La Crociera del Destino

di OmbraSmagliante
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7 anni dopo

Era ottobre, una tipica domenica autunnale. Al piccolo campetto di una piccola città, giocavano i pulcini, la nuova squadra dei bambini di prima elementare. Era la seconda di campionato.
Avevano appena effettuato il loro ingresso in campo.
Tra gli altri, spiccava un bambino mediamente alto, con capelli castani e due enormi occhi azzurri.
Portava la maglietta della sua squadra, come tutti i suoi compagni. Sulla schiena aveva il numero 14, il numero portafortuna di sua madre. E ai piedi portava le scarpette coi tacchetti, le prime che suo padre avesse mai avuto.
Per chi non lo sapesse, adorava quelle scarpe.
Rivolse uno sguardo emozionato alle tribune, tranquillizzandosi subito alla vista dei genitori. Lei bionda con i suoi medesimi occhi azzurri, lui castano e più alto di lei, più vecchio.
Erano una coppia strana i suoi genitori. Non li aveva mai visti baciarsi, né dirsi cose sdolcinate come i genitori dei suoi amici. 
Solo una volta si era azzardato a chiedere il perché. 
Gli avevano risposto che erano migliori amici. Lui non aveva capito e loro avevano riso di gusto.
Valli a capire, i genitori.
Solo una volta, una settimana prima, si era avvicinato a capirne di più. Era stato quando aveva letto prima della mamma la posta. Era di una signora che si chiamava come le bambole con cui giocava la ragazzina che gli piaceva a scuola.

“Sophie! Nigel! Quanto tempo è passato dall’ultima volta! Devo farvi i complimenti: Leonardo è davvero bellissimo e un gran bravo bambino. L’ho visto giocare questa domenica, ha davvero un grande talento! Come il papà… E due occhi bellissimi. Come la mamma.
Spero che la vostra amicizia si sia rafforzata ancora di più di quando non lo era quando mi avete salvato la vita. 
Un’altra volta, grazie. Per tutto.
Barbie.”
FINE




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