Anche se non ci sono camini, Babbo Natale può entrare nei Sottomarini di kymyit (/viewuser.php?uid=36835)
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Note:
Mirn è una pargola creata per la role con Ale-Mau. Volevo
vedere Kidd di nuovo alle prese con lei per Natale, perciò,
ecco a voi questa cosetta *^*
Tutto era iniziato con una semplice domanda.
Un’innocente domanda partorita dall’ingenua mente
di una piccola, minuscola, bambina. Mirn era una piccina molto
intelligente, ma pur sempre una frugoletta, perciò Law fu
quasi sollevato nel sentirle chiedere -Papà Law, ma Babbo
Natale come farà a trovarmi?-
Lui era un mostro, amava fare fuori la gente, tagliarla a
metà, strappare cuori, ricombinare teste e arti, si
divertiva a creare il caos e a darsela a gambe, anche se in modo molto
più discreto di quanto possa sembrare detta così.
Ad ogni modo, Law non era mostro abbastanza da smentire le fantasie di
una pargoletta a lui tanto cara come Mirn. Fra l’altro lui
dormiva stravaccato sul suo orso e se il Male (come si divertivano a
definirlo) può permettersi questo lusso, poteva il vecchio
ciccione vestito di rosso non trovare un sottomarino nelle viscere del
Nuovo Mondo?
-Ma certo.- rispose sorseggiando il caffè dalla tazza che la
bimba gli aveva regalato. C’era disegnato un qualcosa
riconducibile a un orso, il fatto che fosse colorato di un rosso
vagamente familiare era da implicare allo strambo amore che la piccola
aveva per qualcuno di sua conoscenza.
-Anche se non abbiamo il caminetto?- insistette preoccupata la
bambina scribacchiando qualcosa su un foglio.
Law ci pensò su -Beh, ci sono tanti bambini che non hanno il
caminetto, Babbo Natale li trova sempre.-
L’espressione impensierita della bambina scomparve per
lasciar spazio a un sorrisino sollevato e la piccola si rimise a
scrivere nuovamente, con passione. C’era forza, impeto, ma
anche l’attenzione di un’adulta nella scelta delle
parole. Il chirurgo, incuriosito, si portò in silenzio alle
sue spalle per leggere.
Caro Babbo Natale,
i miei papi sono molto cattivi, però con me sono tanto
buoni, anche se papà Kidd è sempre adirato e
papà Law si diverte a fargli i dispetti. Io però
sono tanto buona e li voglio bene. Anche loro mi vogliono bene,
perciò ti prego passa a trovarmi come quando ero al
castello. Per Natale vorrei tanto che papà Kidd venga qui. E
anche lo zio Killer. E tutti gli altri.
Lo zio Penguin ha tanta nostalgia, anche se è grande, puoi
portargli lo zio Killer?
Poi, se hai spazio, puoi portarmi Samanta la principessa pirata, quella
col kit da scienziata e il suo cucciolo geneticamente modificato Vito
Misvito?
Ti voglio tanto bene!
Law non sapeva se ridere per quanto la bimba fosse infantile (in senso
positivo) o per l’idea malsana che gli era appena venuta in
mente. Le diede una dolce pacca sulla testa e si affrettò ad
uscire nel corridoio trattenendo con i denti il sorriso maledetto che
minacciava di aprirsi fra un orecchio e l’altro. Gli
lacrimavano gli occhi per lo sforzo.
Represse ogni fantasia perversa e si diresse con calma in sala
comunicazioni.
Kidd era seduto in sala da pranzo con un boccale stracolmo
d’infuso alla valeriana. Non che credesse nella forza
rilassante di quella tisana, ma arrivato ad un certo punto si era visto
costretto a fare una scelta. O un inglorioso infarto o una bella tazza
fumante di quella cosa.
Optò per la seconda scelta, non era minimamente intenzionato
a semplificare le cose a quel bastardo con i denti a tastiera. Si
maledì mille e più volte per avere ascoltato la
voce della propria coscienza in quel malaugurato momento in cui si era
visto costretto ad essere responsabile. Avrebbe voluto strozzare Killer
se non avesse avuto ragione.
Quell’alleanza serviva, ma sarebbe stata la rovina dei suoi
centri nervosi. Neppure Law era così scassacazzo,
il che la dice molto lunga sul perché il Capitano passasse
molto del suo tempo libero a contemplare i mille e un motivo per fare
fuori quel maledetto.
Sorseggiò la tisana, soffiò, stava per decidersi
a tracannarla tutta d’un colpo quando il lumacofono
suonò insistentemente.
Tutto era stato accuratamente predisposto per non dare troppo
nell’occhio, quella notte. Ovviamente a Kidd non andava
l’idea di mettersi in ridicolo a quel modo, ma Law era
schifosamente convincente, perciò aveva acconsentito, a
patto di fare a modo suo.
Tanto per cominciare: non voleva nessun Heart fra i coglioni, ci
mancava solo che lo vedessero girare in quello stato. Poi mise in
chiaro ventimila volte che, no, non avrebbe lasciato Kirachan davanti
alla cabina di Penchan. Se tanto ci teneva, Penchan poteva portare il
deretano sulla sua nave.
Le suole degli stivali scricchiolavano e scivolavano rumorosamente sul
pavimento del sottomarino, ancora pochi passi, in silenzio.
Law si era premurato che avesse un sacco bello capiente e un bel
po’ di bastoncini di zucchero. Lo aveva convinto a prestarsi
a quella stupida impresa con la promessa di fargli trovare nella sua
cabina del buon latte caldo e un biscotto speciale.
Che pervertito, però era una promessa allettante ed eccolo
lì.
Inforcò la folta barba bianca, elemento indispensabile del
cacchio, e aprì la porta della cameretta.
Mirn dormiva con una lucetta accesa sul comodino, stretta a un peluche.
I capelli rossi scompigliati sul cuscino e un sorrisino soddisfatto
sulle labbra. Chissà quanti bei sogni stava
facendo…
Kidd per un attimo s’intenerì e rimase
fermo a fissarla, forse rimase così per troppo tempo,
perché la bambina mugolò qualcosa e si
girò sul fianco, verso di lui.
Il Capitano sussultò, temendo che si svegliasse e lo vedesse
e si nascose in un angolo della camera. Non doveva assolutamente
vederlo conciato così! Assolutamente!!
Con molta attenzione prese dal sacco un pacco scuro e glielo mise sul
comodino. Le lasciò qualche bastoncino di zucchero e fece
per ritirarsi dalla scena, in silenzio com’era venuto, quando
fu colto dall’impulso irrefrenabile di carezzarle la fronte
bianca.
E dire che fino a qualche giorno prima sbraitava alla sola idea di
entrare in un negozio di giocattoli. Alla fine ci aveva trascinato
anche Killer ed erano riusciti a combinare qualcosa per avere quella
maledetta bambola. Non avevano ucciso nessuno e non avevano neppure
pagato, meglio di così!
Sorrise compiaciuto e si concesse il lusso di trangugiare il latte e i
biscotti lasciati lì apposta per lui, augurandosi che la
bimba non avesse tentato qualche esperimento chimico a sue spese.
Pochi minuti dopo raggiunse quell’inferno peloso della camera
di Law. Come immaginava, i suoi gusti non erano cambiati per nulla.
Appena entrato vide, appunto, la solita tappezzeria pelosa e maculata,
il tavolino con del latte e i biscotti e nessun chirurgo con le chiappe
al vento. Ovviamente qualcuno voleva farlo fesso.
Si sentì minacciato, in pericolo. Guardingo
perlustrò la stanza con lo sguardo, premurandosi di
individuare immediatamente tutti i possibili nascondigli di quel
fetente.
Apparentemente era tutto tranquillo.
-Room.-
Letale, sensuale, sussurro, Kidd tentò di colpire la voce
alle sue spalle col braccio meccanico, ma il colpo andò a
vuoto. Con la coda dell’occhio guardò la sagoma
alla sua destra.
-Mi sei mancato, Law.- disse con un misto fra sarcasmo e sacrosanta
verità.
-Anche tu, Kidd.- rispose quello sogghignando -Allora, mi hai portato
quello che ti ho chiesto?-
-Sì.- sputò, iniziando a temere per la propria
incolumità.
-Però Babbo Natale in pelliccia e goggle non si
può vedere.-
-Sta’ zitto e ringrazia che almeno barba e cappello li
avessi.- bofonchiò -Tu piuttosto, non sei stato a patti.-
Law alzò le spalle.
-Rilassati, Santa Kidd, prima di tutto consegnami il mio regalo.-
Kidd alzò le spalle e prese a spogliarsi, mostrando con
orgoglio il fisico scolpito e ferito dalla ferocia di mille battaglie.
Law rimase incantato a fissarlo, si gustò il petto possente,
i fianchi larghi, le chiappe sode e il pacco glorioso celato dalla
stoffa scarlatta del perizoma orlato di pelliccia bianca.
Allungò le mani per tastarlo, cavolo se gli mancava, ma Kidd
gli afferrò il polso.
-Prima scarto io il mio regalo.- disse sornione e quasi gli
strappò di dosso la felpa.
-Ok, ok, quanta fretta!- il Chirurgo della Morte si finse quasi
sdegnato e prese a spogliarsi. Via il cappello, via la felpa, via i
pantaloni e le scarpe. Con gli slip ancora addosso si
avvicinò al compagno e lo baciò.
-Buon Natale, Kidd.- gli disse sorridendo.
Kidd ricambiò -Buon Natale anche a te.-
Semplicemente perfetto, pensarono entrambi. Kidd perché
pensava davvero che fosse tutto esattamente perfetto, Law
perché Kidd si faceva infinocchiare sempre. Anche se doveva
ammettere che il suo piano principale era di colpirlo a tradimento alle
spalle.
-Room.- disse ancora e il buio calò su di loro sottoforma di
sacco.
Kidd emise giusto un’esclamazione colorita e poi basta. Si
rassegnò al suo destino, ma con classe, perché
afferrò Law per il braccio prima che questo potesse
svignarsela.
-Stavolta non me la fai.- gli ringhiò contro per trascinarlo
nuovamente sotto il sacco. I bastoncini di zucchero cadevano da tutte
le parti. Law si oppose, Kidd tirava.
Tira qui, tira lì, persero l’equilibrio rovinando
sul tappeto in un groviglio di stoffa, pelle e zucchero.
Kidd si tolse il sacco di dosso con un gesto secco e fissò
Law in cagnesco.
-Non riesci proprio a fare le cose come tutte le persone normali?-
domandò prima che questi gli ficcasse in bocca un
bastoncino zuccherato.
Roteò gli occhi e bofonchiò un rassegnato
-Fottiti.- del tipo “Tanto non cambi mai.”
Quella fu la prima volta che fecero sesso dopo tante notti passate a
sentire il gelo nel lato vuoto del letto. Per entrambi fu qualcosa di
appagante, nonostante le trovate assurde di Law e la vendetta di Kidd,
perché certo il Chirurgo della Morte non si aspettava che
sentisse così tanto lo spirito natalizio da comprargli un
completino da renna. Il medico si rigirò
pigramente fra le lenzuola, accoccolandosi contro il fianco del rosso
che russava come una motosega, perso nei suoi sogni di gloria.
Bussarono alla porta.
Kidd grugnì, Law ignorò.
Bussarono ancora.
E ancora…
Kidd aprì un occhio, furente.
-Chi cazzo è?!- ruggì.
-Papà Kidd!- squillò una vocina gioiosa dietro la
porta. Mirn abbassò la maniglia per entrare, ma era chiuso a
chiave. -Papà, aprì!- esclamò
saltellando, non stava più nella pelle e a stento
riuscì ad attendere per il tempo necessario al Capitano di
liberarsi delle prove del misfatto sotto il letto. Quando finalmente
aprì la porta, la piccola gli saltò addosso,
aggrappandosi alla sua gamba.
-Papà Kidd!!- esclamò.
-Ehi, ehi, piano! Vuoi che mi venga il diabete?- protestò,
ma la piccina lo ignorò altamente e armata di regalo di
Natale saltò sul letto, massacrando le reni di Law.
-Papi! Papi! Avevi ragione! E’ venuto!- urlò in
preda alla gioia. Law si mise a sedere sul materasso, ringraziando
mentalmente di avere avuto il buon senso di levarsi corna e corpetto
dopo aver fatto sesso.
-Visto?- domandò scoccando un’occhiata a Kidd,
disgraziatamente rivestito, onde evitare traumi permanenti alla pargola.
-Guarda!- continuava questa scartando il suo regalo -Mi ha portato
Samanta e Vito Misvito!-
Era raggiante, adorabile, una delle poche occasioni in cui entrambi
avvertirono contemporaneamente un senso di pace e di famiglia con lei.
Si guardarono scambiandosi un mezzo sorriso, poi Law si
dedicò alla bambina, le diede corda nel suo entusiasmo e con
lei trascinò Kidd nel letto per tormentarlo con lo schifoso
solletico e lui meditò di ucciderli entrambi, ma si
limitò ad afferrare la bambina e a farla volare per la
stanza.
Mirn rideva tanto, la sua risata cristallina e gioiosa era come un
toccasana per due satanassi come loro.
-Vado a svegliare lo zio Shachi e lo zio Penguin!- esclamò
correndo fuori dalla stanza e trascinando coi piedi il fiocco
rosso del pacco. Kidd guardò Law e scosse il capo, divertito.
-Penguin non lo trova di sicuro.- commentò il chirurgo.
-Papà Kidd!- la bambina tornò nella stanza e gli
afferrò il dito, tirando con forza per fare abbassare il
Capitano al suo livello.
-Che c’è?- fece lui.
Mirn mise le mani a coppa su suo orecchio e gli sussurrò
-Tranquillo, non lo dico a nessuno che sei Babbo Natale.-
Lo lasciò spiazzato, semplicemente spiazzato e imbarazzato,
ma lì per lì il suo spirito omicida era stato
sedato, perciò semplicemente diede una pacca in testa alla
bambina e la lasciò correre fuori dalla stanza per
tormentare il povero zio Shachi.
Law emise un profondo e rumoroso sospiro.
-Sento che mi mancheranno notti come questa, Kidd.-
sogghignò -Sei libero per l’epifania?-
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