Alla mia
seconda famiglia. Ogni Natale è come se fossimo assieme.
A
Gina, Mela, Lalla, Crì, Ire, Fre, Jul e Lollo (che con me
è sempre).
Perché
SEMPRE: Are
they wondering what we might be? / Are
they thinking of you
or of me? / We
are young / We
are strong / We're
not
looking for where we belong / We're
not
cool / We are
free / And
we're running with blood on our knees
Di
regali alternativi, discorsi poco sensati e cani felici
Collection
of Starlight Christmas version. Live 2.0
«Sono
sicura che morirò.» fu l'affermazione di
un'affranta Alex, così
affranta da non degnarsi nemmeno di alzare la testa dal tappeto
dov'era sdraiata «Sento la pancia che sta per scoppiare e
probabilmente tutto quel cibo ha ucciso anche Pinus, oltre che la
casa.»
Lollo
alzò un sopracciglio, sollevando il capo dall'atlante di
anatomia lo
stretto necessario per vedere parte della testa bionda dell'amica:
«Pinus?»
«Il
mio verme solitario, l'ho chiamato così in onore di Pina,
mangiano
lo stesso quantitativo di cibo solo che lui è un povero
verme, solo
e ramingo, lei una fogna.»
«Vaffanculo,
stronza. Non parlavi così quando ti sei mangiata mezzo
panettone, e
vorrei ricordati che viaggi si è fatto prima di finire nel
tuo
stomaco.» esclamò Cecilia punta sul vivo, non era
tanto l'essere
paragonata a un lombrico puzzolente e famelico a urtarla quanto
più
che fosse stato chiamato come lei.
Lalla
agitò piano una mano sulla spalla della finta rossa,
invitandola a
non farci caso.
«Ma
tu l'ascolti ancora? L'altro giorno ha cercato di convincermi che se
avessi respirato per dieci minuti di fila in un sacchetto di carta mi
sarebbe passata l'ansia da Analisi II...»
«E ha
funzionato?» domandò Macrì tra un
boccone e l'altro di un
torroncino natalizio, una delle poche cose ad essersi salvata
dall'uragano del pranzo di quell'anno.
«Ovviamente
no, ma in compenso mi è quasi venuto l'asma.»
La
cosa inquietante di conoscere gente che fa medicina è
vederli
muoversi in gruppo, a volte basta un richiamo involontario, altre
l'accenno a una malattia, altre semplicemente decidono di inquietarti
perché gli va.
Alla
parola asma tre teste si erano girate insieme nella stessa direzione,
occhi luccicanti, sguardo assassino:
«Asma»
iniziò Livia.
«Sappiamo
tutto» continuò Linnie.
«Su
come viene l'asma.» concluse Lollo.
Le tre
L. Il diavolo incarnato. I cerbero del forum. I figli di satana.
Sì,
insomma, avete capito: i futuri medici.
«Gioco
il cartellino “NON SI PARLA DI MEDICINA»
urlò Irene arrivando di
corsa dal corridoio con in mano un cartoncino giallo.
«IO
TE LI BRUCIO QUEI BIGLIETTINI DI MERDA!!» aveva urlato
Cecilia
prossima al collasso nervoso.
Erano la causa di tutti
mali. Erano
stati la causa primaria di quella che negli anni seguenti avrebbero
ricordato come “La grande catastrofe”...
Quell'anno,
causa scarsità di denaro, erano stati il regalo
più gettonato e
intelligente: cartoncini colorati per ognuno, ciascuno aveva
analizzato i propri difetti e aveva regalato agli altri dei
bigliettini da visita con dei bonus da sfruttare a suo svantaggio.
Quello
di Alex recitava: “Alexia stai calma, ferma, zitta e non
imparanoiarti”
Quello
di Ire invece suonava più come: “Sii
più decisa e arrabbiati”.
Lalla,
più che una frase aveva scritto un paio di temi, il primo
diceva:
“Col mio nome intero mi chiama solo mia madre,
diminuiscimi”
mentre il secondo assomigliava molto a “Getta il libro di
Analisi
dalla finestra, te lo impongo – imponimelo ti
prego”.
Quelli
di Giulia, Livia e Lollo erano molto simili, gialli, e invitavano a
non parlare di medicina, non diventare ipocondriaci e non
diagnosticare malattie mortali; certo erano poi accompagnati da altri
più personali: “Meno precisione più
umanità”, “Fuori dalla
cucina”, “Plz just stop, whatever you0re
doing”.
Crì
aveva distribuito dei buoni per: “STOP AL
FANGHERLING” e “Alza
quel culo”, mentre Cecilia aveva scritto sui suoi:
“NO alle buche
di palo di cui non ci frega una minchia” e “Stai
zitta ti prego,
non ne possiamo più”.
Fre, più
sintentica di tutti si era
limitata a un: “Parla come mangi”, liberamente
interpretato da
tutti come un “basta con gli argomenti seri”.
Il
vero problema di quei dannatissimi bigliettini era che, pur essendo
in circolazione da sole tre ore, continuavano a venire adoperati e a
spuntare da ogni dove. Tutti avevano perso il conto di quante volte
fossero stati già utilizzati e rimessi nel mucchio di quelli
fruibili – tecnicamente li si poteva usare una sola volta.
Molti
erano spuntati fuori durante il discorso di Natale, quando ognuno
aveva provato a fare il suo ed era stato brutalmente interrotto dal
vicino di posto a tavola.
«Siccome sono
l'unico maschio della
compagnia e come tale unico penemunito, mi sento in dovere di tenere
io il discorso Natalizio. Partendo dal presupposto che il Natale
è
una festa inutile e io la odio, sono davvero felice di essere qui con
voi a magiare.»
«Please, stop.
Meglio se parto io col discorso
Lollino, che nun te se po' sentì, cioè. Sei
prolisso come come
pochi. Allora, come capo indiscusso di questo gruppo, dichiaro il
Natale miglior partecipante al contest “Festa
dell'anno”,
vincitore del premio “Miglior guardiano” e anche
“Colori più
allegri.»
«Gigì,
anche no eh. Gioco il “calma, ferma e zitta”,
perché decisamente
è meglio del tuo delirio di onnipotenza. Vorrei solo dire
una cosa,
questo Natale...»
«Questo
Natale, Cecilia, ci risparmia il discorso, grazie al cielo. Io vorrei
ringraziarvi per avere lasciato che inserissimo il sushi tra gli
antipasti, due anni fa non sarebbe mai stato possibile, eppure le
cose cambiano, i gusti cambiano, le persone crescono e io sono tanto
fiera di voi!»
«Fiera
di festeggiare una festa consumistica come il Natale? Spendiamo qui
tutti i nostri soldi, mangiamo come dei maiali quando saremmo potute
andare a servire alla mensa dei poveri, quello sì che
sarebbe stato
utile!!»
«Ma
tu stai male! Gioco il jolly! Sapete quanto ci ho messo ad
organizzare tutto questo? A preparare la tavola in modo perfettamente
simmetrico? Vi siete accorti che i rami dell'albero sono aperti
esattamente tutti allo stesso modo e le decorazioni sono equamente
distribuite sulla superficie? Io vi dono il Natale perfetto, non uno
di seconda mano da mensa dei poveri, gente!»
«Tu
ci doni l'ansia, tipo. Cioè se fossimo più
scialli ci godremmo di
più tutta la festa, io propongo la visione completa del
Signore
degli Anelli con seguente visione del primo piano del naso di Richard
Armitarge per tre ore e mezza, perché sì,
perché lui vale!»
«Ragazze...»
«BASTA.
Cecilia l'ha visto tre volte, Lalla due, tu stai per schiattare sullo
schermo del cinema ogni volta che te lo vedi! Come uomo del gruppo
protesto per tutto questo sessismo!»
«Ragazze...»
«Io
protesto solo perché mi avete obbligato a mangià
'l sushi, però se
se parliamo di cose che non sono nani pelosi mentre mangiamo magari
è
meglio!»
«Ragazze...»
«La
finite!! E che diamine, non vedete che Ire sta cercando di dire
qualcosa da tipo mezz'ora, cioè va bene che io e lei siamo
piccine e
amorevoli però ignorarci così non è
carino, mi gioco un “HULK
Ire”.»
«Grazie
Liv. Volevo solo dire che il cane ha rubato il salmone da
tavolo...»
Da lì
era degenerato tutto in una specie di inseguimento dietro al cane,
che, prendendo il tutto come un gioco, aveva iniziato a correre per
la casa, nascondendosi poi sotto un letto con l'ambita preda.
Nell'inseguimento era riuscita a far ribaltare Cri sopra Lollo il
quale, purtroppo, teneva in mano il paté che aveva fatto un
volo di
mezzo metro ed era andato a schiantarsi sul decolté
prosperoso di
Ale, da lì era seguita una battaglia a colpi di cibo che
aveva visto
arrosto sul muro della cucina e antipasti sul parquet. Pulire tutto
era stato un inferno, ci avevano messo ore e si erano ritrovate poi
morte in posizioni improbabili in posti improbabili della casa.
Tutto
per colpa di quei maledetti bigliettini.
Il
Natale più faticoso e puzzone della storia... in compenso
per Aria
era stato il Natale più bello di sempre.
Nota:
In realtà
questa storia è comprensibile se si conoscono le persone di
cui parla, e se si è letta We are young, we are strong.
Se non la capite, ma non
siete nessuna delle persone citate, mi dispiace, ma non è
colpa vostra, è solo che certe cose si vivono assieme e non
si dimenticano mai.
|