Storia di un drogato

di Beliel
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Storia di un drogato

Storia di un drogato

 

1:Prologo

 

 

È dolce il vento che questa sera mi accarezza il viso e mi smuove i capelli.

Da solo seduto su una panchina semi-distrutta, a sentire il rumore del mare, perché il buio non ne permette più la vista.

Ricordo di quando lì mi baciai con lei e mi tremava la pelle.

Ricordo che le dissi di amarla, e che lei rispose con le stesse parole quasi in lacrime, penso per la felicità.

Ricordo fino all’ultimo giorno in cui lei era la ragazza più importante per me, ma poi svanì tutto.

Un tempo sapevo il perché, ma ora l’alcol mi ha fatto dimenticare come si trovano le informazioni dentro il cervello, ormai atrofizzato e danneggiato dalla droga.

E ora sto qui seduto, su questa panchina di ferro arrugginita, con una bottiglia di vodka in mano, e un’altra qui per terra ormai vuota.

Ho il viso arrossato e non riesco a pensare a niente.

Il mio unico desiderio è svuotare questa bottiglia, per poi trovarne un’altra.

Mi sembra che un tempo avevo degli amici e che la sera uscivo con loro.

Ricordo risate, scherzi, liti, delusioni.

Ora non fanno più parte di me.

Tre sono le cose che m’importano in questo momento, un momento lungo diversi mesi ormai: l’alcol, la droga, il suicidio.

Le prime due si spiegano da sole.

L’alcol e la droga mi fanno schifo, mi hanno rovinato la vita, eppure non posso farne a meno.

E ora voglio finirla, devo conservare ancora un po’ di dignità e farla finita, prima di finire sotto un ponte o in un centro di ricovero per tossico-dipendenti.

I miei genitori, ignari di tutto, non potrebbero sopportarlo,e io meno di loro.

Barcollando mi alzo, i capelli scompigliati dal vento, la maglietta odorante di vodka, non capisco più nemmeno se è vodka alla fragola o alla pesca.

Provo a guardare l’etichetta, ma mi gira la testa e devo risedermi.

E ora sto malissimo, sento che sto per morire, sento che questo è l’ultimo giorno della mia vita, ormai priva di significato e di speranza.

Mi metto a gridare, invoco aiuto, bestemmio tutti i santi che conosco, e in preda a quel delirio nemmeno mi accorgo che una persona si è avvicinata a me.





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