Per invogliarvi posso
solo dirvi “Magari avessi questo potere!” Buona lettura!!!!
Un incontro inaspettato…(Lupin)
Questi Auror non mi
danno pace, dovrò trovare il modo di andarmene da qui il più presto possibile.
Io sono un Mannaro
non per mia libera scelta, ma vengo punito ugualmente.
Dopo che hanno
scoperto chi sono in realtà il Ministero non si da pace, so che quando mi
trasformo non sono più cosciente delle mie azioni, ma se loro ogni volta
vengono a cercarmi mentre sto in quelle condizioni è normale che reagisco alle
provocazioni. Io cerco di anticipare i giorni di luna piena, nascondendomi in
foreste desolate e loro puntualmente mi scovano, e poi succede quel che
succede…
Pensano che io mi
diverta ad uccidere, però se sapessero che la mia amata, beh non voglio
rivangare il passato non ora, mi serve una scappatoia.
Questo luogo buio, la
“Stamberga Strillante”,è la mia unica via d’uscita e i ricordi riaffiorano come
se non fossero mai stati digeriti. Passavo intere giornate con Sirus, James
rispettivamente Felpato e Ramoso. C’era anche Codaliscia ma nemmeno lo nomino
quel traditore, non merita di essere ricordato. Io ero e sono, Messierur
Lunastorta. Nomi buffi ora che ci penso, ma all’epoca inventati con molta
fatica. Chi l’avrebbe immaginato che un giorno per non farmi riconoscere avrei
usato proprio l’appellativo che mi distingueva fra i miei amici. Io sono
ricercato e uso molto spesso questo nomignolo per identificarmi “James
Lunastorta” in memoria del mio vecchio amico.
Io ero sempre quello che li tratteneva nel picchiare
Piton. Forse dovevo semplicemente godermi la vita, come facevano loro e invece
nel mio perenne stato di mistero rimanevo in disparte. Loro però non mi hanno
mai, per quanto sarebbe stato giusto, mollato! Hanno sempre creduto in me. Ed
ora la vecchia banda non esiste, Sirius e James morti, e Codaliscia ha scelto
finalmente, nella sua vita, una posizione da prendere, ma non perchè ci crede
davvero, ma solo per protezione, meglio essere amico del nemico che stargli
contro soprattutto se quest’ultimo è Voldemort.
Vorrei ritrovare la
serenità accanto ai miei amici, e invece la dura realtà è che devo scappare
come un codardo.
Mentre pronuncio a
denti stretti l’incantesimo per creare una passaporta, penso al luogo in cui
potrei stare sicuro, in cui non potrebbero raggiungermi.
Il mondo babbano sarà
la mia nuova “casa”.
Finito.
Sento dei passi
avvicinarsi molto lentamente, ma con lo scricchiolio delle tegole è molto
difficile rimanere nell’ombra senza farsi notare, scatto in piedi ed incomincio
a contare alla rovescia…3,2..
“Fermo dove sei…”
“La frase giusta
sarebbe, addio…”
Boom!
Mi ritrovo in un
vortice, e vedo che i miei inseguitori hanno cercato di seguirmi, peccato per
loro che quando ho detto tre non si sono attaccati a questa vecchia pentola.
Sono esausto, lascio andare la presa, non
riuscendomi a rimettermi in piedi, mi schianto inesorabilmente verso il suolo.
La tremenda botta mi fa perdere del tutto conoscenza…
Sento canticchiare, e
intontito dalla botta cerco di applicarmi a fondo per capire da dove provenga
quella voce…Mentre mi riprendo, riesco ad afferrare la melodia, e di
conseguenza mano, mano che la voce si avvicina la riconosco come una donna,
dalla voce melodiosa…Mi riaddormento sereno, come fossi stato al sicuro.
Mi risveglio con aria
compiaciuta, come quella di chi ha dormito per molte ore di filato senza
intralci, quando apri gli occhi, mentre mi abituavo alla luce, capi che non ero
più sull’erba gelata del bosco, bensì su di un letto morbido. Quello sotto la
mia testa doveva essere un cuscino. Che sensazione meravigliosa, nemmeno quando
ero piccolo ho mai avuto l’onore di dormire su di un letto vero e proprio.
Finalmente i miei occhi stanchi non sono più sensibili alla calda luce del sole
e riesco ad aprirli del tutto, davanti a me si erige una bellissima ragazza dai
capelli dorati, corti ma fluenti come fossero lunghi fino alla vita.
Con una risata
sonora, pensai ad alta voce:
“Immaginavo, non
poteva essere reale, sono morto vero?”
Aspettandomi di sentire
una qualche voce, diabolica o angelica non saprei dire, senti solamente dire:
“Ancora vaneggi? Devi
aver dato una bella botta!”
Ora è il suo turno,
sta ridendo a crepapelle e mi sento talmente contagiato che mi ritrovo anche io
con un sorriso sulla faccia.
“Scusa pensavo solame…”
“Shhh, non devi
sprecare le forze, ti ho salvato per miracolo sai! Sei stato 2 giorni svenuto
ed ho fatto tutto quello che era in mio potere. Sono stata brava a quanto pare,
respiri ancora no?”
“Si, sembra proprio
di si…Il tuo nome?”
“Prima gli ospiti
prego!”
“Ragazza strana tu
è?”
Le mostro un sorriso
gentile per farle capire che scherzavo e sembra aver recepito il mio messaggio.
“Piacere, io-io
sono…sono- Chi sono io?”
“Non ricordi chi sei?
Per il duro colpo devi aver perso la memoria. Non è in mio potere guarire
questo tipo di ferite con il tempo migliorerai vedrai!”
Anche se il mio
passato, il mio nome mi era del tutto sconosciuto non mi davo pena perché
sentivo che nel ricordare avrei trovato solo sofferenza, poi questa ragazza
riesce ad infondere in me l’ottimismo.
Guardo attentamente i
suoi lineamenti, sembrano diversi da come li ricordavo al mio risveglio. Il suo
naso a patata è diventato, come dire? Più adunco…
Forse oltre alla
perdita di memoria sto perdendo anche il lume della ragione.
Convincendomi che
fosse solo la mia immaginazione proseguo la mia esplorazione, del suo bel
fisichetto paffuto. Niente di esagerato, la giusta dose in ogni parte, nessuna
esclusa direi…Mentre io guardavo, con la testa reclinata verso un lato, il suo,
beh il suo sedere mi ritrovo con i suoi occhi blu puntati contro. Ho preso
troppo seriamente il mio piccolo lavoro d’occhi.
“Scusa, non era mia
intenzione metterti in imbarazzo.”
“Se fossi stata una
ragazza normale ti avrei dato una sberla ma preferisco umiliarti dicendo di
raccogliere la tua lingua e richiudere la bocca, come la vedi? Meglio di uno
schiaffo vero?”
Pungente la ragazza…
“Beccato, ma mi scuso
ancora una volta non credo di aver sentito il tuo nome…”
“Infatti non te l’ho
detto, il mio sedere ti è sembrato più interessante. Te lo dirò quando sarai
degno di fiducia.”
“Aspetterò, so che
con il tempo avrai piena fiducia in me.”
“Spero per te
altrimenti, come sei entrato, senza memoria, ti farò uscire a suon di calci,
pieno di ricordi, credimi…”
“Non no ho dubbi.”
Già mi ha
conquistato! Schietta e misteriosa. E dalle forme generose direi…
Non saprei dire con
certezza, dato che il cervello per ora si trova in standby, speriamo che
finisca presto. So per certo che dietro il mio ritrovamento in quel bosco non
si trova nulla di buono, e per la mia incoscienza potrei metterla in pericolo.
L’oscurità aleggia sopra la mia testa e ne sento gravare il peso opprimente.
Devono ritornare prima o poi, perché i ricordi, soprattutto quelli più sgraditi,
rimangono prevalentemente in superficie poiché sono difficili da digerire,
invece quelli graditi vanno giù come l’acqua liscia, senza lasciare traccia.
La casa in cui mi
trovo è minuscola, accogliente non c’è che dire per una ragazza sola. Sento che
qualcosa bolle in pentola e non parlo in senso figurato.
Ora devo starmene
qui, docile come un cagnolino…Cane, che cosa? Sto ricominciando a vedere a
stralci la mia vita, in pezzi come fosse un modellino da costruzione, sono
certo che riuscirò a incollarli ognuno al suo posto e allora saprò…
Mentre la guardo
cucinare la nostra cena mi viene in mente un pensiero rasserenante, se non
fosse stato per il mio stato di tensione potrei perfettamente dire che
sembriamo marito e moglie. Sciocco da pensare in un momento come questo, eppure
mi sembra talmente naturale.
Osservando meglio la
sua figura noto che i capelli hanno mutato di un tono la colorazione iniziale.
Sarà mai possibile che il mio cervello debba ancora riprendersi?
Incomincio a dubitare,
e se prima di battere la testa fossi stato un pazzo rinchiuso…Azkaban!
“Azkaban!”
Vedo che il suo
mestolo cade, incomincia a tremare, allora questa parola ha davvero
significato, pensavo che la confusione dentro di me avesse portato a questa parola.
Eppure il suo fermento mi conferma che esiste. Che cosa sarà mai però! Mi
sfugge al momento.
“Potresti aiutarmi,
ho visto dalla tua reazione che hai una certa conoscenza di questa piccola
parola, vorrei sapere che mistero si cela dietro tutto questo, chi sono io? Da
dove vengo?”
“Non ti dare pena,
più ti sforzi e più rimarrà incomprensibile il tuo passato, riposati ora….”
“Ho fatto una domanda
e…”
“Posso scegliere di
non rispondere sai?”
“Bene, io esco
allora!”
“Fa come vuoi ma
attento---…”
Troppo tardi mia cara
sono uscito, non ho sentito cosa usciva da quella bocca che sprizza veleno ad
ogni parola.
“…ai lupi, peggio per
lui che non mi abbia sentito.”
* * *
Mi ritrovai ad
urlare, come fossi in preda all’isteria, il mio disappunto per quella ragazza e
non solo, il pensiero del mio passato aveva colpito duro e volevo delle
risposte:
“Diavolo è una
belva!”
“PERCHE’ SONO QUI!”
In tutta risposta al
mio struggimento, l’ululare di un lupo è riuscito a placare i miei bollenti
spiriti. Come fossi stato colpito da un sasso in pieno volto mi accascio a
terra, questa volta sono io che urlo, dal dolore. Mentre mi stringo la tasta,
con le mie mani mi accingo a batterci sopra per far scomparire quel dolore. nel
frattempo che compivo questo gesto il dolore scomparve per lasciar posto ad una
figura, un cane nero e un cervo dalle sfumature ramate. Chi o che cosa
rappresentano quegli animali? All’improvviso, come fosse stato un sogno tutto
terminò di getto, senza lasciare traccia, solo il sudore che mi imperlava la
faccia era rimasto. Riflettei a lungo sulla provenienza di quei due animali. So
che sono vicino a scoprire qualcosa.
Come fosse un gatto,
la ragazza si avvicina in me, è in stato di allerta deve avermi sentito urlare
ed è accorsa, non è poi cosi male come pensavo…
Ehi ma cosa tiene in
mano, dovrebbe imbracciare un fucile e invece tra le sue dita trattiene una
strana stecca di legno, come fosse un ramoscello dall’aria più solenne e
robusta.
Vede in me il dubbio
e nasconde il piccolo arnese.
In un baleno tutto
torna. La risposta si insinua titubante dentro la mia testa e prese forma
finché, con un filo di voce, sussurai…
“Bacchetta.”
Il suo volto si fece
infuocato era pronta a colpirmi, quando…
Il mio prima capitolo è terminato, spero sia stato di vostro
gradimento. Come ho già detto adoro Lupin e il mio lavoro su questa FF dura da
molto dato scrivevo alcune righe e lasciavo tutto, ero convinta che non avrei
mai tirato fuori niente, a parer mio, di decente. Ed invece oggi mi ritrovo a
pubblicarla. Saluto tutti!!!!Ma in particolar modo, come al solito, le mie
Marica’s angels. Sita ed Elisa(Lisa, Larz!Leggete le sue FF su Nasuto sonbo
bellissime!) Aurevoir!!!
Con affetto
Lunastorta