Ed eccoci qui
per il prologo della seconda parte.
Per chi incappa qui per la prima volta, Spie è solo il
secondo episodio di una trilogia intitolata Similitudini il cui primo
episodio si intitola Prigioni.
Purtroppo per voi, urge la lettura del primo capitolo, per capire
questo.
Riassunto
della puntata precedente:
Loki, detenuto ad Asgard, è vittima di un attentato a cui
sopravvive per miracolo. Il mandate risulta essere Thanos e Thor,
preoccupato per la sicurezza del fratello, propone allo SHIELD di
prendere in custodia Loki. Fury, per ragioni non meglio specificate,
accetta e affida l'incarico di interrogare l'alieno a un'agente SHIELD
che nessuno ha mai visto prima, tale Khalida Sabil.
Dopo pochi mesi d'interrogatorio, la base SHIELD viene attaccata da un
essere che tenta nuovamente di uccidere Loki. L'agente Sabil fa da
scudo all'asgardiano con il proprio corpo. Nel frattempo, un altro
soldato di Thanos si impossessa del Tesseract ma non dello Scettro.
Per salvarla Khalida, Thor e Loki la portano ad Asgard, dove la donna
fa la conoscenza di Odino e Frigga.
Di ritorno sulla terra, Loki si offrirà di rintracciare il
Tesseract in cambio della propria libertà. Fury accetta.
Contemporanemente, Thanos fa la sua mossa, una nava aliena attacca la
città di Los Angeles e i Vendicatori, insieme a Loki e
Khalida, partono all'attacco.
All'arrivo sul posto, la squadra si divide, con Loki rimangono Khalida,
Clint e Banner. I quattro si inoltrano nella nave, e non appena
raggiungono il luogo dove il Tesseract è custodino, Loki
rivela il suo inganno. Con un illusione, ha separato Clint, Bruce e
Khalida, tenendo con sè quest'ultima.
Attraverso lo Scettro, Loki assorbe l'energia del Tesseract. Khalida
gli propone di portarla con lui.
Senza dare spiegazioni, l'alieno accetta e un attimo prima di
scomparire vengono raggiunti da Occhio di Falco che tenterà
di fermarli senza successo.
Di ritorno dalla missione fallita, i Vendicatori esigono spiegazioni.
Fury spiega che il Tesseract, per qualche motivo che ancora non si
capisce, si stava spegnendo e che per evitare di perderlo per sempre,
avevano deciso di usare Loki per ottenere più informazioni
possibili.
Khalida Sabil aveva il compito di interrogare Loki, e aveva l'ordine di
farlo con qualsiasi mezzo possibile, anche facendo il doppio gioco.
La storia, ora, riparte dall'istante successivo alla scomparsa di Loki
e Khalida dalla nave di Thanos.
Le parti in corsivo si riferisco al passato.
Buona lettura.
Khalida Sabil aveva visto Nick
Fury solo una volta, tre mesi prima, quando si era presentata in una
delle basi europee dello S.H.I.E.L.D. e aveva preteso di parlare con
lui.
In un breve dialogo
avvenuto tramite uno schermo, Khalida aveva fatto la sua proposta: il
suo talento, in cambio di protezione. Fury l'aveva guardata a lungo
negli occhi, prima di accettare, chiarendo immediatamente la gerarchia
di comando. Da quell'istante in poi, sarebbe stata alle regole e ai
comandi dell'agenzia, in ogni cosa.
Aveva accettato, senza
protestare.
Fury aveva ordinato il
suo immediato trasferimento in una delle tante basi americane
dell'agenzia, e lì Khalida era rimasta, confinata come una
prigioniera, mentre le sue capacità venivano analizzate e
schedate da agenti sempre diversi, di cui faticava a ricordare il nome.
Quell'improvvisa
convocazione, del Direttore in persona, era strana e arrivava in un
momento di grande agitazione all'interno della base.
Anche se costretta a
stare per molto tempo sola nel suo alloggio, Khalida aveva intuito che
stava accadendo qualcosa d'importante.
L'agente che la
accompagnava, una donna dai capelli scuri e lo sguardo serio, la
lasciò davanti a una porta di vetro smerigliato, dopo aver
digitato un codice sul tastierino numerico.
Una luce verde
lampeggiò e la serratura scattò.
«Venga dentro,
agente», ordinò la voce di Fury.
L'interno dell'ufficio
era spartano, solo un tavolo di metallo e due sedie, l'una di fronte
all'altra.
«Si
accomodi», disse il Direttore, sedendosi a sua volta.
Khalida lo
imitò, tentando di sbirciare il fascicolo aperto davanti
all'uomo.
Fury
intercettò il suo sguardo e sollevò un angolo
della bocca.
«Ho una
missione per lei, agente», iniziò, chiudendo il
fascicolo. «Non sarà ufficiale. Solo io e lei ne
saremo a conoscenza».
La donna sostenne lo
sguardo determinato della spia davanti a lei.
Lavorava da tutta una
vita nell'ombra, specializzata in qualcosa che non era nemmeno legale,
nella maggioranza dei cosiddetti “paesi civili”. La
segretezza non la spaventava.
Nei nervi, le
passò una fitta di impazienza.
Sorrise.
«Sono
tutt'orecchi».
Il dolore non cessò.
Le gambe le cedettero di colpo e sentì il suo corpo
impattare violentemente contro un pavimento grezzo. Imprecò,
stringendosi la coscia tra le mani.
Clint era stato rapido e Loki troppo lento, probabilmente volutamente.
La freccia le aveva trapassato il muscolo. Dalla quantità di
sangue, la donna riusciva ad intuire che, molto probabilmente,
l'arteria femorale era stata recisa.
Khalida imprecò di nuovo nella sua lingua natale, ruotando
gli occhi e tentando di capire dove si trovasse.
C'era buio le finestre erano coperte da spesse coltri di stoffa, ma in
lontananza sentiva rumore di traffico.
La stanza era spoglia, ingombra di ponteggi fasciati in bende di nylon
sporco di pittura.
«Dove diavolo siamo?», domandò, mentre
tentava di mettersi seduta.
Loki la guardò di sbieco e la luce emanata dallo Scettro
aumentò, mostrando nuovi particolari.
Khalida riconobbe il logo impresso sulle porte degli ascensori.
«La Star Tower...», mormorò.
«Che ci facciamo qui?».
L'alieno si inginocchiò accanto a lei, fissandola negli
occhi. «Ho un conto in sospeso con l'uomo di
metallo», spiegò.
Contemporaneamente, da sopra il Tesseract si sollevò una
bolla di energia blu e azzurra.
Come una strana medusa, salì lentamente verso il soffitto,
infrangendosi contro di esso ed espandendosi come un'onda. Una crepa
sottile come un capello serpeggiò lungo il cemento.
«Collasserà in pochi minuti», disse
Loki, sorridendo.
La guardò, lasciando vagare lo sguardo sulla ferita.
Khalida stirò le labbra e, cercando di non pesare troppo
sulla gamba sinistra, allungò una mano ed estrasse il
pugnale dallo stivale.
La luce brillò per un'istante sulla lama.
«Perché
io?», chiese Khalida scorrendo in fretta il fascicolo.
Fury sorrise.
«Perché la sua vita è un deserto,
agente Sabil».
Lei lo
fulminò con un'occhiata gelida. «Sta insinuando
che non ho nulla da perdere?».
«No. Sto
dicendo che lei non ha debolezze», chiarì l'uomo.
«Accetta?».
Khalida sostenne lo
sguardo della spia a lungo.
Non rispose.
«Cosa
avrò in cambio, se ci riesco?».
«Lei
sparirà, sarà come se non fosse mai esistita.
Potrà ricominciare da capo, dovunque lei voglia»,
illustrò Fury, concedendosi un sorriso più ampio,
che sapeva di vittoria. «Non è ciò che
desidera?», aggiunse.
La donna
ingoiò lentamente, trattenendo l'improvvisa emozione nello
stomaco.
Sapeva riconoscere una
bugia, e Fury non stava mentendo.
«Accetto».
Khalida appoggiò il pugnale alla base della mano sinistra.
Respirò profondamente, preparandosi.
Quando la lama incise la pelle, però, non riuscì
comunque a trattenere un gemito.
Loki la guardava senza capire. «Cosa stai facendo?».
Stringendo i denti, Khalida scostò un lembo di pelle, ed
estrasse il piccolo chip che le avevano impiantato non appena aveva
accettato di diventare un'agente.
«Evito che ci rintraccino», spiegò,
lasciando cadere il quadrato di circuiti a terra.
Una lacrima di dolore le scivolò lungo la guancia, mentre
sollevava lo sguardo su Loki.
Si sentiva ogni minuto più debole, la ferita alla gamba
sanguinava troppo. Anche se non poteva saperlo, doveva credere che Loki
volesse tenerla con lui.
Se avesse dubitato, anche solo per un'istante, per lei non ci sarebbe
stato scampo.
«Conosco un posto dove saremo al sicuro. Ho bisogno di
curarmi», ammise.
Loki evitò il suo sguardo, fissando invece il taglio sul
polso della donna. Era sottile, una ragnatela di sangue scendeva lungo
la pelle ambrata, colando a terra in piccole gocce rotonde.
Le tese una mano in silenzio.
Khalida la afferrò e la strinse, con tutta la forza che le
restava.
Nel cielo di New York, la Star Tower si illuminò come un
albero di Natale, prima di esplodere.
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Prima della settimana
prossima non posterò il primo capitolo, ditemi cosa ne
pensate.
A presto
Nicole
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