Dream

di Fireworks
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Dream
 
Quel paradiso in terra era destinato a crollare. Era calma apparente, un castello di ghiaccio sotto il sole. Dove nei quartieri le persone si salutavano ogni mattina, con un sorriso e un cenno del capo, i bambini giocavano in strada già con la paura di essere investiti. Gli alcolici, lo sport, il cinema. L’euforia di un continuo guadagnare e spendere, tutto contornato da un sottofondo jazz, ai lati della strada, persone felici che suonavano chiedendo solo pochi spicci. E ancora nei bar, nei pub, jazz, jazz, jazz.
 
E poi l’isolamento, gli Stati Uniti vengono lentamente esclusi dal resto del mondo. Niente immigrazioni, solo dazi per le merci che venivano importate. E piano piano si consuma l’euforia, il paradiso crolla rovinosamente, gli alcolici, le droghe spariscono e si comincia con il contrabbando.
Poi la sovrapproduzione delle industrie e -BANG!-, il crollo della borsa di New York. La grande crisi.
E sparisce l’euforia, si estingue.
Come se non fosse mai esistita, scompare.
Come una grande felicità che si vergogna di esserci stata.

 




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