Era una sera comune di gennaio, un giorno come tutti gli altri e tutto
sembrava normale.
Non ero una ragazza come gli altri, avevo un idolo già,
Miley Cyrus.
Mamma mi chiama per cena. Mia mamma era diversa dalle altre. Lei non
capiva, lei non capiva cosa provavo per una persona a me lontana, lei
non mi era mai accanto.
Mio padre? Avere un idolo era una cosa
‘anormale’ per lui, e mi considerava tale.
Ho anche una sorella ‘Casey’. Lei è come
me, uguale. Stessa vita, stessi sentimenti, stessi idoli, stesso tutto.
Lei era come una migliore amica per me, anche perché erano
pochi i veri amici che avevo.
La maggior parte dei miei ‘amici’, mi prendono in
giro, per la musica che ascolto, non è una cosa nuova per
voi credo.
Ed è per questo che a volte avevo bisogno di Staccare un
po’ da tutto. Il mio rifugio era twitter. Un social network
pieno di ragazze come me e mia sorella che potevano aiutarmi in
qualunque momento. QUALUNQUE. Stavo bene con loro e mi ero fatta degli
amici, VERI amici, a cui tengo un casino.
Ah dimenticavo, il mio nome è
‘Allison’ ma tutti mi chiamano
‘Allie’.
Bene, andai a cenare e i soliti discorsi di mio padre e mia madre mi
annoiarono così tornai in camera mia.
Avevo acceso da poco il computer e mi collegai su twitter.
Leggo un super annuncio che mi sconvolse la serata. Diceva
‘MILEY CYRUS LIVE LONDON 28 APRILE’.
Io ero di Milano, il che non era molto bello in questi casi.
Non avevo nemmeno il coraggio di andare a raccontarlo a mia madre,
tanto non mi avrebbe capita, non mi mandava da sola a Londra.
Era tutto difficile e improvviso, non smettevo di tremare, quel
concerto era importante per me. Miley non veniva in Europa da tanto
ormai e non potevo non andare.
Avevo paura che poi non tornasse, e avrei perso tutto.
Era già Gennaio, mancavano pochi mesi al concerto e non
potevo rischiare di perdere il biglietto.
Così mi venne una grandissima idea, trovare un lavoro.
Era l'unica soluzione, trovavo un lavoro e mi compravo il biglietto da
sola.
Poi si vedeva come andare a Londra, intanto evito di rischiare di non
riuscere a prendere quel cavolo di biglietto.
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