La
piccola Jenny era là fuori, tutta triste.
Seduta sul largo e gelido gradino di casa, stava osservando, con la
vista offuscata dalle lacrime, la fitta nevicata che copriva il cielo.
Un piccolo, bluastro cielo a pois bianchi in continuo movimento.
Ogni cosa era ammantata di bianco. Le luci fioche dei lampioni
illuminavano quasi futilmente il paesaggio, che nel suo candore rendeva
tutto perfettamente visibile.
Una notte che non era nascosta nel buio.
Era un aspetto, una "magia" delle nevicate notturne che la bambina
aveva sempre amato. Un gran peccato che in quel momento non si sentisse
del'umore più adatto per apprezzarlo.
Incupita nei suoi pensieri, la piccola non si accorse che
qualcuno aveva aperto l'uscio di casa e la stava guardando.
Le ci volle una domanda diretta, per ridestarla dal suo torpore.
- Che ci fai, qua fuori al freddo? -
La bambina alzò lo sguardo, rivelando una maschera di lacrime.
A tale visione, la persona, preoccupata, chiuse la porta e si sedette
vicino a Jenny.
Passandole una mano sugli occhi, e poi sui capelli per scrollare via la
neve, fece la fatidica domanda.
- Jenny! Che ti è successo? -
- Kelly! Sorellona! - Cominciò a singhiozzare la bambina. - A scuola mi
hanno preso in giro! -
- Chi è stato? - Chiese Kelly con indignazione - Chi ti ha preso in
giro? -
- Maggie e le sue amiche! Dicono che sono una poppante perché guardo
ancora i cartoni animati e canto le canzoni dei Pupacchiotti del Cuore!
-
A Kelly salì una grande rabbia.
I Pupacchiotti del Cuore erano una serie a cartoni animati della quale
Jenny era sempre stata una grande appassionata.
Certo, il target al quale era indirizzato, in teoria, abbastanza basso,
ben più basso dell'attuale età di Jenny, che ormai si era fatta una
signorina.
Tuttavia Kelly era convinta che non ci fosse nulla di male, per una
ragazzina, guardare cartoni animati, e persino cantarne le canzoni.
Piuttosto, erano ridicole le frecciatine di Maggie e delle sue
tirapiedi.
- Ma guarda te che razza di... di... - E preferì lasciar cadere il
commento, per non pronunciare davanti alla sorellina qualche parolaccia
inopportuna.
- Mi hanno detto che loro sono ragazze cresciute. - Continuò Jenny. -
Perché ascoltano i gruppi da grandi. -
- I gruppi da grandi? E quali saranno mai, questi gruppi da grandi? -
Chiese Kelly.
- Hanno detto che ascoltano gli One Direction, e che io sono una
poppante perché canto i Pupacchiotti del Cuore! - Disse d'un fiato
Jenny, prima di rimettersi a piangere.
Kelly la strinse a sé, cercando di calmarla.
- Tranquilla! Non sei assolutamente una poppante! - Le disse, cercando
di sfornare il miglior sorriso che avesse. In fondo, anche Kelly era
sempre stata fan di quello show, pur avendo smesso di guardarlo da
tempo.
- Dici sul serio? Non sono una poppante? - Chiese, in un
momento sommesso, la bambina.
- Certamente! - Le rispose Kelly con un occhiolino. - Anzi, sei una
persona perfettamente normale! E anche matura! Più matura di Maggie e
delle sue smorfiose amichette!
- Anche se... - Jenny abbassò lo sguardo. - .... Se canto le canzoni
dei Pupacchiotti del Cuore e non i One Direction? -
- A maggior ragione! - Puntualizzò Kelly, accarezzando la testa della
sorellina. - Perché le preferisci
a questi ultimi.
E Jenny rispose all'abbraccio della sorellona.
Kelly, lei che sapeva sempre tutto.
Allie premette il tasto dello spegnimento, e l'immagine a video
divenne uno schermo nero. Gettò il telecomando sul letto.
Quelle zuccherose commedie natalizie erano davvero una palla.
Si sentiva persino peggio di prima. Prese dal comodino il libro che non
aveva mai finito, e lo aprì: pessima idea.
Guardò il segnalibro: era il set di fototessere che si era fatta con
Justin: lei, con quel sorriso imbarazzato di chi si ritrova l'oggetto
dei propri sogni a pochi centimetri e non sa come comportarsi, e lui,
con quel
modo di fare cordiale e rassicurante che la mandava irrimediabilmente
in brodo di giuggiole.
Justin, un divo in terra, che poteva rigirare il cuore di quella
ragazza sul palmo della sua mano, senza alcuna difficoltà.
Allie rimise le foto nel libro e posò anche quest'ultimo.
L'espressione malinconica che si rifletteva dalla sua finestra
riportava anche al motivo per cui lei era da sola in camera sua.
Se ne era andata nel bel mezzo dell'appuntamento: troppe fan stavano
interrompendo regolarmente i momenti di intimità tra lei e Bieber:
prima una
bionda per un autografo, poi un'altra bionda per una foto, poi un'altra
per due chiacchiere.
E lei, timida morettina, si sentiva gettata regolarmente in ombra,
vedendo le attenzioni di Justin continuamente catalizzate dalle
lucenti chiome dorate delle
ammiratrici.
E per questo, timida e modesta com'era, si era rivelata incapace di
imporre i suoi diritti a riguardo dell'appuntamento con Juss, e
per questo aveva
scelto la via più adatta a lei: una silenziosa battuta in ritirata.
Un
po' perché odiava le scenate, un po' perché quel senso di trascuratezza
da parte di lui era diventato davvero insopportabile.
Si alzò, e si accorse di un pacco poggiato sul letto.
- Un regalo per me?
Aprì l'incartamento e sollevò il coperchio: dentro trovò un attillato
vestito da sera, tutto viola, il colore preferito da
lui.
Vi era anche un biglietto:
Tu sei il mio desiderio di Natale.
Incontriamoci fuori.
Fece due rapidi passi per controllare dalla finestra: una macchina
con la carrozzeria completamente argentata era parcheggiata sul viale,
con i fari accesi che rischiaravano i fiocchi di neve nel cielo
notturno.
Justin era là, appoggiato al cofano, con le braccia conserte, in
attesa.
Allie sorrise.
Dieci minuti dopo la ragazza era già per strada: i loro sguardi di
incrociarono. Le loro bocche sorrisero.
Lui le prese cavallerescamente la mano e le aprì la portiera del
passeggero, invitandola ad entrare.
Una volta sedutosi anche lui nel posto di guida, la macchina partì
dolcemente.
L'autoradio stava trasmettendo, per una coincidenza, una dolce canzone
di Natale.
With you, shawty with you
With you, shawty with you
With you under the mistletoe
I brevi istanti di idillio si frantumarono però nel momento in cui
l'auto di Justin slittò nella neve, in seguito a una frenata. Il
conducente abbassò il finestrino e si sporse fuori per vedere il motivo
della sosta.
Allie fece altrettanto, e non se né pentì immeditamente.
- La mia macchina è in panne. Potresti darmi un passaggio?
Un'altra, odiosa, ammiccante bionda. E ancora Justin che non aveva
potuto dire di no.
La definizione letterale "Covare serpi in seno" si materializzò
nella testa di Allie, quando la vipera in questione salì in macchina,
giusto per rompere tutte le uova del precendente nido d'amore.
E a
proposito di
seno, Allie
si chiese come la camicetta della ragazza potesse essere così scoperta,
con una temperatura media, là fuori, sotto lo zero.
Il resto del viaggio in macchina fu un inferno, ma solo per Allie.
Anzi, vedendo la scena patetica che si stava consumando tra Justin e la
nuova bionda, sembrava di essere capitati direttamente nel girone dei
lussuriosi.
La polipona che dal sedile posteriore tentacolava il corpo di Justin,
il quale, per nulla infastidito da tale comportamento, sembrava non
curarsi neppure più della presenza di Allie.
With you, shawty with you
With you, shawty with you
La canzone stava prendendo la piega di una presa per i fondelli.
Per tentare di spezzare la situazione, Allie giocò la carta del dono.
- Questo è il mio regalo per te! - Disse Allie velocemente, inserendo
un misterioso cd nel lettore audio.
Era venuto il momento, letteralmente, di cambiare musica.
On my heavy metal Christmas my
true love gave to me,
a tattoo of Ozzy...
In effetti, l'esito sperato da Allie diede i suoi frutti. Sia Justin
che la bionda interruppero le loro effusioni: salvo guardare, con
faccia schifata, prima il lettore multimediale, e poi la faccia di
Allie, che li accolse con un sorriso imbarazzato.
- Ma cos'è questa roba? - commentò la bionda.
Justin estrasse il cd, e lo studiò.
- "Twisted Sister". "A Twisted Christmas". - Poi, rivolgendosi ad
Allie. - Che razza di roba è?
Allie era ammutolita. Non si aspettava una simile reazione da Justin.
Cominciò ad avere il dubbio di avere sbagliato in qualcosa.
- E tu questo lo chiami
regalo?
Il tono di Justin si stava facendo sempre più sostenuto. Allie cominciò
ad avere paura.
-
Chi sei tu? -
Cominciò a tuonare Justin
.
-
Da dove vieni?
Il silenzio spaventato di Allie servì solo ad irritare ulteriormente
Justin che frenò di colpo la macchina.
-
Mi stai ascoltando? - Le
urlò, tanto che le parole rimbombavano nelle orecchie della povera
ragazza. -
Che razza di donna sei tu?
Sei debole e inutile! Questo
vestito... - Indicò battendo dure ditate sul suo petto. - Te l'ho
comprato io! Per il resto,
tu non
sei nulla! Tu non fai nulla! Sei la mia ragazza solo perché lo
voglio io!
- Justin, smettila! - Implorò Allie, sul punto di scoppiare in lacrime.
- Perché, se no che fai? - La sfidò Justin. - Che cosa vuoi farmi?
Non ottenendo risposta, il biondino le urlò ancora una volta.
-
Che cosa vuoi fare della tua vita?
Una quarta voce si era intromessa nella discussione. Le vibrazioni di
quest'ultima, però, erano eccezionalmente intense, tali che Justin fu
sbalzato, come se fosse su un sedile eiettabile, fuori dall'abitacolo,
andando ad atterrare in un giardinetto adiacente, attutito nell'impatto
da un metro e mezzo di neve non spalata.
Mentre cercava di liberarsi, Justin sentì in sottofondo una strofa
della sua canzone provenire dall'autoradio.
I should be playing in the
winter snow...
Un rullo di batteria, familiare a chi conosce la canzone "We're not
gonna take it", cominciò a diffondersi nell'aria.
La bionda, mettendosi le mani nelle orecchie, intimò ad Allie: - Togli
quel maledetto cd dall'autoradio! -
La bruna però guardo l'autoradio, e dopo aver premuto a casaccio i
tasti del frontalino, si ricordò che il supporto era già stato estratto
da Bieber.
- Ma allora chi sta suonando?...
I presenti guardarono tutti la fonte del suono.
Cinque nerboruti, con jeans strappati, pantaloni in pelle, giacchette
leopardate, catene, capelli cotonati e visi truccati, si erano
materializzati in mezzo alla strada.
Erano caratterizzati da cinque colori diversi, blu, giallo, verde,
rosso e rosa tanto che sulle prime Justin li scambiò per i Power
Rangers.
In realtà, i cinque non avevano con loro delle armi da combattimento,
bensì degli strumenti musicali.
Il rullo, infatti, era opera del ranger blu...ehm, dell'uomo con la
predominanza blu, seduto dietro una grossa batteria.
Il rosso, che imbracciava una chitarra rosa decorata da cerchi
concentrici ipnotici, cominciò una melodia dalle tinte natalizie.
Il giallo gli diede man forte, con una chitarra dello stesso colore,
per inspessire il suono.
Il verde preparò il terreno con un tappeto di giri di basso che sciolse
la neve circostante il gruppo.
Ma fu il leader quello che scioccò maggiormente Justin.
Rispetto al nero e il rosa che, alternati, caratterizzavano la sua
bizzarra uniforme da combattimento, era maggiormente il
volto a fare impressione: una criniera leonina di capelli
cotonati, che contornavano un volto aggressivo, truccato in modo
ambiguo, almeno rispetto agli standard "normali" a cui era abituato il
canadesino.
Il viso era stato truccato volutamente in modo da sembrare androgino,
ma senza quella delicatezza che si poteva riscontrare in personaggi più
familiari, come ad esempio Bill Kaulitz.
Lui no, somigliava di più ad un leone in procinto di ruggire. Magari
con gli artigli smaltati di rosa, ma pur sempre un leone.
E il leone ruggì, ma in modo più canzonatorio che violento.
Si mise a cantare.
- I saw (your) mommy kissing Santa
Claus - Intonò, e sollevando un lembo della bocca, precisò. - E
quel Santa Claus ero io.
Justin con una piroetta saltò fuori dalla neve e atterrò sulla strada.
Era una regola famosa in Italia, ma valeva per il resto del mondo.
La mamma non si tocca. Mai.
L'uomo, davanti all'espressione ostile di Bieber, si giustificò
- Just kiddin', kiddo. Tu sai chi sono, vero?
- Certamente! - Dopotutto, quel trucco androgino era inimitabile.
- Ma il tuo tempo è finito da un pezzo, Marylin Manson!
- Ci sei andato vicino, figliolo. - Rispose sarcastico il cantante: in
realtà il paragone lo deprimette, lui, che si aspettava al massimo un
paragone con il dottor Frank del Rocky Horror Picture Show.
Ma si presentò comunque. - Io sono Dee Snider. Noi siamo la fottuta
Sorella Svitata.
- Twisted Sister, eh? - Rispose Justin, passando una mano sui capelli
per pulirli dai residui di neve. - Spiacente, ce l'ho già una
sorellina, e voi non sarete mai belli come lei.
- Never Say Never, ragazzo.
- Cosa fai, usi il titolo di una mia canzone? - Canzonò Justin,
mettendosi nella posa di combattimento Karaté insegnatogli da
Jaden Smith durante la produzione di Karate Kid 5.
- Che faccia tosta, ragazzino. Cantavo una canzone con lo stesso titolo
da prima che tu nascessi.
- Questo mi da l'idea di quanto voi siate superati. Difenditi dal mio
calcio volante!
Dicendo questo, Justin partì in rincorsa contro l'uomo.
And I'm fast enough to run across the
sea
Quello che Justin non sapeva, però, era che le lezioni di Jaden
riguardavano dei passi di danza, piuttosto che di arti marziali;
questo, unito alla lastra di ghiaccio che praticamente piastrellava il
terreno, gli fece sì spiccare un prodigioso balzo acrobatico, ma più
dettato dal caso che non dall'agilità.
I will not stay on the ground
Fortuna (?) volle che andasse ad atterrare direttamente nel posto a
sedere della batteria del gruppo, gentilmente lasciato libero dal
percussionista
vestito di blu, al secolo A.J.Pero.
- E' un po' diverso, che non prendere a finti calci volanti dei
ballerini sul palco, non è vero? - Commentò con ironia il batterista.
Prima che Justin potesse rinfacciargli l'autenticità dei suoi trascorsi
di karateka, si accorse di avere in mano due bacchette di legno.
Credendo di doversi preparare a un combattimento di Kali Escrima,
posizionò le braccia in posizione di attacco, pronto a colpire.
- Whoa! Whoa! Calmati amico! - Esclamò il drummer. - Non vedi che sono
bacchette da batteria?
Al che Justin controllò gli oggetti che aveva in mano, e si ricordò di
essere seduto, effettivamente, al rispettivo strumento musicale.
- Qua non si combatte, amico. - Gli spiegò il chitarrista vestito di
giallo, che altri non era che Jay Jay French.
- Qua si suona. - Specificò il bassista, Mark "Animal" Mendoza (
da
non confondersi col quasi omonimo Marco)
-
- Mostraci cosa sai fare! - Intimò l'altro chitarrista, Eddie Ojeda.
Un paio di tamburellate di prova da parte di Justin, non convinsero
tuttavia quest'ultimo nel raccogliere la sfida.
Consegnando le bacchette al legittimo proprietario, Justin si tolse
dalla postazione.
- Non è ciò che faccio! - Rispose annoiato. - Il mio stile è questo!
Si fece tutto buio.
Solo una luce illuminava la scena: una luce celestiale che dal cielo si
proiettava sulla terra, come un occhio di bue da palcoscenico.
Questo fascio di luce stava illuminando Justin Bieber, che, seduto su
uno sgabello, imbracciava una chitarra acustica.
Un paio di strimpellamenti, e il ragazzo cominciò a gorgheggiare.
Who's gonna make you fall in love
I know you got your wall wrapped all the way around your heart
La bionda ed Allie, rimaste in disparte, erano entrambe rapite dalle
parole del cantante. Soprattutto Allie, che si accorse di una lacrima
che le stava scendendo a tradimento.
Don't have to be scared at all, oh my love
But you can't fly unless you let ya,
You can't fly unless you let yourself fall
Ed era proprio
quella
sicurezza che lei cercava in Justin, e che solo lui sapeva darle.
Allie si ricordò di questo, mentre Justin stava cominciando il
ritornello.
La voce di Bieber era così celestiale che alla ragazza
parve persino di sentire dei cori angelici
.
I will catch you if you fall
I will catch you if you fall
I will catch you if you fall
Ed in effetti, qualcosa caduto dal cielo lo acchiappò. Ed Allie si
accorse che i cori non erano solo una sua impressione.
Justin si ritrovò a terra, schiacciato da uno strano uomo con giacca e
pantaloni grigiastri.
Rialzandosi, l'uomo si guardò intorno, spaesato; Guardò in basso, e
notò lo sfortunato ragazzino sul quale era atterrato.
Dopo un paio di vistose morfie di perplessità, si giustificò con un
"Sorry" e se ne andò.
Salvo tornare, due secondi dopo, per andarsene nuovamente, con aria
smarrita, dalla parte opposta.
Con la scomparsa dell'uomo, cessarono anche i cori angelici.
Justin avrebbe scoperto più tardi che per una sfortunata coincidenza,
la luce a occhio di bue che illuminava la sua performance, non era
altri che lo stesso cono di luce dal quale cadeva Mr. Bean all'inizio
di ogni suo show.
- Love is for suckers - Intonò bonariamente Dee.
- Non è così! Guardate ad esempio lo splendido vestito che ho regalato
per Natale ad Allie!
Justin indicò nella direzione della brunetta, e strabuzzò gli occhi nel
vedere che il succinto vestito violetto era sparito dalla figura della
ragazza.
Non che fosse rimasta nuda, razza di lettori maliziosi, ma
semplicemente, per l'effetto della "Magia del Natale Twisted Sister" il
completo si era trasformato in un paio di jeans strappati e una
maglietta nera, coperta da un giubbotto di pelle con il logo della band
disegnato sulla schiena.
La cosa peggiore era che, inconsapevolmente, trascinata dalle note
della rock band, la ragazza stava mimando un frenetico air guitar,
mentre la bionda si stava contorcendo in maniera sensuale, rapita
anch'essa dalla potente melodia.
Justin, come abbandonato a sé stesso, stava assistendo al peggiore dei
suoi incubi. Il massimo che poté fare fu di inginocchiarsi e gridare al
cielo.
Noooooooooooooooooooooooooooooooooooo......
Allie si svegliò. La macchina si era fermata.
Lei, seduta sul sedile del passeggero, si guardò attorno, e sentì
quattro occhi su di lei.
Justin e la bionda la stavano guardando come se fosse una pazza.
- Allie, ti senti bene?
- Io? Sì... perché? - Tentò di depistare la mora, con un sorriso
colpevole. - Che è successo?
- E' quello che vorrei chiederti io. - Rispose Justin. - Stavamo
guidando e ti sei messa all'improvviso a gridare "No" come se ti
avessero puntato addosso una pistola.
- No, veramente eri tu a gridare! - Rispose Allie, in piena
agitazione - Quando quegli strani individui stavano suonando un brano
rock e io avevo indosso quel vestito da rockettara e...
Si guardò il corpo, e ammutolì di colpo.
Addosso aveva ancora quello splendido vestito che le aveva regalato
Justin. Sentendosi avvampare alla vista degli sguardi scettici degli
altri due, non sapeva più che dire.
Fu un sorriso di Justin a offrire una luce in quel tunnel di imbarazzo.
- Ti devi essere addormentata, e aver sognato.
Doveva essere l'unica spiegazione possibile, dopotutto.
- Sì, credo tu abbia ragione.
Allie sentì un leggero fastidio nel vestito. Mise la mano nella
scollatura e ci trovò un plettro.
Trasalì, quando vi riconobbe, disegnato, il familiare simbolo dei
Twisted Sister.
Era stato davvero un sogno? Cercò di nuovo una conferma negli occhi di
Justin.
Ma c'era ancora lei. Quell'odiosa polipona platinata aveva di nuovo i
tentacoli sul suo boyfriend.
What do you wanna do with your life?
- Scusa, Justin, ti chineresti un attimo in avanti? Ho bisogno di
parlare con la nostra ospite qua dietro.
I wanna rock!
Da fuori della macchina si sentì il breve rumore di una scazzottata.
Poi, dal finestrino abbassato, un corpo femminile volò fuori. Un corpo
con la chioma dorata.
Sbrigata la breve formalità, Allie chiese, con il migliore dei suoi
sorrisi
- Allora, si va alla festa?
Justin. un po' basito, preferì non fare domande e obbedire.
E venne finalmente la scena madre, in sala da ballo, con il soffitto
tappezzato di vischio.
Justin stretto ad Allie, mentre insieme ballavano un lento. Lo stesso
lento dell'autoradio.
But Ima be under the mistletoe.
With you, shawty with you, With you, shawty with you, With you, under
the
Mistletoe, Yeaaa.
With you, shawty with you, With you, shawty with you, With you, under
the
Mistletoe.
La bionda di prima, con un occhio nero, giunta alla festa, preferì
mantenersi a debita distanza dai due.
Intanto, le labbra dei due si unirono, come si unirono i loro cuori,
che battevano all'unisono al ritmo di un grande amore.
Kiss me underneath the mistletoe,
Show me baby that you love me so, Oh, Oh. Oh.
Dopo il bacio, i due ballarono ancora per un paio di minuti.
- Che ne dici di un altro bacio?
- Chiese
quasi per scherzo il canadesino,
con gli occhi nei quali si riflettevano le stelle del cielo notturno.
Allie, contrariamente a quanto si aspettava Justin, non arrossì
per la timidezza.
Se n'era accorto da quando in macchina aveva congedato la passeggera
tramite un pugno ben assestato.
Era davvero la stessa Allie che conosceva lui?
Non fece in tempo a chiederselo,
che
la stessa gli propose
un'idea migliore
.
- Why not Sex Party?
FINE
Backstage con titoli di coda.
Justin e Dee Snider in camerino, mentre sono alle prese con il trucco
di scena.
Dee per levarselo, Justin per... metterselo?
Dee: Che diavolo fai con quel
rossetto?
Juss: Tranquillo, faccio solo
finta. Dò il contentino agli haters, che sicuramente avranno fatto il
grosso del pubblico.
Dee: Intendi che questo Mash-Up
sia stato per Anti?
Juss: Giudica tu. Non ho fatto
una gran figura. Le gag comiche erano tutte contro di me. Mi hanno
messo persino addosso quelle parole poco gentili che ho urlato ad Allie.
Dee: Ma quello era il copione
che recitano sempre nei nostri video, indispensabilie per la parte
Twisted del Mash-Up. E poi, via, è stata una cosa ironica, no? Alla
fine ne hai ricavato ben più che un bacio.
Juss: Quello in fondo è vero.
Dee: Pensa che nel copione
originale, sotto il vischio avremmo dovuto baciarci io e te, per
sbaglio. Fortuna che hanno licenziato quella Yaoista.
Juss: Però, dì la verità.
Vorresti tornare ai tempi in cui avevi la possiblità di farti ciascuna
del tuo pubblico, eh?
Dee: Oh, beh, nel tuo caso, ti
arresterebbero per pedofilia. E poi ormai sono sistemato. Ho una
moglie, bellissima, e quattro figli. Seguici sul nostro Reality Family,
"Growing Up Twisted", se ti capita.
Juss: Anche io, per la verità,
sono maggiorenne e voglio mettere la testa a posto. Sai, per Selena...
Dee: A proposito, ho sentito
che sta venendo qui.
Juss: Così, all'improvviso?
Dee: Sai, per quella storia del
Sex Party
a fine racconto.
Juss: Oh, shit! Ma come l'ha
saputo?
Dee: L'ho informata io. Non
l'ha presa bene, sai?
Juss: Bastardo!
* Justin si alza di scatto e corre verso la porta. Se ne va, non
prima di dare un ultimo commento inviperito verso un ridacchiante Dee *
Juss: Questa me la paghi,
"Mister" Snider!
Dee: It's worth the price,
kiddo.
(Le strofe del pezzo dell'autoradio
appartengono a:
Justin Bieber - Under The Misletoe
Le strofe su Justin Karateka sono di:
Justin Bieber - Never Say Never
Le strofe di Justin con la chitarra acustica
Justin Bieber - Fall
Il pezzo dell'autoradio
Twisted Sister - Heavy Metal Christmas
Alcune battute provengono dal discorso iniziale che nel video precede
Twisted Sister - We're not gonna take it
E in origine sono pronunciate dall'attore Mark Metcalf.
Una curiosità: quest'ultimo lo conoscete sia come figura ricorrente nei
video dei Twisted Sister, sia (irriconoscibile) come il primo
"Maestro" nella serie di Buffy l'Ammazzavampiri.
I personaggi appartegono e sono copyright esclusivo di:
Twisted Sister
Justin Bieber
Mr. Bean)