Dare to dream

di bluebirdie
(/viewuser.php?uid=251003)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Mi risvegliai in piena notte a causa del naso attappato, avendo pianto mi era venuto un forte mal di testa e raffreddore,scesi così al piano inferiore per prendere un'aspirina e mi sedetti al tavolo della cucina.Scansai poi la tendina della finestra e iniziai a fissare il lampione della strada.
Mi accorsi che questo creava delle ombre spaventose e rassicuranti allo stesso tempo,rimasi a guardarle per 10 minuti buoni fino a quando il lampione si spense e con lui anche i miei pensieri.

Mi alzai dal tavolo e tornai a dormire con il desiderio di vedere lo stesso effetto che creava il sole con i suoi raggi il giorno dopo..era la prima volta che mi sentivo in armonia con la notte,la prima volta che desideravo non finisse..rimasi a fissare il soffitto fino a quando non spuntò l'alba e solo in quel momento mi accorsi di essere sveglia..

Appena il primo raggio di luce mi illuminò il volto mi coprii gli occhi con la mano, li stropicciai un pò e mi alzai.Era il giorno della gita e me ne ero completamente dimenticata,mi sbrigai a fare colazione e scesi presto per paura di perdere l'autobus.Non appena arrivai salutai tutti,o meglio quasi tutti..la mia amica non si vedeva,ovviamente arrivava in ritardo anche alle gite ed io iniziai a prendere posto sull'autobus.Subito mi sedetti dalla parte del finestrino e guardai fuori nella speranza di intravederla.Quando ad un tratto sentii una mano gelida toccarmi la spalla e così mi voltai.
Era lei,chiedeva il permesso di sedersi vicino a me,le dissi di si e mi sorrise.Dopo di che mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia e mi chiese "mi perdoni?".
Tra noi ci fu uno sguardo di intendimento e subito le dissi "si,certo".
Così nei primi 10 minuti di viaggio parlammo di quanto fossimo state stupide e ci scusammo l'una con l'altra.I nostri abbracci finirono quando la mia amica tirò fuori il suo i-pod e mi porse una cuffietta.Continuammo il viaggio,cantando come due matte.
Forse non erano state tanto le scuse e le colpe a farci riavvicinare,era stata la musica,che ci aveva influenzato nel migliore dei modi..

Scendemmo dall'autobus sentendoci chissà per quale motivo delle star,c'erano 25 gradi e il sole spaccava le pietre,ci mettemmo i nostri ray-ban e iniziammo a camminare.La fila di persone davanti a noi assomigliava a una lunga carreggiata di macchine bloccate sull' autostrada,quando ad un tratto tutto l'ordine creato dagli insegnanti si sciolse e procedemmo in gruppi sparsi.Avevano deciso di portarci a Roma,più precisamente al Colosseo.. Mentre ci dirigevamo verso il monumento la mia amica rimasta indietro urlò ed io mi girai per vedere cosa le era successo ..

Quella scema era caduta inciampando su sasso e mi stava chiedendo la mano per alzarla, così non appena le porsi il mio aiuto caddi anch'io in modo ancora più goffo ed entrambe ci mettemmo a ridere senza sosta ,fino a quando un borsone mi urtò la testa e mi voltai per vedere chi fosse stato e in quel momento non fui abbagliata dai raggi accecanti del sole bensì dal sorriso di un ragazzo .. E che ragazzo





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1462791