Ok, la scorsa notte non sapevo cosa sognare….e la divina
provvidenza mi ha propinato questa cosa…
Se non vi piacciono le fic stupide
non leggete, vi conviene.
Di solito non produco fic a così
basso livello (a no? N.d.vocine) (zitte voi!! N.d.a.) ma mi è venuta così…
Comunque non dovrete patire a lungo, sono al massimo tre
quattro capitoli. Un bacio!
*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*
CAPITOLO PRIMO:
-Perché Emmett porta il pannolino?-
(LaDamaLuthien)
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!-
Urlò Rosalie una volta seppellita dalle cavallette.
Mi trovavo a casa
Cullen ed il pomeriggio trascorreva tranquillamente, a parte per le cavallette.
Infatti Forks
sembrava essere stata colta da un’improvvisa piaga d’Egitto e milioni di
cavallette invadevano i boschi, i prati, i campi.
Ma dico io, almeno
ci fosse un clima adatto!
In effetti, le
cavallette in questione sembravano veramente strane. Erano innaturalmente
grandi, di un verde pisello cangiante e sembrava che adorassero i vampiri.
Forse adoravano il
freddo, fatto sta che si appendevano come sanguisughe sulla pelle dei Cullen.
Edward scosse un
braccio violentemente e dieci cavallette si spiaccicarono sul vetro del mio Pick Up.
-Ops, scusa tesoro.
-Fa niente.- Potevo
forse prendermela con il mio angelo?
Intanto Emmett correva
a salvare Rosalie.
-Aspetta tesoro, no,
no non dimenarti così…aspe…
Rosalie detestava le
cavallette e si dimenava come sotto elettroshock mentre Emmett cercava di
liberarla.
-Rasalie, amore, vuoi….stare…ferm…CRUNCH
Quello strano rumore attirò l’attenzione di
tutti.
Una cavalletta si
era appena suicidata tra i denti di Emmett, infilandosi in bocca proprio mentre
stava parlando.
-Che schifoooooooooo…….-piagnucolò Rosalie.
Emmett invece
sgranocchiò pensieroso la cavalletta e la inghiottì.
-Non è male, il
sangue è poco, ma è buono…
Rosalie rischiava lo
svenimento, Alicie era perplessa, Jasper fece
spallucce e ne assaggiò una, io stavo per vomitare.
-In effetti, CRONCH,
SLURP, FFHHHHH, non è male sapete?
-Edward fece per prenderne una ma io lo fermai.
-Ti prego, no. Prima
lascia che torni a casa poi fai quello che vuoi.
Edward sorrise e mi
baciò.
-Va bene, aspetterò
che tu te ne vada. Ci vediamo domani?
Annuii e lo baciai
di nuovo prima di salutare i Cullen, alquanto interessati alla novità e
tornarmene a casa.
Il giorno dopo c’era
il sole, quindi non vidi Edward per tutto il giorno. Il pomeriggio la scuola fu
chiusa per il problema delle cavallette.
Tutta Forks era
bloccata in attesa della riuscita della disinfestazione, così non andai a
lavoro.
Mentre tornavo a
casa pregustai l’idea di una settimana senza scuola da passare solo con Edward
e mi scoprii a canticchiare.
Ma quel pomeriggio
Edward non arrivò.
E nemmeno la sera.
La mattina dopo
telefonai, ma non rispose nessuno.
Per tutta la
mattinata cercai di telefonare, ma non rispondeva mai nessuno e la segreteria
non era nemmeno impostata.
Dopo pranzo decisi
che avrei telefonato un’altra volta, poi sarei andata a casa Cullen.
Digitai il numero
con una certa angoscia, ripetendomi che Edward aveva promesso di non lasciarmi
mai più e che io gli credevo.
Uno, due, tre
squilli.
Al quarto qualcuno
alzò la cornetta.
-Ponto?
La voce di un
bambino sui quattro anni mi prese in contropiede. Conoscevo il numero a
memoria, non potevo aver sbagliato…
-Ehm, si, c-casa
Cullen?
-Bohhh.
-Eh, c’è…c’è la
mamma?
-Dov’è la mia mamma?
-Non lo so, l’ho
chiesto a te.
-NO, no, dimi dov’è la mia mamma, butta befana!
Quel bambino
iniziava a darmi sui nervi…
-Non so dove sia tua
madre e non sono la befana!
-Dicono tutte cossì…
-Scusa ho sbagliato
numero.- risposi gelida ed abbassai la cornetta.
Ricomposi il numero.
Al secondo squillo
qualcuno alzò la cornetta, ma ero talmente sicura che fosse giusto, che non
persi tempo.
-Ciao, sono Bella….
-Anche io…
Rimasi spiazzata.
Ok, questa volta la voce era quella di una bambina.
-No, dico…io sono
Bella Swan, cerco…
-Non ti dare tate
arie, sai? Sai che io sono pù bella!
Ok, calma.
-Allora ragazzi, se
questo è uno scherzo non mi piace proprio. So che il numero è giusto…
Tu, tu, tu.
-Ma! Ha riattaccato!
Furibondda, presi la borsa e mi lanciai verso il Pick Up. Nel farlo calpestai una ventina di cavallette, ma
non vi badai.
Almeno non finchè una mi beccò in un occhio.
-Oh! Ma porc…
In dieci minuti ero
davanti a casa Cullen.
Sbattei la portiera
e mi precipitai a bussare alla porta.
Si, ok, “bussare”.
Diciamo che stavo prendendo la porta a pugni e calci.
-Chi è?
La voce di un
bambino risuonò soffocata da dietro la porta.
Allora era vero, stavano
scherzando.
-Sono il lupo mangia
frutta- dissi sarcastica -Apri immediatamente o Edward ne pagherà le
conseguenze.- Urlai, in modo da farmi sentire.
-Che futta voi?
-VUOI APRIRE QUESTA
CAVOLO DI PORTA?
Mentre la porta di
casa si apriva mi ritrovai ad urlare isterica.
-SPARITE PER DUE
GIORNI SENZA DIRMI NIENTE, NON RISPONDETE AL…ODDIO.
Davanti a lei c’era
un bambino con i capelli neri che la guardava con l’indice in bocca, vestito di
un solo pannolino.
-E tu chi sei?
-Tu chi tei?
-Ehm, io sono Bella.
-Io Emet…
-C-come?
-E-m-e-t. Emet!!
Guardai i riccioli
neri, la linea del mento e degli zigomi, gli occhi e le mani grandi.
Oddio. Da quando
Emmett porta il pannolino?