L'inizio è nella fine

di Angel Blue
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E in quel momento Harry provava tutto. Dolore. Rabbia. Tristezza. Rimpianto. Tutto. 
Impresso sulla retina aveva, come un film, la sequenza di tutte le persone amate che sono morte  per lui. Mamma, papà, Sirius, Silente, Fred, Remus, Tonks, Moody. Lacrime di pura sofferenza gli scavarono le guance.
Il suo sguardo si posò sul viso della persona che più odiava al mondo. I suoi serpentini guizzarono di rosso nel vedere che Harry lo guardava con uno sguardo carico d’odio. Un odio profondo e cocente. Dal suo cuore spezzato e diviso in  otto e più parti, nascevano battiti di dolore e malinconia.
-Il piccolo Potter piange- disse Bellatrix imitando la voce di una bambina lagnosa. Quindi più o meno la sua.
-Si, e non me ne preoccupo affatto, sporca assassina- sputò Harry tra i denti.
-Ah, qui iniziamo a offendere. Tutto qui quello che sai fare Potter?- chiese gravemente. -Crucio!- urlò.
Harry urlò e iniziò a contorcesi a terra.
-Basta!- disse Voldemort. -E’ mio. Alzati, Potter.- gli ordinò.
Harry si alzò in piedi e sfoderò la bacchetta. Iniziarono a muoversi in cerchio, in posizione di difesa.
I fantasmi della madre e del padre di Harry, di Sirius e di Remus gli stavano accanto e l’avrebbero fatto fino alla fine, come promesso.
-Avada Kedavra!- gridò Voldemort.
 Crollò a terra. 
Uccidendo Harry aveva ucciso sé stesso.
In un lampo di luce verde tutto finì.
Harry provò solo un’infinita gratitudine e sollievo nell’aprire gli occhi e vedere i suoi cari.
-Ciao, mamma.- disse alla donna con i suoi stessi occhi.




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