Attenta alle feste, Mione!
Hermione Granger era una strega
molto brillante. Si era diplomata alla Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts con il massimo dei voti, la migliore in circa un secolo.
Era anche la migliore amica di
Harry Potter, insieme a Ron Weasley. Ora, però, erano quattro anni dall’ultima
volta che li aveva visti.
Era andata negli Stati Uniti dopo
Hogwarts per frequentare l’Università Magica di Miami, e ora era finalmente
tornata, essendosi diplomata anche lì.
Per prima cosa era andata a
trovare i suoi vecchi amici, e non riusciva a credere quanto Harry fosse diventato bello. Uno dei motivi per
cui era andata in America era per provare a dimenticare il suo amore per
il ragazzo, ma si era trovata più volte a guardare le sue foto nei momenti
liberi.
Ovviamente in quei quattro anni
aveva avuto dei ragazzi, ma nessuno era anche lontanamente vicino ad Harry.
Ora, era diventato anche meglio.
Comunque,
anche lei era migliorata molto, a sentire Harry. La cui opinione, comunque, era un po’ di parte, dato che era segretamente
innamorato di lei. Ed ora che era tornata, glielo
avrebbe detto.
Non subito, ovviamente. Ma dopo che fosse passato un po’ di tempo, e si fossero
raccontati tutto dei quattro anni in cui non si erano visti, lo avrebbe fatto.
“Allora, Hermione. Cosa pensi di fare ora che sei tornata in Inghilterra?” lui
le chiese mentre erano al Paiolo Magico aspettando che le loro ordinazioni
arrivassero.
“Beh, spero di trovarmi un buon
lavoro, qualcosa di cui essere orgogliosa, e poi magari farmi una famiglia” lei
rispose. “Magari con te” aggiunse nella sua testa.
“Sono sicuro che qualche
fortunato si innamorerà ben presto di te, e ti potrai
fare con lui una bella famiglia” lui le disse, sorseggiando la Burrobirra che
il cameriere gli aveva nel frattempo portato. “E spero di essere
io quel fortunato” pensò.
Dopo, fecero una passeggiata ad Hyde Park, e infine lui le disse che era stata invitata a
cena alla Tana.
Lei accettò caldamente, e così si
Materializzarono lì.
“Hermione, cara!” Molly la
accolse con uno dei suoi tipici abbracci.
“Mamma, deve respirare, sai”
Ginny disse, entrando nella stanza. “E’ bello rivederti, Hermione” la ragazza
aggiunse poi, andando lei stessa ad abbracciarla.
“Allora, come vanno le cose con
Draco?” Hermione chiese. La giovane Weasley si era messa con il Serpeverde
nell’ultimo anno del trio. Dopo che, il biondino ebbe provato da che parte
stava veramente, uccidendo suo padre e Dolohov che stava di nuovo minacciando
Hermione per finire quello che aveva iniziato due anni prima nel Dipartimento
dei Misteri.
“Ci stiamo per sposare” Ginny
disse, mostrando l’anello al dito.
“Oh, che bello! Sono contenta per te, Ginny!” Hermione disse, abbracciandola
di nuovo.
“Beh, dovresti essere contenta
anche per me, Granger”
Hermione si girò e vide Draco
sulla soglia della porta, con una Burrobirra in mano.
“Ma
certo che lo sono, Draghetto” lei
rispose, usando il nomignolo che Ginny gli dava nei loro momenti più privati.
Entrambi arrossirono
moltissimo.
“Come fai a saperlo?” Draco
chiese, quasi sputando la Burrobirra per la sorpresa.
“Non sono la strega più brillante
del nostro tempo senza motivo, Draghetto”
e con questo se ne andò lasciandoli soli e andando a
prendere un po’ d’aria.
“Sei davvero splendida, sai”
Harry disse arrivandole da dietro e offrendole una Burrobirra che lei accettò.
“Adulatore” lei disse arrossendo
un pochino.
“No, davvero. Mi piace il colore
che hanno preso i tuoi capelli, sembra oro antico.
Deve essere stato il sole di Miami”
“Si, tende a schiarirli…” lei
disse nervosamente mentre lui le accarezzava i capelli.
“E sei
anche abbronzata! Stai molto meglio così, sai?”
Hermione non ce la faceva più a
sentirlo parlare in quel modo. Probabilmente non lo faceva apposta, ma la stava
facendo impazzire.
Così si girò, gli
sorrise e se ne andò.
Lui sospirò.
“Credo di aver esagerato.
Dopotutto è tornata solo ieri. O magari proprio non apprezza che io flirti con lei perché non le piaccio”
“Stupidaggini”
Harry si girò in fretta, e si
trovò faccia a faccia con Fleur.
“Ho visto come ti guarda, Harry. E siccome io stessa sono innamorata, e sono una donna, penso
di saper capire se e quando un’altra donna è innamorata, tu che dici?”
“Non lo so, Fleur” lui disse
passandosi una mano tra i capelli.
“Devi solo darle tempo. Dalle il tempo di riabituarsi a starti vicino, Harry” la
strega francese disse, tornando dentro la casa.
E tempo
lui le diede.
Ogni tanto le mandava un gufo, e
si vedevano con Ron, Ginny e gli altri ad un pub, o magari solo loro tre
andavano a vedere un film, o cose del genere.
Nel frattempo, lei cominciò a
cercare un lavoro, e ne trovò uno che le piaceva al Ministero, quindi si iscrisse al concorso e con i suoi voti ottenne senza
difficoltà il posto nel Dipartimento per le Relazioni con gli Altri Esseri
Magici.
Avrebbe avuto la possibilità di
migliorare i rapporti tra maghi e Goblin, Centauri, Elfi Domestici e perfino
Lupi Mannari e Giganti. Questo era qualcosa che avrebbe voluto fare sin da
quando aveva fondato il C.R.E.P.A. ad Hogwarts.
Dopo aver firmato il contratto,
le fu dato un bigliettino con un indirizzo.
“Questo è il club dove tra una
settimana si terrà la solita festa per i nuovi assunti” l’uomo di fronte a lei le spiegò.
Annuendo, se ne
andò per mandare un gufo ad Harry con la notizia.
Lui si congratulò con lei, poi il
giorno successivo la sorprese. Le aveva mandato un
gufo per invitarla a vedere un film con lui e Ron al suo appartamento, ma
quando lei arrivò era tutto tranquillo, tutte le luci spente.
Prendendo la bacchetta, lei entrò
con attenzione, pronta a difendersi, e accese la luce, trovandosi di fronte a
tutti i suoi amici e professori più cari.
Uno striscione rosso e dorato
aveva scritto “Complimenti Hermione” ed era appeso nel mezzo del salotto.
Per tutta la notte festeggiarono,
e quando tutti furono andati via, lei lo ringraziò moltissimo per la sorpresa.
Poi portarono Ron alla Tana visto che non era in
condizioni di andarci da solo, ubriaco come era. Non sarebbe riuscito a fare
nemmeno due passi uno dietro l’altro…
Lui la accompagnò a casa, e le
augurò buonanotte baciandola giusto vicino alla bocca, rimanendo lì magari un
attimo di troppo per un semplice amico. Subito dopo, si Materializzò nel suo
appartamento.
Hermione rimase lì come stordita,
toccandosi il punto dove lui la aveva baciata, poi entrò sorridendo ampiamente,
e se ne andò a letto.
Alcuni giorni passarono, e la
sera della festa del Ministero arrivò. Lei era un po’ nervosa, e non sapeva
cosa mettersi, quando qualcuno suonò alla sua porta.
Lei aprì e si trovò di fronte
Harry.
“Ehi, che ci fai qui?” lei gli
chiese.
“Sono venuto ad augurarti buon
divertimento” lui le sorrise.
Lei lo fece entrare, e lui la
consigliò su come vestirsi. La decisione cadde su un vestito rosso che sottolineava perfettamente le sue curve, lasciando molta
della schiena scoperta. Alcune ciocche di capelli ornavano il suo viso, e lei
aggiunse giusto un tocco di trucco.
“Come sto?” lei chiese.
“Bellissima” lui rispose,
incapace di guardare altrove. “Veramente meravigliosa”
Lei sorrise e arrossì un pochino,
mentre lui la baciava sulla guancia.
“Divertiti, e stai attenta” lui
le disse, improvvisamente serio.
“Oh, dai, Harry! E’ solo una
festa del Ministero!” lei disse, sorridendogli e
prendendo la borsa dove c’era l’indirizzo. Prese in mano il
foglietto, che doveva essere una Passaporta.
Lui non disse
nulla, rimase serio finchè lei non sparì pochi attimi dopo.
Poi sospirò.
“Speriamo che le voci su queste
feste siano solo stupidaggini” si disse, andando a
casa.
Nel frattempo, Hermione atterrò
di fronte ad un locale elegante, e si avvicinò alla fila per entrare.
Mentre
aspettava lesse il nome, “Il Rifugio di Merlino”
“Un nome simpatico” pensò tra se
e se.
Poco dopo diede il biglietto alle
guardie all’ingresso, che la fecero passare. Appena dentro, sentì una strana sensazione di calore
passarle attraverso il corpo, ma non ci badò e andò subito a prendere qualcosa
da bere.
Era molto assetata.
Quello che non sapeva è che lei,
come ogni strega ancora vergine che era alla festa, era stata
soggetto di un incantesimo, e ora una croce rossa visibile solo dagli uomini
era sopra la sua testa. Beh, anche sopra quella di
altre ragazze.
“Una Burrobirra” chiese al
barista.
“Sul mio conto” una voce maschile
disse da dietro di lei, e Hermione sentì una mano sfiorarle la schiena per un
attimo, e cercò ancora il contatto.
“Allora, come ti chiami?” l’uomo
che ora si era seduto accanto a lei le chiese.
“Hermione Granger. Sono appena
stata assunta nel Dipartimento per le Relazioni con Altri Esseri Magici”
“Piacere di conoscerti, Hermione.
Io sono Alexander Viklus, uno dei segretari del Ministro”
Lei lo guardò il più
discretamente possibile, cominciando a sentirsi attratta da lui.
Era alto, con spalle larghe,
giusto un accenno di barba che per lei era molto sexy, e poi aveva capelli
castani e occhi blu.
Parlarono del più e del meno per
un po’, e lei si sentiva sempre più attratta da lui, la strana sensazione che
aveva sentito prima quando era entrata ora era tornata
anche più forte.
“Ti va di prendere un po’ d’aria
fresca?” lui le chiese, e lei accettò. Così lui la prese per mano, e la portò
fuori sulla terrazza.
Appena
fuori di vista, lui la baciò appassionatamente, e lei rispose altrettanto focosamente, inserendo la lingua nella bocca
dell’uomo, accarezzando la sua.
Lui cominciò a toccarla mentre la
baciava, e lei rispose con un gemito delicato.
Lui sorrise contro le sue labbra.
“Questa bellissima verginella è tutta mia ora” pensò, continuando a baciarla.
Lei gemette ancora più forte, e lo baciò con più passione.
“Andiamo nel mio appartamento”
lui le sussurrò all’orecchio, e lei annuì, così un attimo dopo sparirono.
Appena
arrivarono lì lui cominciò a spogliarla, e stava quasi per toglierle gli slip
quando la porta della camera da letto esplose.
Un mago furioso era lì sulla
soglia, i suoi occhi verdi fiammeggianti.
L’altro uomo non ebbe neanche il
tempo di prendere la bacchetta, si ritrovò attaccato al muro quando il nuovo
arrivato semplicemente allungò il braccio. Poi entrò nella stanza, facendosi
vedere, e Hermione trattenne il fiato dalla sorpresa.
Non aveva mai visto Harry Potter
così arrabbiato, né aveva mai visto tale potenza venire da lui, neanche quando
aveva ucciso Voldemort.
Le luci nella stanza continuavano
ad accendersi e spegnersi, mentre solo tenendo il braccio allungato Harry
schiacciava Alexander contro il muro, senza dare alcun segno di sforzo nel
farlo.
“Vestiti, Hermione. Ti porto a casa” le disse freddamente.
Lei fece come lui diceva e poi
uscì dalla stanza. Una volta che lei fu uscita, Harry camminò verso l’uomo.
“Prova un altro trucchetto come
questo e farò in modo che la tua morte sia lenta e dolorosa. Sono sicuro che
sai chi sono e cosa ho fatto. Lascia che ti dica che
Voldemort non mi aveva fatto arrabbiare così tanto, e sai bene come è finito” lui disse minacciosamente.
Era ormai leggenda come il Signore Oscuro fosse scoppiato in pezzi dall’interno, la sua
stessa anima spezzata in pezzettini, quando Harry aveva usato su di lui uno
degli incantesimi più antichi, che nessuno era stato capace di utilizzare sin
dai tempi di Merlino, dopo che Voldemort aveva usato la Maledizione Cruciatus
su Hermione.
Poi Harry lasciò libero l’uomo, che cadde sul pavimento, la paura evidente
sul suo volto.
Appena fuori
dalla porta Harry trovò Hermione, a testa bassa dopo che lo shock al
vedere Harry lì e così arrabbiato aveva rotto l’incantesimo posto su di lei, e
dato che si ricordava tutto ciò che era accaduto quella sera, si vergognava di
se stessa.
“Andiamo al tuo appartamento” lui
le disse freddamente senza neanche guardarla, poi la portò fuori
dall’appartamento, la cui porta d’ingresso era a pezzi, e Materializzò
entrambi lì.
Una volta nel
salotto, lei si sedette in silenzio, mentre lui andava avanti e indietro,
nervoso.
All’improvviso lui parlò.
“Per Merlino, Hermione. Ti avevo avvertito di stare attenta, no?” lui gridò,
arrabbiato.
“Ma…”
“Niente ma, Hermione. E’ stata solo
fortuna che io sia arrivato in tempo, ma stavi per
perdere la tua verginità con un perfetto sconosciuto, sotto gli effetti di
chissà quale incantesimo. Non ci avrebbe pensato due volte quell’animale. Era
così che l’avevi programmata la tua prima volta?” lui disse, furioso, ora i
suoi sentimenti erano messi da parte, visto che la
necessità di proteggerla come migliore amico aveva preso il sopravvento.
“No” lei ammise. “Ma non avevo idea…voglio dire, ho sentito una sensazione
strana appena entrata, ma non potevo pensare che una festa ufficiale del Ministero
nascondesse una simile insidia…” lei disse, le lacrime che le correvano
liberamente sul viso.
Lui si sedette vicino a lei,
abbracciandola, mentre lei gli bagnava la maglietta con le sue lacrime,
aggrappandosi a lui come a una roccia durante una
tempesta.
“A proposito, come hai fatto a
trovarmi?” lei chiese.
“Beh, avevo sentito voci su
questo genere di comportamenti. Per questo sono venuto ad avvertirti. Più
tardi, non riuscivo a stare tranquillo, così ho deciso di venire a controllare.
Non sapevo bene il punto preciso dove era il pub, ma immagino che il motivo per cui non è conosciuto al pubblico è proprio per via di
queste feste…”
Lei continuava
a singhiozzare, così lui la accarezzò sui capelli, baciandole la fronte
per calmarla.
“Poi ho incontrato una giovane
strega in lacrime, e le ho chiesto cosa c’era che non
andava. L’incantesimo su di lei era già finito, e quindi mi ha
detto tutto. Sono corso al club, entrando di nascosto per evitare le due
guardie, e poi lì dentro ti ho cercato ma non riuscivo
a trovarti. Per fortuna un giovane mago mi ha preso da parte e mi ha detto che
ti aveva visto andare via con quel tipo, e dove abitava, e di sbrigarmi se
volevo aiutarti”.
Continuò ad abbracciarla e a
cercare di calmarla come si fa con un bambino
spaventato, e finalmente lei smise di piangere.
Hermione riuscì a sorridergli
debolmente. “Grazie per avermi salvato ancora una volta, Harry” gli disse,
trattenendosi dal baciarlo, anche se voleva farlo veramente tanto.
“Che ci stanno a
fare gli amici?” lui le disse sorridendo ampiamente, e in quel momento
la ferì più di quanto perdere la verginità con un estraneo avrebbe potuto. Lei
voleva così tanto essere più che un’amica per lui…
La verità è che anche lui voleva,
ma continuava a tenerlo segreto.
“Harry, posso chiederti un
favore?”
“Certo”
“Non mi lasciare sola stanotte”
lei disse, appoggiandosi ancora di più a lui.
“Non lo farò” lui disse.
Poco dopo decisero dia andare a
letto, e così lei si cambiò nel bagno mentre lui si tolse le scarpe e si stese,
chiedendosi come diavolo avrebbe fatto a passare la
notte nello stesso letto di Hermione senza rivelarle i suoi sentimenti.
Qualche minuto dopo lei tornò, con la sua camicia da notte rosa, e Harry non
riuscì ad evitare di pensare che sembrava un angelo caduto sulla Terra.
“Sei bellissima” le disse prima
di riuscire a trattenersi.
Lei arrossì. “Non dire cose che
non pensi” rispose senza guardarlo, la voce che le tremava giusto un pochino.
“Non lo sto facendo” lui disse
seriamente, guardandola. Lei alzò lo sguardo incontrando il suo, i suoi occhi
verdi scuri brillavano per qualcosa che non riusciva a riconoscere. Questo la
fece sobbalzare un po’.
Entrò poi nel letto, e lui la
strinse a se. Al diavolo la pazienza e il darle tempo.
Non riusciva a
resistere, era troppo attratto da lei.
“Hermione, quando ho visto cosa
ti stava per fare, io volevo davvero farlo a pezzi, anche più di Voldemort. Non
riuscivo a sopportare che ti facesse ciò, vuoi sapere
perché?”
Lei tremò ripensando al rischio
corso, e a come lui aveva terminato la vita di
Voldemort facendolo letteralmente esplodere dopo che lui l’aveva torturata.
“Perché?”
lei chiese, quasi piagnucolando.
“Perché
sono follemente innamorato di te, Hermione Granger” lui disse, accarezzandole
la guancia.
Il cuore le si
stoppò in gola, non riusciva a credere a cosa aveva sentito.
“Hai detto…?”
“Che ti
amo, si” lui ripeté, sicuro di essere respinto ma almeno non dovendo più
nascondere i suoi sentimenti.
All’improvviso si sentì spingere
sul letto, mentre lei gli saliva sopra e lo baciava
con una passione immensa, la sua lingua che gli esplorava la bocca. Lui rispose
con la stessa forza ed entusiasmo, e
rimasero così, esprimendo in quel bacio il loro amore, sentendosi come
se molti fuochi d’artificio fossero scoppiati in loro.
Minuti, o
ore, o erano giorni? più tardi si separarono.
“Anche
io ti amo, Harry” lei disse, accarezzandogli i capelli. “E’
per questo che sono partita, per cercare di dimenticarti, ero sicura che
non mi avresti mai amata”
“Beh, ti sbagliavi di grosso, signorina” lui disse, baciandola di nuovo.
“Si, è vero” lei ammise quando si
separarono.
“Questa è una cosa rarissima” lui
la prese in giro.
“Cosa?”
“Hai sbagliato e stai anche
ridacchiando” lui le disse, ridendo dolcemente. “Due cose che di solito non si
associano con Hermione Granger, la miglior strega ad
Hogwarts in più o meno un secolo”
Lei ridacchiò ancora,
guardandolo. Poi si fece seria. “Harry, ti prego, facciamo l’amore stanotte”
“Sei sicura? Dopo quello che è successo? Possiamo aspettare,
non devi sentirti obbligata…”
“No, Harry. E’ dal settimo anno a
Hogwarts che aspetto, non posso più”
E così
si unirono per la prima volta, suggellando il loro amore da lì in poi eterno.
“Ti amo, Hermione Granger” lui le
disse dopo, accarezzandole i capelli, con la sua testa che era appoggiata sul
suo petto.
“Anche io ti amo, Harry” lei
disse, e un attimo dopo entrambi si addormentarono.