Veste di Dama
Tra le foglie fluttuanti dell’Hamanaci si stagliano due
occhi, figli dell’acqua, luminescenti sopra una maschera
bianca con labbra rosse. Veli ,come gli smerigli del mare, creano le
sue vesti, intarsiate dei colori dell’autunno e dei fiori di
ciliegio. Sotto splendidi kimono si cela la sua elegante figura
prigioniera di un mondo tanto antico, quanto misterioso.
Passi brevi e contenuti si dirigono verso quell’oikia che
aveva ospitato grandi Geishe, in competizione tra loro,come due grandi
aquile che vogliono lo stesso piccolo cielo del Giappone.
I petali di ciliegio, il dolce venticello accarezzavano e custodivano
quella casa; anch’essi ospitali e delicati agli occhi
dell’ospite. L’oikia profumava ancora di polvere
bianca, quella stessa polvere che nasconde il volto di una giovane
donna. Dopo le scale, una camera…neanche la guerra
era riuscita a derubarla del suo nitido sapore: quel futon sembrava
ancora caldo… quello specchio rifletteva ancora le preziose
vesti decorate della Geisha che da sempre vi era abitata.
La delicata mano bianca di Kaiaco si sofferma al di sopra del
cofanetto di cipria profumata, sotto la quale è riposto con
cura un gioiello che racchiude in sé il passato di una
madre.
***
Era ormai da tanto che Sayuri aveva lasciato il colletto rosso da Maico
per diventare la più grande Geisha dell’ Hamanaci.
I suoi ventagli bicolori avevano con lei danzato come
un’opera d’arte in movimento, il suo obi
l’aveva cinta per molto tempo, i suoi alti sandali
l’avevano accompagnata sopra un tappeto di fiori di ciliegio
davanti ai molti occhi degli increduli spettatori, meravigliati dalla
sua tenera dolcezza. Eppure… quell’acqua
,riversata nei suoi occhi, cercava di trascinare con il suo amore un
unico ricercato sguardo: quello del direttore generale….
Uccelli di metallo si erano innalzati in volo non per cercare un nido,
ma per appropriarsi di una terra che non era la loro. Non scendeva
silenzioso alla sera il crepuscolo, ma di fuoco il cielo si animava per
le bombe che turbavano violentemente la serenità.
Sayuri si era rifugiata non più nelle sue vesti che tanto
avevano condizionato la sua vita, ma in un posto sperduto dove
l’orrore della guerra non era ancora giunto.
Dopo anni l’equilibrio sembrava essere ritrovato e
finalmente, come le molte preghiere di Sayuri avevano desiderato, il
direttore generale diventò il suo Danna. Quel giorno fu il
più importante della sua vita……Sayuri
si incamminava verso il giardino dell’oikia. Gli alberi
muovevano le folte chiome, il cielo si proiettava sulle dolci acque del
giardino, mentre Sayuri vegliava con lo sguardo sul piccolo mondo con
fatica conquistato. Il vento le carezzava i capelli, senza scomporli
nella loro rigida ed elegante forma, mentre il direttore generale le se
avvicinava osservandola.
“Sayuri” pronunciò dolcemente il
direttore generale” ora non posso più celare i
miei veri sentimenti nei vostri confronti….”. Gli
occhi di Sayuri cominciarono lentamente a diventare lucidi,
finchè la forza delle lacrime non poteva più
essere trattenuta come un fiume in piena che si libera irrorando i
campi con le sue acque.
Pochi sguardi, pochi attimi….e su quelle labbra si posarono
quelle del direttore generale, sciogliendo la freddezza della maschera
che le nascondeva.
Da quell’attimo, da quel preciso istante Sayuri era
finalmente decisa a non essere più solo una donna del
crepuscolo, una moglie a metà per il suo
amato….era pronta a lasciare quei kimoni, quella cipria,
quel rossetto, quel carbone che le rigava gli occhi…anche se
non era semplice…non lo era affatto liberarsi di quelle
vesti che lei da principio aveva indossato solo per compiere un passo
sempre più vicino al vero amore. Quella maschera non si era
mai tolta del tutto…nell’anima ancora costituiva
un ricordo…….. dopotutto la Geisha non
può amare o provare sentimenti, è
un’artista del mondo che fluttua….danza, balla,
intrattiene, il resto è ombra…..il resto
è segreto.
Eppure la pace sembrava ormai regnare nei loro cuori, per mesi e mesi
il loro amore aveva potuto dichiararsi senza più segreti o
maschere. La leggera brezza, costantemente presente nel giardino
dell’oikia, sembrava più mite nei mesi di
primavera. L’obi cominciava ad essere alleggerito, il kimono
colorato di sete più sottili. Gli occhi di Sayuri sembravano
più tranquilli e rilassati del solito, come
quell’acqua che non più irrigidita sotto fiocchi
di neve, tintinnava dalla finestra fino a bagnare le prime tenere
foglie. Tutta la natura sembrava sprigionare nuovo calore: i germogli
dagli alberi, il rumorio degli animali, anche il sole non
più timido tra la foschia dell’inverno, si
innalzava sempre più tiepido tra le
montagne….quella stessa tiepidezza e quello stesso calore
mai provato prima, Sayuri poteva ora percepirlo con grande stupore
sfiorandosi il ventre.
Quell’obi proteggeva qualcosa di molto prezioso, che non
poteva essere tenuto da una Geisha. Eppure Sayuri era certa di non
essere più sola e di abbracciare con sé il suo
più grande dono. I suoi occhi erano sempre dolci nel fissare
il proprio ventre……quell’acqua tanto
impetuosa, diventava una fine pioggerella piena di
freschezza….quelle mani sfioravano l’obi con la
stessa delicatezza con cui i colori lo decoravano. Tuttavia Sayuri
sapeva bene di appartenere ad un altro mondo, troppo antico e rigido
nelle sue regole,che non avrebbe accettato la nascita di una
nuova….splendida creatura. Così Sayuri ogni
momento era più felice e allo stesso tempo turbata dal
pensiero di dovere un giorno, non tanto lontano, confessare
ciò a cui teneva di più al mondo, e probabilmente
staccarsi da esso. Passava ore in preda all’ansia e alla
disperazione, fin quando poi decise di chiedere consiglio ad una cara
amica…..Mamea.
Sayuri si diresse da lei i primi giorni di
Aprile…….Ogni cosa le ricordava
l’intenso periodo di apprendistato per diventare
Geisha….i primi sandali, le danze, l’accordo degli
strumenti musicali…..
“Cara Mamea” disse soavemente Sayuri seguendo con
lo sguardo il suo viso mentre faceva un elegante inchino verso terra.
“Sayuri……..le stelle
dell’Hamanaci brillano ancora tutte per te!...Prego
accomodati” Mamea delicatamente afferrò la teiera
e servi un fumante tè sulla piccola tazza di porcellana a
Sayuri.
Dopo qualche ora di conversazione Sayuri disse:
“Mamea…voi avete mai amato il barone, il vostro
Danna?” la voce di Sayuri si faceva sempre più
tremolante al pensiero della sua risposta
“Mh…..”disse con aria delusa Mamea
“Sayuri……non hai ancora appreso a
quanto vedo, cosa sia concesso ad una Geisha…….la
Geisha NON PUO AMARE!”
“Un’onda può fermarsi davanti ad una
scogliera?....il fuoco può risparmiare
l’albero?....la montagna può piegarsi al
vento?.......L’amore……l’amore
Mamea, non può fermarsi a niente….può
solo generare vita…..”e qui gli occhi di Sayuri
guardavano orgogliosamente il suo ventre, cominciando a lucidarsi
sempre di più fino a rigare il suo volto bianco, facendo
intravedere il chiarore della pelle dietro la maschera.
“Nooooo….”Mamea intese benissimo le
parole di Sayuri…fece cadere le poche gocce di tè
rimaste sulla tazzina.
”Non si può chiedere al sole, più sole
…….o alla pioggia meno pioggia! La
vita….la vita è la cosa più bella al
mondo…….perchè un uccellino cerca
faticosamente tanti piccoli ma robusti rametti per fare un nido,quando
potrebbe benissimo ripararsi sotto un qualsiasi altro luogo?...per
preservare la vita che ha dentro e che vuole a tutti i costi
proteggere!!!” a quel punto Sayuri comiciò a
piangere come non aveva mai fatto, non sperava più in suo
consiglio ed era pronta ad andarsene, ma…”Mia cara
Sayuri….l’acqua ha sempre una gran fretta, e cerca
una via di fuga, quando vie di fuga non ve ne sono!”il viso
di Mamea non sembrava più rigido,ma più rilassato
sotto le sue rosse labbra”Non fare il mio stesso
sbaglio!...Non lasciare che ti portino via il tuo più grande
amore come ho dovuto fare io…..Sayuri, sono fiera di
te!” Le sue labbra si distesero sempre più
lentamente fino a formare un lieve sorriso che riempì di
gioia l’animo di Sayuri.
Così con grande fretta Sayuri si diresse verso
l’oikia, facendo ondeggiare le proprie vesti come non aveva
mai fatto. La speranza di liberarsi in qualche modo da
quell’aspetto di dama, che l’aveva fin da ragazzina
imprigionata, sembrava finalmente rivivere con lei. Cominciava ad
ondeggiare su se stessa tra i primi petali di ciliegio che odoravano il
giardino…come una grande giostra che continua a roteare con
le sue luci, con i suoi colori ….la brezza che le scioglieva
i capelli. Sayuri si accartocciava lentamente su se stessa, fino a
toccare quell’erbetta tenera del mese di Aprile, con lo
sguardo rivolto verso l’alto, riflesso del cielo, e un lieve
sorriso come una rosa rossa appena sbocciata…”Si
può essere più felici?”
Era giunto il momento di dare la notizia al direttore generale,
così Sayuri aprì delicatamente la porta
impolverata sul retro dell’oikia e proseguiva a passi
frettolosi ed elettrizzati verso la stanza di lui. Sayuri con le sue
piccole e graziose mani stava per aprire l’uscio della porta
quando si rese conto che era in corso una conversazione tra il
direttore generale e la signora madre, precedente padrona
dell’oikia “Non so come poterglielo
dire….” sospirò il direttore
“Sayuri è una Geisha…starà
bene anche da sola, non soffre la solitudine….vi
è stata già abituata tanto tempo fa….e
del resto non poteva che desiderare null’ altro che la vostra
protezione…..non ha bisogno di voi per
sempre….non ha bisogno di creare una famiglia”
disse aspramente la signora madre con in bocca una fumante pipa che
aspirava, creando polvere di fumo.
“Lo so bene!Sayuri è forte, lo è sempre
stata, ed una famiglia completa ora non potrebbe assolutamente
esistere……”
A quelle parole gli occhi di Sayuri si fecero di
ghiaccio….si appoggiò pesantemente alla porta
della stanza e come una foglia che ha appena perso il ramo a cui era
sempre stata unita, Sayuri si sentiva persa e sola, così
cominciò a bagnare il suo candido kimono di lacrime amare.
“…..non potrei sopportare di abbandonare lei e un
figlio” continuò il direttore generale, accostando
la propria robusta mano in viso quasi a voler reprimere le lacrime che
non cessavano di liberarsi.
Dalla stanza si sentiva uno scalpitare di sandali giù per le
scale….il direttore generale aveva compreso che Sayuri era
stata lì.
Sayuri aprì violentemente la porta dell’oikia, per
avviarsi verso il cancello. Intanto la pioggia cominciò
pesantemente a scendere, bagnando gli splendidi vestiti che Sayuri
indossava. Le foglie intessute sembravano sbiadire lentamente come il
suo viso sempre più tremolante e in lacrime.
Cominciò a correre per il ponte, quella pioggia le pizzicava
il viso così come quelle parole le avevano trafitto con
mille lame il cuore. L’acqua scorreva incessante sul ponte,
finchè Sayuri non scivolò battendo le proprie
mani a terra. Lì …sotto la pioggia, tutto
sembrava scorrere via, tutto sembrava non avere più un senso.
“Che c-cosa farò ora? N- non avrei dovuto mai
permettere la nascita di questa creatura in me…”
Sayuri continuava incessantemente a piangere
“dovrò abbandonarla, come aveva fatto Mamea e
tante altre Geishe…..VOGLIO UNA VITA CHE SIA MIA!”
l’urlo di Sayuri risuonò per tutto il luogo.
In lontananza una figura si avvicinava alle vesti della dama ormai
completamente bagnata dalla pioggia e dalle proprie lacrime
“Sayuri, cosa fate qui sola sotto la pioggia, non vi sentite
bene?” disse il direttore generale aiutandola ad alzarsi.
“E’ giunto il momento di
salutarci…….io devo servire la mia patria, sembra
che la guerra sia ricominciata” il volto di Sayuri si
girò di scatto a quelle parole e un velo di lacrime
coprì i suoi occhi.
“Non potete lasciarmi così presto!Non
adesso…..non ora” lo supplicò Sayuri
“L’acqua sa sempre vincere ogni
cosa…..non mi tratterrò
molto….riuscirete a vivere anche in mia
assenza!”il direttore generale mise una mano nella sua giacca
e tirò fuori un ciondolo: argenteo, con tante foglie che si
intersecavano tra loro e un diamante al centro.
Glielo pose tra le mani bianche.
“C-cos’è?” e lo strinse a
sé “…..Direttore
generale….” balbettò Sayuri piangendo
“ io vi at-tenderò qui insieme a qualcun
altro……nostro figlio” Sayuri si
sfiorò delicatamente l’obi bagnato e
guardò il direttore generale speranzosa
“C-cosa?” disse con stupore il direttore generale
cominciando a piangere “Sayuri sappiate che io vi amo, e vi
amerò per sempre, ma ora il mio cuore ha posto anche per
un’altra persona…..nostro figlio! Abbiatene cura
in mia assenza!” il direttore generale la strinse a
sé e la baciò calorosamente…prima
sfiorandole le labbra e poi il ventre.
***
Kaiaco indossa il profumato gioiello ancora perfettamente intatto e
dopo essersi ripassata le labbra schiarite dalle lacrime, scese a causa
del ricordo, disse “La vita è il bene
più prezioso, ogni giorno acqua, aria, fuoco e terra si
impegnano a mantenerla in equilibrio e a farla crescere….
Grazie mamma per tutto ciò che hai fatto!”
Per quanto un mondo possa essere pieno di ostilità e regole,
per quanto il mondo sia doloroso e superficiale, le vesti di una dama
vi hanno fluttuato ed hanno sfidato ciò che non doveva
esserlo, fino a creare la vita.
Fine
Elizabeth9
Legenda:
Hamanaci: cittadina del Giappone
Oikia: luogo in cui abitano le Geishe
Futon: letto giapponese
Maico: apprendista Geisha
Obi: specie di larghissima cintura che tiene salde le vesti che
compongono il kimono
Spero che questa one-shot vi sia piaciuta. C’ho messo proprio
il cuore e ho tentato di comprendere e di immedesimarmi il
più possibile nelle splendide vesti della protagonista.
Tengo molto ai commenti perché non so quello che il lettore
percepisce leggendo la storia, avendola scritta di persona. Commentate
il più possibile e passate parola! Grazie a tutti i
lettori!;))))
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