feather's prerogative
Note: -legata maldestramente a Hush, little baby [I'm gonna buy you a mockingbird]. Coulson è sparito nel nulla, incidentalmente, ma fate finta di nulla -Bobbi Morse
non ha ancora debuttato al cinema. Non so come sarà, non so chi la
interpreterà, non so nemmeno se mai ci sarà. Quindi se il pensiero di
un'altro agente S.H.I.E.L.D. vi urta, fate retrofront senza tanti
pensieri <3 -NB: i nickname da battaglia sul campo sono in inglese perchè "Mimo" è sempre stata una traduzione che odio
Feathers' prerogative Quando
Maria l’aveva mandato a chiamare, avvisandolo di avere una comunicazione
urgente da fargli, Clint mai avrebbe immaginato che, una volta entrato nel
piccolo ufficio, si sarebbe ritrovato davanti quella nuova, nella sua divisa tirata a lucido, capelli biondi
perfettamente al loro posto e occhi azzurri penetranti che erano dardeggiati
prontamente verso di lui.
Era
rimasto per un attimo interdetto, fermo sulla soglia, osservandola per la prima
volta senza quella strana maschera che le nascondeva metà del viso. Bazzicava
per la base già da qualche settimana, anche se nessuno era riuscito ancora ad
avvicinarla. Aveva dei bei tratti, dolci, come quelli di una bambola. Niente
lasciava trasparire una sua anche minima pericolosità.
Ma lo S.H.I.E.L.D. non assume pivellini, lo
sai.
-Agente
Barton- lo aveva richiamato all’ordine Maria Hill, senza prestare loro vera
attenzione mentre scartabellava un file dietro l’altro su una piccola lavagna
elettronica –La tua compromissione del mese scorso ha provocato una grave
ripercussione sul nostro sistema di sicurezza. Pertanto il Direttore Fury ha
convenuto che sarebbe meglio sollevarti dal tuo incarico attuale, per tornare a
un servizio ordinario-
Clint
aveva sussultato, totalmente preso alla sprovvista dalla notizia. Servizio
ordinario significava regredire di almeno quattro gradi, se non di un livello
intero. Significava passare da agente scelto ad agente regolare, con incarichi
di sorveglianza e niente missioni di grado superiore al quinto. Aveva provato a
replicare che non era esattamente stata una sua mancanza, il fatto che fosse
comparso in scena una presunta divinità pazza scalmanato affetta da manie di
conquista con l’effettivo potere di schiavizzare l’umanità intera, ma prima che
avesse potuto anche solo pensare di dire alcunché, Maria l’aveva zittito con un
gesto della mano.
Quella nuova aveva sorriso. Clint
l’aveva fulminata, un’occhiata rapida e assassina, e lei era rimasta
imperturbabile, le labbra piene inclinate al suo indirizzo, maliziosamente
divertite ma senza scherno.
Maria
allora si era alzata, chiudendo la schermata e raccogliendo un paio di
cartellette sparse sulla scrivania.
-Dopotutto,
visto il tuo nuovo incarico dubito
che troveresti ancora il tempo per svolgere le tue mansioni precedenti.
L’agente Morse ti sostituirà, pertanto vedi di farle dare un’occhiata in giro e
di spiegarle qual è l’organizzazione interna.-
L’agente
Morse, quella nuova, aveva mosso
appena una mano, un tiepido gesto di saluto. Clint, osservandola ancora, non
era riuscita a non trovarla carina. Come una piccola bambola.
Aveva
annuito, compunto. Se il suo nuovo
incarico diventava permanente, poteva voler dire “guai in vista”.
-Bene.
Allora vi lascio, sono richiesta altrove. Ah, trova il modo di contattare Stark
e di costringere quell’idiota a venire a ripulire i nostri computer dai suoi
stupidi virus-
Detto
questo, Maria se n’era andata a passo rapido, distribuendo ordini e incarichi
al personale. Clint era rimasto a studiare la nuova arrivata, in silenzio,
assorbendo tutti i dettagli e cercando di catalogarla nei mille scomparti della
sua mente.
Bionda,
occhi azzurri, una bambola di porcellana avvolta in fine pelle nera. Bisognava
provare se avesse ragione o meno.
-Dunque,
passerotto, da dove cominciamo?-
E
Barbara Morse, agente Diciannove, aveva continuato a sorridere anche mentre lo
afferrava per l’avambraccio, glielo torceva dietro le spalle, e poi lo spingeva
violentemente contro il muro senza un secondo d’incertezza.
-Direi,
colombella, che iniziamo dalle regole
di base-
Al
che, Clinton Barton, il naso schiacciato e dolorante contro la parete di
metallo e un principio di slogatura al gomito destro, aveva riso di cuore,
dicendosi che aveva visto giusto. Una spinta indietro, un’abile torsione, e
s’era subito liberato, stringendo a sua volta il braccio snello e bloccando poi
i colpi che lei aveva tentato di
sferrargli, costringendola immobile.
Bingo.
-D’accordo.
Hawkeye. Molto lieto-
E
stavolta il suo sorriso, le labbra appena schiuse su denti candidi, si era
diffuso anche in quel suo sguardo glauco, scivolandogli in un buffo tuffo giù
nel petto. Gli aveva stretto la mano, senza indugio, pelle liscia contro la ruvidezza
delle sue dita, guardandolo dritto negli occhi
-Mockingbird.
Piacere mio.-
Senza
rendersene nemmeno contro, Clint giurò a se stesso che non avrebbe dimenticato facilmente
quel nome.
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