If I could be anywhere

di Emma_Hufflepuff
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Sospiro profondamente e cerco di ossigenare il cervello e soprattutto il cuore.
Mi volto e due occhi azzurri come lapislazzuli mi osservano.

"Quindi, se non ti senti bene è meglio che tolga il disturbo, o è solo una scusa buona per trascorrere insieme una giornata intera?".
Tom sorride e mi fa l'occhiolino.
Devo rispondere.
Oddio.
Cosa posso dire??
"Beh, ecco, mi piacerebbe passare un pò di tempo con te, magare per conoscerci meglio. Da una parte lo vorrei tanto, dall'altra ho leggermente paura. Visto che non ti conosco non mi posso fidare ciecamente di te" .
L'ho detto così, senza neanche pensarci.
Un lampo di delusione attraversa il bel viso di Tom.
"Forse è meglio che vada. Resterò in macchina dato che il carro attrezzi non si libererà prima di stasera. Mi dispiace, pensavo potessimo diventare amici".
Si alza dal divano, ma la mia mano afferra il suo braccio. "No, non andartene. Resta, per favore."
Lo guardo e mi sfugge un sorriso, che lui ricambia mentre si riaccomoda sul divano, avvicinandosi a me, "Resto, ma a due condizioni, la prima che mi permetti di aiutarti a preparare il pranzo, la seconda che tu mi lasci cortesemente il braccio prima che mi si arresti la circolazione."
"ODDIO! SCUSAMI!!"
Gli lascio immediatamente il braccio e noto che, nel punto dove la mia mano lo aveva afferrato, c'è un bel segno rosso.
Tom mi sorride malizioso: "So che mi vuoi, ma ci conosciamo appena." E si mette a ridere.
Sento il mio viso tingersi di rosso e le guance avvampare.
Che figura!!
Bene, adesso penserà che sono una ragazza facile, senza scrupoli, soprattutto senza dignità e senza il minimo senso del pudore.
Mi passo nervosamente le mani tra i capelli pensando di aver perduto qualsiasi possibilità con il bel ragazzo misterioso seduto di fianco a me.
Tom smette di ridere, improvvisamente allarmato: "Stavo scherzando, non l'avrai presa sul serio, vero?!"
"No no, certo che no." Vorrei tanto sembrare sincera, ma la mia espressione insicura mi tradisce.
Mannaggia a me!!
Tom, che sembra un cagnolino dopo aver appena combinato un pasticcio , si avvicina a me: "Scusami davvero. Non era assolutamente mia intenzione offenderti".
Mi prende le mani fra le sue e mi guarda, sincero e speranzoso di ricevere una risposta o almeno un mio segno di vita. Rimango impietrita guardando le nostre mani intrecciate, incapace di pensare, sentendo l'elettricità che scorre dalla punta dei piedi fino ad ogni singolo capello.
"Stai bene?" Tom aggrotta le sopracciglia.
Le mie parole sono un sussurro: "Sisi sto bene" solo che non riesco a pronunciarle a voce più alta.
Cerco, comunque, di schiarirmi la voce: " Ehm, tranquillo non mi sono offesa. Davvero. E' solo che non sono una facile come tante altre ragazze. Tutto qui."
Tom mi lascia le mani. "In questi 40 minuti non ho mai pensato che tu fossi una facile. Sono solo rimasto sorpreso che tu mi abbia fatto entrare in casa tua solo dopo averti detto 'ciao'".
Sorrido.
Senza sapere con certezza il motivo: "Io sono sorpresa che ci conosciamo appena e stiamo parlando come se ci conoscessimo da sempre".
Tom si mette a ridere e, chissà il perchè comincio a ridere anch'io.
Mi sento a mio agio, libera di essere me stessa.
Decido di godermi questo momento, di assaporare ogni attimo.




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