Soap Opera Pair: Danimarca/Finlandia

di ViolaNera
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Attenzione attenzione, la storia che segue è -da prompt richiesto- porneggiante.

A causa di questa e della dodicesima (ovvero “Making out”) il rating è dovuto salire ad arancione.

Ciò inutilmente premesso: avete davanti l'ultima storia della challenge~.






30. DOING SOMETHING HOT






Con le mani affondate nelle tasche del cappotto dal taglio lungo, Matt lancia un'occhiata svogliata al pannello luminoso che indica il tempo d'attesa per il treno successivo. Si dondola un pochino sui piedi, poi torna a guardare il compagno che si sistema meglio i guanti e soffia aria calda sulle dita raccolte.

Sogghigna e si allunga verso il suo orecchio, sfiorandolo con la punta del naso.

«Hey, Tino. Ti ricordi quando abbiamo parlato delle nostre fantasie?»

Il finlandese resta un momento immobile, prima di lanciargli uno sguardo laterale. «Fantasie?»

Matt annuisce, un lampo vispo negli occhi. «Sì, fantasie... erotiche.»

Si gela per un lungo istante. Oh, certo che se lo ricorda. Come dimenticare quei lunghi discorsi con le dita intrecciate sotto le coperte e le gambe avvinghiate, subito dopo aver fatto l'amore?

Con lui parla di tutto e non lo imbarazzano quegli argomenti, non più, ma non può che sentirsi a disagio se ne fa menzione in un momento del genere.

«Credo di ricordarlo», sorride, nascondendo il nervosismo con una risatina sottile. «Come ricordo la volta in cui abbiamo realizzato una delle tue.»

Si sente venir caldo solo a ripensarci.

È rimasto seduto sulla sponda del letto a toccarsi e ad eseguire gli ordini rochi del danese, il quale lo fissava dall'angolo, la mano a sua volta tra le gambe.

Ricorda che alla fine gli è saltato addosso e c'è rimasto per ore intere.

È stato divertente, ma soprattutto incredibilmente eccitante essere guardato come se fosse l'uomo più sensuale e desiderabile dell'universo conosciuto.

«Stavo pensando che dovrei ricambiare, visto che siamo nel luogo della tua fantasia principale.»

Tino sente gli occhi rischiare di schizzargli fuori. Gli afferra il bavero e se lo avvicina subito, agitato. «Scherzi? Non è la stessa cosa! Q-quello era facile e normale!»

L'altra nazione sorride affabile e gli prende la mano, trascinandolo oltre le porte del treno che si sono appena spalancate per permettere alla folla di salire. Si sfila il guanto con i denti e lo ripone in tasca.

Spinge Tino contro la fiancata senza posti a sedere, schiena premuta al lungo finestrino, e lo nasconde a tutti con il proprio corpo e buona parte del cappotto sbottonato. Solleva l'avambraccio destro per bloccargli la visuale della carrozza e si china per baciarlo, infilandogli l'altra mano nei pantaloni.

Comincia a toccarlo senza dargli un momento per capire.

Tino si aggrappa al suo maglione e lo fissa da vicino, quasi nel panico, ritrovandosi ad ansimare troppo in fretta, mentre la mano calda lo stringe e lo sfrega con calma, tormentandolo sulla punta e rubandogli tremiti di piacere improvvisi.

Lancia occhiate da sopra il suo braccio, ma nessuno sembra prestar loro attenzione.

«Non... non... oh sì, diavolo, così», sbuffa, chinando la fronte sulla sua spalla e andando incontro alla mano che sa esattamente come toccarlo nel migliore dei modi.

Si tende e sospira.

Mentre il mezzo di trasporto si muove attorno a loro ed ognuno è immerso in conversazioni poco impegnative, letture o musica sparata direttamente nelle orecchie, per Tino il mondo cessa di esistere e tutto ciò che conta sono le sue dita attorno al sesso eretto e le labbra che gli sussurrano tra i capelli.

«Sei così caldo, Tino.»

Ansima e geme solo per lui, mentre così nascosto cede ad ogni ritrosia, senza colpa. Se lo tiene contro, annaspando, perdendo il controllo e cercando di non perdere mai il contatto visivo, perché quello è qualcosa che può soltanto aiutarlo ad affondare di più nel piacere.

«Il tuo sguardo. Adoro quando sei così perso», sussurra Matt sul suo viso.

Quando, dopo una lunga serie di minuti infiniti, sente che sta per lasciarsi andare, si abbandona con un rantolo che finisce dritto nella bocca di Danimarca. Cerca immediatamente la sua lingua e lo bacia con trasporto finché l'orgasmo non lo travolge, assaporandolo in ogni istante.

Il treno sotterraneo si ferma, non sa a che stazione siano finiti e non gli importa. Torna subito a guardarlo, dopo essersi staccato dalle sue labbra con chiara riluttanza.

«Ti... ti serve un fazzoletto», ansima, ancora tremante mentre cerca di non cedere sulle gambe diventate di burro.

«Sarebbe un peccato dare a lui il tuo sapore», insinua l'altro, facendo per togliergli la mano dai pantaloni dopo diverse e immancabili carezze finali.

Tino lo blocca e gli cattura la nuca con la mano, allarmato. «Ora non esagerare, la mia fantasia non era così perversa», sussurra, il fiato corto che non gli consente altri movimenti, la testa che gira come una giostra.

Matt si sfrega contro le sue labbra ed annuisce.

«Lo so, questo faceva parte della mia, amore.»

Si sente nuovamente incendiare la faccia e lo stringe subito più forte, chiedendosi dove diavolo stessero andando.





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