A Matter of Trust - 1° Capitolo
Titolo: A Matter of Trust
Personaggi: Merlin, Arthur, un po' tutti
Pairing: Merthur e un po' di Arwen (necessario, visto il punto in cui è ambientata la storia, ma tendenzialmente sminuito)
Rating: Giallo (in seguito si vedrà)
Genere: Sentimentale, un po' di Drammatico e un po' di Commedia
Note e avvertimenti: Spoiler season 5, What if?
Note dell'autore:
- Ambientato dopo la 5x08 ed è un what if enorme di quello che succede nelle puntate successive.
- Spoiler, varie ed eventuali: QUI
Dedico questa storia a Deb,
per avermi spinto a vedere Merlin,
per il suo compleanno (anche se con un ritardo spaventoso),
per aver letto i primi capitoli di "A Matter of Trust" in anteprima,
Ti voglio bene, cara <3
A Matter of Trust
I
Quando Arthur vide gli occhi di Merlin illuminarsi magicamente – no, improvvisamente -, la prima cosa a cui pensò era che la vista doveva avergli giocato un brutto scherzo.
Lo conosceva da sempre, non poteva avergli nascosto una cosa simile per così tanto tempo.
Successivamente al bagliore, un nemico a cavallo che
si dirigeva minaccioso verso Leon venne sbalzato via dalla sella e
cadde al suolo, senza nuocere danno a nessuno.
Di colpo, senza una spiegazione possibile.
Come per magia.
Merlin si girò a guardarlo e le palpebre gli si allargano per la sorpresa.
È un'espressione colpevole quella, Merlin?
Il suo migliore amico, la persona di cui si fidava di più al mondo gli aveva mentito per anni.
Merlin era un mago e glielo aveva sempre tenuto nascosto.
Non si chiese il motivo, al momento non gli
importava, sentiva solo una rabbia incontrollabile diventare sempre
più forte.
Quante bugie e inganni c'erano stati nel loro rapporto?
«Arthur!» gridò Merlin, il traditore, e istintivamente gli diede ascolto, voltandosi in tempo per parare un colpo.
Che sciocco, si era distratto e a momenti aveva rischiato di perdere la vita per mano di quei banditi.
Arthur, insieme ai suoi cavalieri e Merlin, stava
ritornando a Camelot dopo una missione e, quando mancava davvero poco a
raggiungere il castello, erano stati attaccati. I nemici erano molti,
ma non erano abbastanza forti per loro, perciò non era stato
molto difficile riuscire a prendere il sopravvento.
Trapassò l'avversario con la spada; altro
sangue si riversò su di essa. Il bandito cadde sulle ginocchia
sotto i suoi occhi e poi riverso a terra, privo di vita.
Arthur cercò di riprendere in mano il
controllo di sé. Un combattente poco lucido era un cattivo
combattente e lui non era così.
Si guardò intorno per controllare che i suoi
cavalieri stessero tutti bene e fu con sollievo che apprese che erano
tutti ancora in piedi. Ognuno di loro stava ancora combattendo con uno
dei banditi, ma nessuno sembrava in difficoltà. Notò che
Merlin si era spostato dal punto in cui lo aveva visto un momento prima
e stava lottando con un uomo che era il doppio di lui e sembrava anche
molto più esperto con la spada. Il suo servitore si guardava
intorno freneticamente, mentre parava i colpi goffamente, in quella che
sembrava la ricerca di qualcosa.
Che cosa aspetti ad usare la magia, Merlin?
Arthur si precipitò ad aiutarlo. Era furioso
con lui, voleva delle spiegazioni, non sapeva nemmeno bene cosa
volesse, ma non avrebbe mai potuto permettere che si mettesse in
pericolo per un qualsiasi assurdo motivo.
Raggiunse Merlin e con pochi e ben assestati colpi riuscì a sconfiggere il suo avversario.
Merlin lo fissò titubante, poi abbozzò un sorriso poco convinto. «Mi avete salvato. Grazie.»
Fu la goccia.
«Merlin, vattene!» esclamò perentorio.
L'altro boccheggiò e impallidì. «Cosa?»
«Voglio che te ne vada, che tu non metta mai
più piede a Camelot, è chiaro? Non esiterò a
rinchiuderti nelle segrete, in caso contrario.»
Era tutto una bugia, Merlin?
Intorno a loro, la battaglia cessò a favore
dei cavalieri di Camelot. Un paio di banditi si erano arresi ed erano
stati legati da Gwaine e Percival; avrebbero passato il resto della
vita in prigione.
I cavalieri, sentendo una strana e inusuale tensione tra Arthur e Merlin, si avvicinarono per sapere cosa stava accadendo.
«Voi... perché?» chiese Merlin, continuando spudoratamente a negare l'evidenza.
Pensava che Arthur fosse stupido? Oh, lo era stato, per molto tempo, ma ora le cose erano cambiate.
«Lo sai. Io ti ho visto.» Arthur
sollevò la spada e la rinfilò nella fodera, poi diede le
spalle al suo ex servitore.
«Sire, cosa succede?» chiese Leon,
palesemente confuso dalla situazione, dando voci ai pensieri di tutti i
cavalieri.
Arthur si diresse al suo cavallo e vi montò
sopra. «Merlin è ufficialmente esiliato da Camelot, se vi
metterà di nuovo piede verrà giustiziato.»
«Ma, Sire...?» s'intromise Gwaine, che
non riusciva a credere alle proprie orecchie, vista la decisione
così improvvisa e apparentemente senza motivo.
«Così ho deciso» lo mise a tacere
velocemente Arthur, con un tono freddo che non ammetteva repliche. Non
voleva ascoltare nulla, solo lasciare sfogare la rabbia che gli
bruciava dentro.
Anche se un po' sorpresi e titubanti, i cavalieri di
Camelot non sarebbero andati contro il volere del loro sovrano. Uno ad
uno, ritornarono alla propria cavalcatura.
«Arthur, posso spiegare...» fece Merlin
avvicinandosi a lui, che evidentemente non voleva rassegnarsi
all'allontanamento dal proprio re. Posò le mani sul collo del
cavallo come per fermarlo e alzò lo sguardo verso di lui.
«Ci sono delle buone ragioni, se...»
Arthur stritolò le redini, con tanta energia
che il cavallo rischiò di impennarsi. «Non voglio sentire
nulla, non voglio più vederti, ringrazia che non ti faccia
uccidere, stregone» disse quell'ultima parola con disprezzo, con il chiaro intento di ferire Merlin.
Lui era stato ingannato, preso in giro per dieci anni
dalla persona di cui si fidava di più. Non aveva nessuna
intenzione di perdonare, non voleva più saperne di Merlin.
Che cosa sono io per te?
***
Merlin aveva sempre temuto il momento in cui Arthur avrebbe
scoperto il suo segreto, ma non avrebbe mai pensato che potesse
succedere in quel modo, per una sua distrazione.
Nel profondo sperava di poter essere lui, un giorno, a poterglielo raccontare con calma, faccia a faccia.
Sapeva di aver rischiato varie volte nel corso degli
anni di farsi scoprire, ma era sempre riuscito a cavarsela e a rinviare
il momento. Più passava il tempo, più si rendeva conto
che sarebbe stato sempre più complicato affrontare il discorso,
ma non c'era mai stata l'occasione giusta.
Ora è troppo tardi e lui mi odia.
Arthur l'aveva esiliato e questo lo feriva molto. Per
quanto capisse i motivi che l'avevano spinto a farlo – come
poteva avere una buona opinione sulla magia dopo tutto quello che gli
era accaduto a causa di essa? -, aveva sempre sperato, probabilmente
invano, in una reazione diversa.
Ora, non sapeva come comportarsi, ma non poteva
semplicemente andarsene e dimenticare Arthur, Camelot e tutto
ciò che li riguardava. Anche se ancora non ne era al corrente,
Gwen aveva complottato più volte per uccidere Arthur con l'aiuto
di Morgana – quasi riuscendoci – e lui non poteva
permettere che succedesse. Senza contare poi Mordred... non avrebbe mai
potuto dimenticare la visione della morte di Arthur in battaglia per
mano del giovane e da poco cavaliere Mordred. Avrebbe fatto qualsiasi
cosa pur di scongiurarla.
Non poteva andarsene e lasciarlo solo, senza la protezione che la magia di Merlin poteva dargli.
Lui appoggiò la schiena ad uno dei tronchi
d'albero presenti in quella radura e sollevò il capo verso
l'alto, coprendosi con un braccio gli occhi.
Tornare a Camelot e ottenere il perdono di Arthur era
prioritario, ma Merlin non aveva idea di come fare, non riusciva a
trovare una soluzione possibile ai suoi problemi e sentiva come se
tutto quello che aveva fatto fino a quel momento fosse stato inutile.
Si lasciò cadere fino a toccare il terreno in una posizione seduta, con le ginocchia piegate che sfioravano il petto.
Avrebbe tanto voluto poter parlare con Gaius in quel
momento, aveva bisogno di un suo consiglio per sapere come uscire da
quella brutta situazione.
Non avrebbe dovuto perdersi d'animo, ma era molto
abbattuto e temeva che avrebbe rischiato di perdere Arthur per sempre
se non fosse riuscito a fare qualcosa.
Sollevò il capo e fissò intensamente la strada che conduceva al castello.
Doveva riuscire a ritornare a Camelot senza farsi vedere, al resto avrebbe pensato in seguito. Arthur aveva bisogno di lui.
***
Tenendosi a debita distanza dagli altri cavalieri, Arthur
riuscì a scampare alle domande che questi volevano porgli per
tutto il resto del viaggio.
Sulla cima delle scale del castello di Camelot, lo
attendeva Guinevere, sua moglie, e lui si sentì meno arrabbiato
e ferito appena la vide, ma non quanto avesse sperato.
Guinevere era in piedi al centro della scala, con le mani raccolte in avanti e un sorriso dolce dipinto in volto.
Arthur smontò dal suo destriero e salì i gradini fino a raggiungerla.
«Bentornato, mio Signore. È andato tutto bene?»
Lui annuì con il capo rigidamente.
«Siamo tornati tutti sani e salvi, anche se abbiamo avuto qualche
problema al ritorno.»
«Di che genere?» chiese lei e per un
momento ad Arthur sembrò che lei non fosse sorpresa nello
scoprire che erano stati attaccati. Si pentì subito del suo
pensiero, perché era assurdo sospettare senza motivo di sua
moglie.
Evidentemente il tradimento di Merlin gli bruciava
talmente tanto che cominciava a trovare difficile ammettere di avere
qualcuno di cui fidarsi. Se la persona di cui si fidava di più
gli aveva saputo mentire per dieci anni, chissà quante cose gli
erano sfuggite.
«Dei banditi, mia Signora» s'intromise
Leon, che li aveva raggiunti. «Ci hanno attaccati sulla strada
del ritorno, ma abbiamo preso il sopravvento e non ci sono stati
ulteriori problemi.»
Guinevere gli sfiorò la guancia con una mano
in una gentile carezza. «Sono contenta che stai bene.» Il
contatto s'interruppe bruscamente e lei riportò l'attenzione su
Leon. «Sono stati fatti prigionieri?»
«Sì, due. Verranno interrogati prima di essere incarcerati.»
Guivenere annuì interessata. «Dovevano
essere dei semplici briganti che non avevano capito con chi avevano a
che fare.»
«A questo penseremo più tardi, ora mi
ritiro» si congedò Arthur, allontanandosi dagli altri due.
Era stanco di tutti quei discorsi e non voleva ricordare quello che era
successo dopo la battaglia.
«A più tardi, mio caro» disse
Guinevere alle sue spalle, mentre lui si dirigeva verso l'entrata del
castello.
***
Gwen sapeva che era stata una follia credere che dei semplici
banditi di strada avrebbero potuto sopraffare i cavalieri di Camelot,
ma con Merlin che la teneva costantemente d'occhio non era riuscita ad
organizzare nulla di meglio. Era una fortuna, ad ogni modo, che avesse
preparato un piano di riserva.
I due banditi che aveva pagato ad un prezzo
più alto avevano acconsentito ad arrendersi e farsi catturare
vivi, se la situazione si fosse fatta compromessa, in modo da poter
accedere al castello.
Se fosse riuscita a farli scappare dalla prigione in
cui sarebbero stati rinchiusi, loro avrebbero potuto uccidere il re
permettendole di assumere il ruolo di regina.
Gwen raggiunse le stanze del marito ed entrò.
Era venuta ad avvertirlo che era arrivato il momento di scendere nella
sala del trono e parlare con i prigionieri; lei avrebbe recitato il
ruolo della buona moglie fino alla fine.
Immaginava stesse riposando, visto che il viaggio era
stato lungo e difficile, invece rimase sorpresa nel trovarlo seduto
dietro la scrivania, appoggiato allo schienale della sedia, che fissava
con espressione pensierosa il soffitto.
«Qualcosa non va?» chiese affabile,
avvicinandosi, anche se il suo interesse a riguardo non aveva nulla a
che vedere con l'affetto.
Lui non rispose e fu allora che Gwen notò che
qualcosa non andava, più precisamente mancava qualcuno alle
costole di Arthur, sempre al suo fianco in ogni momento.
«Merlin dov'è? Non l'ho ancora visto da quando siete tornati.»
«Lui... non tornerà.»
Gwen si avvicinò a lui di un passo e lo
fissò con confusione. «Non capisco, avevi detto che
eravate sopravvissuti tutti.»
«L'ho esiliato, lui... mi ha tradito. Per anni.»
Lei sbarrò le palpebre per la sorpresa, non
pensava che sarebbe mai potuta succedere una cosa simile. Riuscì
a trattenere a stento un sorriso di trionfo, conscia di essersi appena
liberata del più grande ostacolo fra lei e Arthur.
Non c'era più Merlin a proteggere Arthur, lui era stato una vera spina nel fianco.
«Merlin ti ha tradito? E come?» chiese,
tentando di moderare i toni e continuare a sembrare la calma e
ragionevole Guinevere.
Arthur si decise a guardarla e le rivolse uno sguardo
ferito, arrabbiato, come non gli aveva mai visto prima. «Lui
è un mago e me l'ha tenuto nascosto per tutto questo tempo,
Guinevere.»
«Che cosa?!» sbottò
improvvisamente, tanto da far sussultare Arthur, che cominciò a
fissarla confuso. Gwen si schiarì la voce e disse più
tranquillamente: «Non me lo sarei mai aspettato.»
Appena si fu ripresa dallo shock, si rese conto che
ora tutti i misteri irrisolti di Camelot avevano un senso. Era sempre
stato Merlin a permettere ad Arthur di arrivare vivo al trono, lei e
Morgana erano state due sciocche a non accorgersene prima.
Doveva avvertire Morgana in qualche modo della nuova
e importante scoperta. Conosceva a sufficienza Merlin da sapere che
solo la morte avrebbe potuto tenerlo lontano da Arthur, l'esilio non
sarebbe mai bastato.
Merlin doveva assolutamente morire, visto che era una
minaccia ancora più pericolosa di quanto avessero mai pensato,
non voleva che lui si intromettesse di nuovo nei loro piani.
«Mi dispiace, Arthur. So quanto questo ti faccia soffrire.»
Gwen girò intorno alla scrivania e depose un bacio dolce sulla fronte del marito.
«Non è così! Solo solo arrabbiato
per essermi fatto prendere in giro per tutto questo tempo»
replicò lui, ma lei non gli credette neppure per un attimo.
Gwen gli sorrise condiscendente. «Ero venuta ad avvertirti che di sotto stanno aspettando il loro re.»
Arthur scostò la sedia che strusciò sul pavimento e si alzò. «Certo, vado subito.»
Lei non smise di sorridere fino a che Arthur non si
chiuse la porta alle spalle, poi lasciò cadere la maschera e si
fece seria.
Doveva immediatamente avvertire Morgana.
Spazio Autrice: Benvenuti nella mia prima storia nel fandom di Merlin, la mia prima Merthur.
Ho cominciato questa storia un paio di giorni dopo aver visto la 5x08,
meno di ventiquattro ore dopo aver scoperto che la quinta sarebbe stata
l'ultima stagione di Merlin. Mentre tentavo di metabolizzare la notizia
(no, ancora non ci sono riuscita), ho cominciato a scrivere questa
storia e per ora ho sette capitoli pronti compreso questo e alcune idee
per i prossimi.
Non ho ancora idea di quanto sarà lunga con precisione,
però so quali sono i punti fondamentali che devo trattare.
La storia inizia dopo la 5x08 ed è da quel momento che gli
avvenimenti prendono una piega molto diversa da quella del telefilm, a
cominciare da Gwen. In questa storia non è previsto che torni in
sè con quell'incantesimo della 5x09, anzi. Il punto più
importante è la rivelazione (visto che nel telefilm non mi hanno
dato quello che volevo, Merthur a parte), ma sarà molto
importante Morgana e con tutta probabilità Mordred.
Per quanto riguarda il Merthur... ci sarà, ovviamente, e la mia
intenzione sarebbe di renderlo canon (più di quanto già
non sia), ma dipende dai personaggi. Vediamo se riusciranno ad aprire
gli occhi senza non andare (troppo) OOC.
Spero che il primo capitolo via sia piaciuto.
Alla prossima settimana con il secondo!
Ilaria
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