d’amore!!”
Ho
appena pronunciato l’ultima
parola quando…. Di nuovo quella luce gialla e appena essa
scompare sento una
voce urlare:
”Più
C1, più
tranquillità!” A quel punto una macchina
rossa quasi mi investe; subito mi butto di lato con il cuore a mille,
poi
risento di nuovo la voce:” Più C1, più
appuntamenti, più appuntamenti più
amore!!”
NO!!!
È incredibile, sono
capitato nella pubblicità della Citroen C1! Quella stupida
pubblicità!! Ah ecco
una ragazza, mi avvicino cercando timidamente di rivolgerle la parola,
ma lei
scocciata mi urla: “Senti, carino, non vedi che sono
impegnata?!”
“Ehi
scusa, volevo solo sapere se
avevi qualche notizia da darmi per tornare a casa!”
A
quelle parole la luce gialle mi
catapulta in quello che sembrerebbe essere uno studio televisivo.
Sono
seduto su una sedia molto,
molto scomoda; c’è una pigna di fogli davanti a me
ed al mio fianco una donna
sorridente parla, fissandomi con un’espressione
interrogativa. Che stia
parlando con me?
“Keith,
Keith tutto ok?” mi
chiede.
Mi
guardo intorno smarrito,
chiedendomi chi diavolo sia questo Keith.
“Keith,
sto parlando con te!”
dice la donna.
“Con
me? Ma io non mi chiamo
Keith!”
“Senti,
oggi non ho voglia di
scherzare, tra trenta secondi andiamo in onda, quindi riprenditi e
concentrati”
mi sgrida la signora.
Scruto
meglio l’ambiente intorno
a me e mi rendo conto di essere nello studio del TG5.
“Tre,
due, uno, in onda!!”
esclama qualcuno.
“Cari
telespettatori, bentornati
al TG5! oggi abbiamo molte novità, vero Keith?”
“Ssi”,
rispondo titubante; la
donna continua a parlare di guerre, omicidi, rapine e dopo almeno dieci
minuti
io intervengo dicendo: “ Con tutto questo parlare di
catastrofi sento un
incredibile bisogno di tranquillità, di pace, di
casa!!”
Ma
ecco che, nello stesso istante
in cui la parola casa affiora sulle mie labbra, il mio fisico ormai
stremato
viene materializzato in una stanza con pareti rosse insonorizzate: oh
no!! Ma
capitano proprio tutte a me? Sono a casa, sì, ma la casa del
Grande Fratello!!
Devo
assolutamente trovare il
modo di porre fine a questa avventura…..anzi disavventura.
Continuo
ad essere il soggetto di
un esasperante zapping da un canale all’altro, da un film ad
un documentario,
da una soap-opera ad un reality, passando attraverso le previsioni
meteo.
Il
brutto è che non so chi sia a
manovrare il telecomando e soprattutto non ho la più pallida
idea di come fare a
fermarlo!
“Giuro
che se uscirò da questo
viaggio allucinante, non ficcherò mai più il naso
nelle porte che non mi
riguardano! Prometto solennemente che non sarò mai
più curioso! E che non farò
mai più zapping!
Come
per incanto, dopo aver
formulato questa promessa, mi accorgo di essere tornato nella mia
amata, dolce,
sospirata cantina, che in questo momento mi sembra il luogo
più accogliente e
tranquillizzante del mondo.
Sono
tornato “al di qua” della
porta, sono a casa!
Poi
qualcosa cattura la mia
attenzione:
la porta non
è ben chiusa, ne filtra un filo di luce viola, cederebbe a
spingerla. Prendo
una profonda boccata d’aria e…
|