SSanta Claus is
coming to Camp
Santa Claus is
coming
Santa
Claus is coming
Santa
Claus is coming to Camp
La mattina della Vigilia di Natale, i tre figli dei pezzi grossi erano
stati convocati nell'ufficio di Chirone, nella Casa Grande. Neanche
loro sapevano il perché. Non avevano combinato guai, di
recente,
almeno per quanto gli risultava. Non avevano neanche litigato,
distruggendo metà campo. Anzi, erano giorni che andavano
stranamente d'accordo... Che fosse questo il fantomatico 'Miracolo del
Natale'?
In ogni caso, i tre ragazzi erano stati chiusi, senza nessuna
spiegazione, nell'ufficio di Chirone da Argo quasi un'ora prima. Ed
erano stati lasciati lì.
Ma il 'Miracolo del Natale' non poteva durare a lungo. A forza di stare
chiusi lì dentro, senza possibilità di sfogo, la
pacifica
convivenza fra i tre dei giorni passati stava per essere gettata nel
Tartaro da un momento all'altro.
Quando, finalmente, Chirone entrò, non rimase stupito
più
di tanto nel trovarsi davanti Talia impegnata a cercare di strangolare
Percy mentre Nico rischiava di soffocare per le risate.
-Smettetela subito, voi tre.-
-Perché ci hai chiamato qui, Chirone?- chiese Percy,
liberatosi dalla presa della cugina -Non abbiamo fatto nulla-
-Lo so, figliolo. Vi ho mandato a chiamare perché ho
semplicemente bisogno che mi facciate un favore...-
Qualche minuto dopo, i tre uscivano dalla Casa Grande con aria
allucinata.
-Sapete.. Credo che, questa volta, Chirone abbia davvero perso la
testa.- disse Talia, dopo un po'.
-Non voglio. E' impazzito. Non voglio!- borbottò Nico,
imbronciato.
Percy era l'unico che taceva e che fissava il sentiro davanti ai suoi
piedi, pensieroso.
-Non penso che abbiamo molte alternative, ragazzi. Insomma, non
possiamo certo lasciare che siano Travis e Connor a farlo. O Clarisse.
Sarebbe assurdo.-
Talia sospirò, scuotendo la testa. -Il Calamaro ha ragione.
Ma questo non significa che la cosa debba piacermi.-
-Andiamo, Tals. Tanto la nostra reputazione ce la siamo giocata da
tempo. Cosa ci costa?- sorrise il 'Calamaro', dandole una gomitata
giocosa,
-Ti sarai giocato la tua, forse. Io una reputazione ce l'ho ancora.-
borbottò Nico, ancora più imbronciato di prima
-Sono il
figlio di Ade. Di ADE. Non posso fare una cosa simile! Sarò
lo
zimbello del Campo per secoli!-
-Saremo gli zimbelli del Campo per secoli- lo corresse Talia,
sorridendo.
Percy si illuminò, guardando la cugina. -Quindi ci stai?-
-Sì. A una condizione-
Nico, che sembrava essersi arreso, si imbronciò nuovamente.
Seriamente, quel ragazzino aveva la fronte corrugata così
tanto
spesso, che a quarant'anni sarebbe stato un ammasso di rughe.
-E sarebbe?-
Talia sorrise, un sorriso che non prometteva nulla di buono.
Allargò le braccia, passandole intorno alle spalle dei
cugini e
avvicinando la testa come fanno le squadre sportive per discutere la
strategia della partita.
-Okay, statemi bene a sentire. Sarà una cosa epica.-
Quella sera...
Annabeth era seduta al falò, da sola. Dire che
era
furiosa con il suo fidanzato, il solo e unico Percy Jackson, era
probabilmente un eufemismo. Quando erano arrivati al campo, all'inizio
delle vacanze invernali, si erano promessi di passare insieme quei
pochi giorni. E invece, era tutto il giorno che del figlio di Poseidone
non ne vedeva nemmeno l'ombra.
Annabeth Chase non era possessiva. Semplicemente, la irritava il fatto
che, nonostante avessero solo pochi giorni per stare insieme, il suo
ragazzo fosse Zeus-solo-sa-dove a fare gli-dei-sanno-cosa.
Con uno sbuffo, tornò a immergersi nel libro che teneva fra
le
ginocchia. Aveva appena iniziato un nuovo capitolo che Rachel si
lasciò cadere seduta accanto a lei.
-Ehi, Annabeth. Hai visto Percy in giro?-
-Non parlarmi di quell'idiota- scattò la bionda, sollevando
lo sguardo.
Rachel la fissò, stupita. Insomma, non aveva tutti i torti.
Fino
alla sera prima, erano la coppietta più felice e affiatata
del
campo e l'intera cabina di Afrodite li osannava come i 'Nuovi Giulietta
e Romeo', e poco importava che l'intera cabina di Atena gli avesse
fatto notare come, nella tragedia Shakespiriana, i due protagonisti
avessero appena quattordici anni e alla fine fossero tutti morti. Ora,
appena ventiquattro ore dopo, Annabeth sembrava sul punto di
assassinare il suddetto Novello Romeo.
-Che cosa ha combinato?-
-Non lo so. E' proprio questo il problema. E' da ieri sera che non si
fa né vedere né sentire! Ed è la
Vigilia di
Natale. Non si è neanche degnato di farmi gli auguri.-
Mentre
Annabeth continuava a
sproloquiare di come Percy sembrasse scomparso nel nulla, neanche
l'avessero rapito gli alieni, e Rachel l'ascoltava con un orecchio
sì e uno no, l'intera arena si era riempita di ragazzi.
Tutti i
semidei che passavano le vacanze invernali al Campo si erano riuniti
lì, per il tradizionale falò della Vigilia. In
particolare, i più piccoli saltellavano da una parte
all'altra,
chiedendo ai vari capocabina se, quando e come sarebbe arrivato Babbo
Natale.
-Annaaa-
squittì una bambina minuscola, tirando la manica della
ragazza per
attirare la sua attenzione. Annabeth interruppe il suo torrente di
parole e si girò.
-Dimmi, Sophie-. Si sforzò di sorridere a quello
scricciolo biondo che si ritrovava come sorellina minore e che, in quel
momento, sembrava intenzionata a strapparle la manica della felpa,
vista la forza e la determinazione con cui continuava a tirarla.
-Quando arriva Babbo Natale?- domandò Sophie, sorridendo
angelicamente alle due ragazze più grandi.
Annabeth sospirò. -Sophie, tesoro, ascolta. Non so quando
arriverà. Probabilmente stanotte, mentre dormiamo e...-
-O
più probabilmente, adesso- la interruppe Rachel, che
osservava
l'ingresso dell'arena con gli occhi spalancati e che cercava
disperatamente di trattenere una risata.
-Rachel ma cosa stai... OH.- Annabeth seguì lo sguardo della
rossa e rimase a bocca aperta.
Uno
slittino, pieno di sacchetti di dolci e di pacchetti regalo, era appena
comparso all'entrata dell'arena. Era trainato dalle "renne"
più strane
e imbronciate di sempre e, fra i pacchetti, sedevano "Babbo Natale" e
"un'elfa", che sorridevano e distribuivano caramelle ai più
piccoli,
cantando in coro tutte le canzoni di Natale che gli saltavano in mente.
-Non..
ci... credo...- balbettò Annabeth, gli occhi fissi sulla
scena, mentre
Sophie si esibiva in un -BABBO NATALE!- così acuto da
spaccare qualche
vetro.
La slitta si fermò al centro dell'arena e una delle renne si
liberò dai festoni usati come redini, mentre le altre
crollavano a
terra in una montagna di ossicini. Poi, mentre Rachel rideva talmente
tanto da rischiare di soffocare, l'elfa e Babbo Natale saltarono a
terra dalla cima dello slittino. Poi, senza bisogno di un segnale
prestabilito, l'intera cabina di Apollo (di cui nessuno aveva fino ad
allora notato la misteriosa assenza) si riunì alle loro
spalle con
chitarre alla mano e intonarono 'All I want for Christmas is You'.
Annabeth
rimase immobile, combattendo contro l'impulso di coprirsi gli occhi con
le mani, a osservare quei tre pazzi che, accompagnati dalla cabina di
Apollo, si esibivano nella più stupida coreografia natalizia
di sempre.
Coreografia che comprendeva perfino alcuni passi di 'Gangnam Style', il
classico passo degli egiziani, una sottospecie di Moonwalk, un trenino
e qualsiasi altro passo stupido che fosse saltato in mente a quei tre,
in un'accozzaglia di pazzia allo stato puro.
Rachel, e molti altri
spettatori più grandi, sembravano sul punto di cadere a
terra per le
risate, Annabeth scuoteva la testa con aria rassegnata e i bambini
più
piccoli erano quasi in estasi.
Alla fine della canzone, poi, quando
si misero a lanciare caramelle, con l'aiuto della cabina di Ermes e di
Apollo, i bambini più piccoli sembrarono impazzire:
saltellavano
intorno a loro, cercando di afferrare al volo i dolcetti. Le varie
cabine si unirono al coro, una dopo l'altra, e il fuoco del
falò si
alzò fino a due metri, rosso e dorato.
Quando il delirio generale si
fu un po' calmato, Annabeth si alzò in piedi e si
avvicinò a Babbo
Natale. Scosse la testa, rassegnata, allontanandogli dal viso il pon
pon del berretto rosso.
Il figlio di Poseidone le sorrise di
rimando, con le guance e la punta del naso leggermente arrossate,
avvicinando il viso al suo.
-Per la cronaca, ci ha obbligato
Chirone- li informò l'elfa, la sola e unica Talia Grace,
comparendogli
di fianco con la bocca piena di caramelle, rovinando completamente il
romanticismo del momento.
-Siete stati fantastici- la rassicurò la figlia di Atena,
ridendo -Erano anni che non avevamo una Vigilia così.-
-E
si spera che l'anno prossimo non si dovrà ripetere il tutto-
borbottò
Nico, comparendo al fianco di Talia e sfilandosi il cerchietto con le
corna da renna.
-Andiamo, Rudolph la renna dal naso rosso- rise
Percy, dandogli una gomitata giocosa -Ammettilo che ti sei divertito!
Sembravi tornato il Nico rompiscatole che abbiamo recuperato a
Westover.-
Nico alzò gli occhi al cielo e si allontanò
insieme a
Talia, visto che Rachel li stava trascinando via, rimproverandoli per
la loro totale assenza di tatto e di romanticismo.
Annabeth osservò Percy con aria critica, facendo un passo
indietro e incrociando le braccia sul petto.
-Quindi è per questo che sei sparito tutto il giorno. Avevo
quasi pensato di telefonare a Chi l'ha visto.- disse dopo un po'.
Percy si esibì in un sorriso di scuse, togliendosi il
berretto rosso e passandosi una mano fra i capelli.
-Talia ci aveva requisito e chiuso nella Casa Grande. Diceva che
dovevamo fare le prove- spiegò, con un sorrisetto.
-Ne avevate bisogno. Anche con le prove, sembravate comunque una banda
di pazzi scappati da un manicomio e addobbati per Natale-
Scrollando
le spalle, Percy le passò un braccio intorno ai fianchi.
-Era proprio
quello l'obiettivo, Sapientona. Se non puoi fare il pazzo almeno a
Natale, sai che noia?-
-Tu fai il pazzo ogni singolo giorno, Perce.
E il bello è che non ti impegni neanche per farlo. Ti viene
naturale.-
ribatté lei, alzandosi in punta di piedi e avvicinando il
viso a quello
del ragazzo.
Erano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro, quando Annabeth
si allontanò di colpo, con un'esclamazione di sorpresa.
-Che c'è?-
La
ragazza si portò una mano al viso, poi la ritirò
e sorrise al
fidanzato. Tornò ad abbracciarlo, baciandolo sulla guancia.
-Guarda il
cielo-
Il figlio di Poseidone alzò lo sguardo e, istintivamente,
sorrise a sua volta. Dal cielo, ormai buio, stavano iniziando a
scendere, vorticando, milioni e milioni di candidi fiocchi di neve.
-Mi è arrivato un fiocco sul naso- spiegò
Annabeth, mentre Percy riportava lo sguardo su di lei.
Percy
rise, mentre Annabeth si stringeva a lui e nascondeva il viso contro la
sua spalla. Tutti i bambini del campo, e anche qualcuno dei
più grandi,
correva intorno a loro, inneggiando alla neve, ai regali, ai dolci e al
Natale in generale. Talia e Rachel erano sedute vicino al fuoco,
circondate da bambini, e sembravano raccontare una qualche storia
grandiosa, almeno a giudicare dagli occhi spalancati dei bambini seduti
intorno a loro.
L'intero campo era in festa. La guerra dell'estate
prima era lontana, finalmente conclusa e lasciata alle spalle. Tutti
sorridevano, perfino Nico o i figli di Ares, contagiati dall'atmosfera
natalizia che pervadeva l'intero campo mezzosangue.
-Annabeth?-
mormorò Percy dopo un po'. Lei alzò gli occhi,
per guardarlo, e lui ne
approfittò per appoggiare le labbra sulle sue e baciarla.
Quando si staccarono, poco dopo, Percy sorrise. -Buon Natale,
Sapientona.-
-Ehi
voi due!- La voce di Talia, che proveniva dall'altra parte dell'arena,
li riscosse. Era in piedi, circondata da bambini adoranti, e stava
agitando un braccio in aria per attirare la loro attenzione. -Annie,
smettila di tenerti Babbo Natale tutto per te! Qui abbiamo dei bambini
che vogliono le loro caramelle!-
-Arrivo!- le urlò il figlio di
Poseidone, di rimando -Anche se, intanto, la cara elfa di Babbo Natale
potrebbe iniziare a distribuirle, queste caramelle!-
Talia gli
lanciò un'occhiataccia, mentre veniva letteralmente assalita
da una
piccola orda di figli di Ermes urlanti, determinanti a ottenere altri
dolcetti.
-Jackson, non ti uccido solo perché è Natale-
riuscì a
urlare, prima di essere costretta a distribuire manciate di caramelle a
destra e a manca.
Annabeth e Percy, dal canto loro, ridevano
osservando la scena. Annabeth, stretta al suo ragazzo, non
poté fare a
meno di pensare a come pochi mesi potessero cambiare tutto. Solo sei
mesi prima erano nel pieno della guerra e nessuno di loro aveva
più
voglia di scherzare o ridere. Sei mesi prima, Percy era troppo occupato
a sostenere il peso della profezia per poter anche solo prendere in
considerazione l'idea di travestirsi da Babbo Natale ed esibirsi in un
balletto scemo per i semidei più giovani. Eppure ora erano
lì, con i
fiocchi di neve impigliati fra i capelli, che ridevano nell'osservare
come uno scatenato figlio di Apollo fosse saltato in spalla a Nico,
facendogli venire un colpo, e urlasse 'Rudolph, accendi il tuo naso
rosso e portami fino al Polo Nord!'.
La ragazza sorrise e appoggiò
una mano sulla guancia di Percy, che si girò verso di lei.
-Buon
Natale, Perce- sussurrò, prima di baciarlo velocemente.
-E ora va, forza. Babbo Natale deve andare a salvare Rudolph.-
Percy
lanciò un'occhiata in quella direzione. Nico sembrava
essersi
rassegnato e stava scarrozzando il ragazzino, portandolo sulle spalle
ed esclamando -Fate largo a Rudolph, la renna di Babbo Natale!-
Il
figlio di Poseidone scosse la testa. -Penso che Nico se la possa cavare
da solo. E poi, era da Westover che non lo vedevo così
allegro.-
-Il Miracolo del Natale, forse?- propose Annabeth, annuendo.
-Forse.- annuì Percy, prima di baciarla un'altra volta.
E quello fu probabilmente il Natale migliore di tutti i tempi, al Campo
Mezzosangue.
Buon Natale a tutti
Bene, dico
solo due cosine veloci veloci su questa OS.
Lo so,
è un delirio. Ma proprio non ce la faccio a scrivere cose
serie in questo fandom :') Prima o poi dovrò mettermi
d'impegno e lasciare da parte la mia vena pazzoide.
Allora, prima di tutto, la storia è tratta da una storia
vera. Ebbene sì, l'altro giorno mi sono dovuta io stessa
vestire da elfa e andare a fare un lavoro molto simile a quello che
fanno i nostri cari Percy, Nico e Talia. L'ho fatto per i gruppi dei
più 'piccoli' allo spettacolo di Natale di danza. Alla fine,
ci hanno fatto salire sul palco a me e ad altre due, vestite da elfe,
ci hanno fatto improvvisare un balletto (e sì, abbiamo fatto
anche Gangnam style u.u) e poi abbiamo dato a ogni bimbo un sacchetto
di caramelle.
Quindi, visto che non sapevo che cavolo infilare in questa OS, mi sono
detta: perché non trasformare la mia insegnante in Chirone e
non farle obbligare i tre figli dei pezzi grossi, come ha fatto con me?
Altra cosina che volevo dire... Sophie è una figlia di Atena
di circa otto anni. L'ho inventata così, di sana pianta, a
beneficio della storia.
Nico vestito da Rudolph la renna dal naso rosso mi fa morire dal ridere
a solo pensarci.
Non so se i personaggi sono tutti IC, ma sinceramente, è una
OS natalizia delirante quindi... chissenefrega ;)
Bene, ora vado. Ho ancora il nuovo capitolo di What doesn't kill
(eccetera eccetera) e altre due OS natalizie da finire e devo pure
andare a prepararmi per andare a vedere Lo Hobbit.
Sil
Se siete arrivate fin qua a leggere... che posso dire?
Lasciatemi un commentino e
ancora buon Natale
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