Madness

di chocobanana_
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Madness

 
 
Passo dopo passo, nel silenzio si sentiva solo il rumore delle scarpe che si scontravano con il cemento della strada.
America appoggiò una mano contro il muro freddo di quella scuola elementare, gli occhi lucidi e le labbra coperte della sciarpa color crema.
Il freddo era insopportabile e s’insinuava crudele sotto il cappotto, ma Alfred non riusciva ad allontanarsi da quel posto.
Nascosto dietro le mura poteva osservare persone che si consolavano, che piangevano, che si stringevano, che rimanevano insieme.
Un popolo unito dopo la tragedia.
Nella sofferenza si è tutti uniti. Quando una persona esterna la sua tristezza, e piange, chiunque è disposto ad aiutarla.
E adesso si stanno aiutando tutti, perché tutti non riescono a sorridere.
Ci si fanno milioni di domande a cui si trovano poche risposte.
Gli occhi azzurri di Alfred si soffermarono attenti su ognuno di quei visi distrutti dal dolore, quello procurato dalla morte di ventisei persone, di venti bambini, e di persone che per proteggerli hanno dato la vita.
A che serve rappresentare una nazione se poi non si possono fermare queste tragedie?
Nessuno può bloccare la follia degli uomini.
Pazzia, cattiveria, divertimento. Qualunque cosa abbia spinto l’assassino a uccidere non è giustificabile.
America serrò i pugni, strinse i denti e trattenne la lacrime.
Tante vite a cui era stata tolta il diritto di amare, emozionarsi, respirare.
Un ricordo di sangue che avrebbe ricordato sempre, perché erano semplicemente delle vite innocenti.
“Non deve più accadere.” Al batté il pugno nel cemento, non sentì il dolore che gli attraversò la pelle e i muscoli.
Era una promessa a sé stesso. Non avrebbe permesso che quella tragedia si ripetesse.
Si chiese come ora l’assassino potesse vivere, poi il suo pensiero volò alla follia. Già, quello che aveva sparato era semplicemente un folle.
Una lacrima scese lungo la guancia del biondo.
“Addio.” Sono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
Per quanto tutte le altre nazioni potessero dire che era in immaturo, che era stupido, che era insopportabile, in quel momento era stato costretto a crescere.
Nessuno potrebbe sorridere, soprattutto Alfred Jones, o semplicemente gli Stati Uniti d’America, l’ultimo paese dove ci si sarebbe aspettato un bagno di sangue del genere.
 

“Adesso in cielo ci sono altri venti angeli.” Mormorò America. “Il popolo si aspetta che ciò non capiti mai più. E così sarà.”
Parole dure, che nessuno si sarebbe aspettato di sentire da lui.
Così infantile di solito, così maturo e provato ora. 
 

Lo stato si fermò.
La gente pianse.
E lui rimase fermo, vicino le mura di quella scuola, impotente e malinconico.
Si chiese che razza di eroe fosse. Non era riuscito a salvarli.
 

L’America non è stata capace di proteggere i propri figli.”

 

Fine.


 
.:Angolo di un’autrice:.
Sera.
Appena ho sentito la notizia ho sentito il bisogno di scriverci qualcosa. Non so perché. So solo che ho sentito il bisogno di farlo.
Forse per sfogarmi in modo diverso, e smettere di piangere. Perché personalmente sono rimasta sconvolta e turbata.
E non posso che sperare che quelle ventisei persone adesso siano felici in un posto migliore.
Ho sentito il bisogno di scrivere per sfogo, quindi. Le parole sono uscite di getto. Tutto quello che mi diceva il cuore, più che la testa.
Le vostre opinioni mi farebbero solo piacere :’)
camy





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