La follia di un attimo
La
osservavo mentre ascoltava la radio, quella maledetta radio con cui lui
non faceva altro che giocare.
Aveva lo sguardo
perso nel vuoto e una tristezza negli occhi che stava quasi per
soffocarmi. Non riuscivo a sopportare più di vederla
così angosciata, di sentirmi così in colpa; e
senza pensare esattamente a cosa stavo facendo mi alzai.
Le arrivai di fronte,
la costrinsi ad alzarsi a sua volta e a guardarmi negli occhi.
L’unica
cosa che volevo era scacciarle quella mestizia di dosso, vederla
sorridere di nuovo, di quel sorriso dolce di cui lei sola era capace.
Le accarezzai il
collo, scostandone i suoi capelli ribelli, per liberarla da quel
maledetto ciondolo che sapeva alimentare le ansie più
profonde fino a corrodere il cuore; le presi le mani e feci la prima
cosa che mi passò per la mente: iniziai a ballare.
Più che ballare era un dondolare goffo e maldestro che
sperava di distrarla almeno un po’. La musica non aiutava
granché, forse non era di quelle adatte a ballare, ma pur di
distoglierla dalle sue preoccupazioni, continuai lo stesso.
Quando pensavo ormai
che non mi avrebbe seguito, inaspettatamente e con mia grande
soddisfazione, la vidi accennare un sorriso. Azzardai una piroletta e
fui sorpreso nel vederla assecondarmi con una risata che mi costrinse
a farlo ancora per godere di nuovo di quel suono. Facemmo qualche
giravolta, per un momento la vidi ridere davvero, ma quando la musica
calò e finimmo in un abbraccio, sentii tutta la malinconia
tornare di colpo.
Avevo il viso
affondato tra i suoi capelli, che mi solleticavano il naso e sapevano
di pulito.
Respirai a fondo
prima di separarci, profumavano di un odore che mi piacerà
sempre.
E quando
l’abbraccio finì e incrociai il suo sguardo, di
nuovo offuscato dal dolore e dal senso di colpa, per un attimo, per un
solo folle attimo, pensai di prenderle il viso tra le mani e baciarla.
Baciarla fino a toglierle il respiro, fino a farle capire che non
doveva preoccuparsi di nulla, che avrei dato la vita per lei, che ci
sarei stato io al suo fianco, sempre e per sempre, fino alla fine. Per
farle dimenticare ogni cosa che non fossimo noi due.
Per un folle attimo,
lei non era solo la mia migliore amica, ma qualcosa di più;
era come se nella follia di quel momento avessi riconosciuto in lei
l’atra metà della mia anima.
Per un attimo, un
folle attimo, credetti di vedere nei suoi occhi la stessa cosa.
Poi
l’attimo passò.
Il suo sguardo
fuggì dal mio e di nuovo un muro di dolore, amarezza e colpa
si rimise tra di noi. Erano tornate le preoccupazioni, gli Horcrux, la
guerra, Ron.
Era tornata la
realtà.
Mentre la guardavo
rimettersi la collana, giurai a me stesso che avrei fatto di tutto per
trovare gli altri Horcrux e uscire da quella situazione; che avrei
fatto di tutto per riportare la gioia negli occhi della mia migliore
amica.
Della mia Hermione.
Sophie'
space
Ciao a tutti :)
Questo piccolo
missing moment è nato grazie al gruppo auror su facebook
(http://www.facebook.com/groups/171081559621018/?bookmark_t=group), che
ha postato il filmato relativo alla scena del ballo nella tenda, preso
dal film (http://www.youtube.com/watch?v=WTNx-61VKAA&feature=share). L'ho guardato senza audio, perché era tardi, e mi
è sembrato quasi di leggere nei pensieri di Harry (in chiave
auroresca, ovviamente) e mi è venuto spontaneo trascriverli.
Probabilmente
fanfiction del genere ce ne sono a bizzeffe qui su efp, e me ne scuso
se dovesse risultare banale, melensa o semplicemente già
vista, ma era tanto che non mi veniva di scrivere qualcosa di
getto, e quindi ho voluto seguire il mio istinto :) Ho sfruttato anche
un prompt del Calendario dell'avvento del gruppo Hpeace&Love
(http://www.facebook.com/groups/170357176378422/?bookmark_t=group)
del giorno 5/12/2012: la citazione di Margaret Mazzanrini "Penso che
profumi di un odore che mi piacerà sempre".
Grazie a chiunque
abbia letto fin qui, e un grazie speciale alla mia beta Fabi,
che mi riguarda i lavori anche ad improbabili ore notturne.
Un bacio
Sophie
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