Let me sleep in your arms, darling.

di raawrlovato
(/viewuser.php?uid=279834)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


EPILOGO.

" Ormai lo sanno tutti, che con le loro voci, stanno conquistando il mondo! Sono Liam, Harry, Zayn, Niall e Louis! Cinque ragazzi, mille emozioni e una sola direzione, quella del successo! Loro sono i One Directioooooon! Anche qui in America stanno marciando alla grande... "
 
Gettai il telecomando sul divano e continuai a guardare il servizio.
 
Poco tempo dopo della festa di Harry, vennero chiamati ad un programma, X-Factor. Erano spaventati, perchè nessuno di loro sapeva che la sorella di Zayn li aveva iscritti per le audizioni. Così cantarono, con le loro voci angeliche, vennero presi, ed in finale arrivarono terzi.
 
Aveva fatto carriera, Liam. Lui, Niall, Louis, Liam e Zayn facevano parte di una band: i One Direction.
 
Sentii dei piccoli passi venire verso il divano. sollevai la bimba, la mia bimba, portandola al petto e stringendola a me.
 
<< Mamma, perchè piangi?>> chiese.
<< Non sto piangendo amore, sono... emozionata. Guarda >> e indicai la televisione. Lei seguì il mio dise ed esclamò: << Mamma, mamma, ma quello è papà! >> 
<< Si, è tuo padre. >>
 
Non riuscivo a spiegarle perchè vedeva così raramente Liam, era ancora troppo piccola. Ma riuscivamo a cavarcela.
 
Ebbene sì, avevo fatto male i miei calcoli quella sera, a casa di Styles. Restare incinta a neanche diciotto anni non era nel mio programma. Ma nonostante questo, mi restarono tutti accanto, soprattutto Liam. Non avevo mai pensato a me stessa come una figura materna, però mi ci abituai in fretta, e scoprì che nulla era più bello. Ero davvero triste però, era raro stare insieme a Liam, sempre preso con tour, interviste e registrazioni.
 
Ad un certo punto suonò il campanello. Misi la bambina comoda sul divano, mentre canticchiava la canzone che suo padre e gli altri ragazzi avevano composto. 
 
Era il postino, con una enorme scatola in mano. Firmai un pezzo di carta e portai la scatola dentro. 
 
Iniziai ad aprirla, ma dentro ci trovai solo altre scatole, sempre più piccole fino ad arrivare ad una scatola più o meno rettangolare. 
 
Con grandissima sorpresa mi ritrovai tra le mani due biglietti per l'America, delle istruzioni da seguire per arrivare ad un hotel, delle chiavi e un numero di una camera, 112, quel numero che per esteso significava 01/12, il giorno in cui io e Liam ci abbandonammo al piacere. 
 


 
FINE




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1449077